SULMONA Era alla guida del pullman e si stava dirigendo verso Innsbruck quando ha avvertito un lieve malore. «È meglio che guidi tu, tanto nel frattempo mi passa», ha detto Remo Di Marco chiedendo il cambio all'altro autista, un giovane di 23 anni, titolare dell'azienda e del pullman sul quale stavano viaggiando. Tutto stava filando liscio quando il giovane si è trovato davanti un camion in frenata e sul lato sinistro un'auto che stava sorpassando. Inevitabile l'urto con il camion avvenuto proprio nel lato dove era seduto Di Marco, che è finito violentemente con la testa contro il parabrezza. Un colpo che è risultato fatale per il 63enne, morto mentre lo trasportavano nell'ospedale di Innsbruck. Una morte quindi riconducibile, secondo i primi riscontri, al trauma riportato nell'incidente, anche se qualcuno che era a bordo del pullman avrebbe avanzato l'ipotesi che potrebbe essere stato fatale per l'autista sulmonese un infarto conseguente all'impatto. Particolare che è stato riferito anche i poliziotti austriaci intervenuti sul luogo dell'incidente. E proprio per sciogliere ogni dubbio sulle cause del decesso che la magistratura austriaca ha aperto un'inchiesta sull'incidente e sta decidendo se eseguire o meno l'autopsia sul corpo di Remo Di Marco. Lo farà nella giornata di oggi in modo che subito dopo la salma dello sfortunato autista, potrà essere riconsegnata ai familiari per la celebrazione del funerale. Nel frattempo i cinquanta passeggeri, quasi tutti di Pescocostanzo, sono tornati a casa portandosi dietro il ricordo di una tragedia vissuta in prima persona. Una tragedia che poteva essere sicuramente molto più pesante, come sottolineavano ieri per telefono ai familiari alcuni passeggeri: «Ce la siamo vista davvero brutta. Ci dispiace per il povero Remo, ma se siamo ancora vivi lo dobbiamo alla prontezza di riflessi del giovane autista che è riuscito ad appoggiarsi sul guardrail evitando di prendere in pieno il camion che ci precedeva».