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Data: 25/04/2021
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO

«Tracciamento e trasporti lavoriamo per settembre». Il titolare dell’Istruzione: il Recovery da non sprecare, lo dobbiamo ai ragazzi. «Più investimenti su mense e palestre al Sud verrà rafforzato il tempo pieno»

La Ricostruzione post bellica ebbe nella scuola un grande motore. Ministro Bianchi, bisogna ispirarsi a quel modello, secondo lei?
«Oggi celebriamo la Festa della Liberazione. Uno dei pilastri su cui si è retta la ricostruzione dell'Italia repubblicana è stata la scuola, motore di uguaglianza e di sviluppo. Deve esserlo anche oggi».
Si dice che la scuola è in castigo. È così?
«Quello che abbiamo vissuto è stato un anno difficile. Ma voglio ribadire che la scuola non è mai stata chiusa, in presenza o a distanza non si è mai fermata. I nostri insegnanti hanno sempre lavorato e mantenuto un contatto con gli studenti, anche utilizzando strumenti nuovi. È chiaro che ci sono state delle difficoltà e delle disparità sui territori. Ora stiamo costruendo un ponte verso settembre per dare a bambine e bambini la possibilità di recuperare in questi mesi apprendimenti e socialità. A breve presenteremo il nostro piano per l'estate».
Quanti i fondi in arrivo e come utilizzarli?
«Uno dei primi atti che ho firmato è stato un bando da 1,125 miliardi per la messa in sicurezza e la riqualificazione energetica delle scuole superiori. E abbiamo attribuito ai Comuni una prima tranche da 700 milioni di euro per la ristrutturazione e costruzione di asili nido e scuole dell'infanzia. Abbiamo voluto dare un'accelerazione da subito sull'edilizia scolastica».
Il Sud è in una situazione critica. Che cosa fare?
«Questa pandemia ha acuito in modo insostenibile divari già esistenti e ha mostrato le debolezze del nostro sistema nazionale. Con il Recovery Plan faremo un intervento straordinario da 1,5 miliardi contro la povertà educativa e la dispersione scolastica, con lo scopo di ridurre i divari territoriali. Sarà il cuore del nostro Piano. Proprio al Sud vogliamo rafforzare il tempo pieno, con un investimento in mense e palestre».
Come riuscirà la scuola a trovare nuovi spazi per settembre?
«Con il decreto Sostegni abbiamo stanziato 150 milioni già distribuiti alle scuole per acquisti e interventi per la sicurezza. Il nodo trasporti è quello da affrontare ancora con più decisione. Con i ministri Giovannini, Gelmini e Lamorgese abbiamo istituito un tavolo permanente per raccordare il sistema dei trasporti con le esigenze e i ritmi della scuola in vista di settembre.
Anche sulla sanità ci stiamo attivando per definire un sistema più efficace di tracciamento dell'andamento pandemico. Stiamo lavorando a pieno ritmo per la riapertura dopo l'estate».
Guardi che però ora si parla più dei ristoranti che delle scuole.
«La scuola e l'istruzione sono al centro del nostro Recovery Plan, sia dal punto di vista strutturale, con investimenti in edilizia per scuole sicure, più moderne e innovative, sia dal punto di vista del rafforzamento delle competenze, del contrasto alle diseguaglianze e del rilancio della formazione tecnica-professionale».
Con il Pnrr nella Penisola ci saranno finalmente più asili nido?
«È l'occasione per iniziare a colmare il gap del nostro Paese nei servizi educativi per l'infanzia. Un investimento da oltre 4 miliardi e mezzo per asili nido e materne, fondamentale per dare uguali opportunità a bambine e bambini di ogni territorio e sostenere l'occupazione femminile, il cui tasso è ancora drammaticamente basso in Italia».
Da tecnico non teme che la gara dei partiti a piantare le loro bandierine metta a rischio la navigazione di questo governo?
«Questo governo è sostenuto da una maggioranza ampia ed eterogenea. È naturale che i partiti sostengano idee e posizioni spesso diverse, ma penso che sentiamo tutti allo stesso tempo la responsabilità di trovare nei confronti dei cittadini del nostro Paese una sintesi».
In passato alcuni governi sulla riforma della scuola sono caduti. Lei che tipo di riforma vuole fare?
«Con diversi gruppi di esperti, stiamo lavorando ad una scuola che esca dalle gabbie del Novecento. Una scuola inclusiva, che garantisca a tutti le stesse opportunità. Dove si acquisiscano competenze non solo cognitive, ma relazionali. Una scuola che sappia educare alla capacità critica nell'uso dei nuovi linguaggi e delle tecnologie».
La scuola è sotto organico e a settembre sono previsti 25mila pensionamenti. È d'accordo con la richiesta dei sindacati, per un reclutamento straordinario, o deciderà di aspettare i concorsi che sono già stati programmati?
«Stiamo lavorando al Ministero, confrontandoci anche con sindacati e forze politiche. Il tema del precariato non nasce con la pandemia, ma si è acuito negli anni. Dobbiamo tenere insieme la necessità di dare risposte al precariato con quella di creare un percorso finalmente stabile, innovativo e virtuoso di accesso all'insegnamento».
Ormai Salvini viene paragonato a Bertinotti, come quello che può far cadere un governo di cui fa parte. Lo crede anche lei?
«La conflittualità tra i partiti è un elemento naturale del dibattito democratico. Tutti sentiamo la responsabilità di non sprecare la straordinaria opportunità del Recovery Plan e di far uscire l'Italia da una stagnazione economica già grave prima del Covid e riprendere il cammino della crescita. Lo dobbiamo alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi».


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