Data: 30/04/2022
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Toto: «Costretti a ridurre il personale» Abruzzo, gli effetti del mancato Pef: a casa 110 lavoratori impegnati nella messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25
PESCARA A casa dal 6 maggio 110 dipendenti della Toto Costruzioni Generali. La notizia è diventata ufficiale alla vigilia del Primo Maggio, festa dei lavoratori, ed è il primo grave effetto dei ritardi dell'approvazione del Piano economico finanziario che garantirebbe i lavori di messa in sicurezza delle autostrade gestite dalla società Strada dei Parchi.Interventi che il gruppo Toto può assolvere in house in virtù del contratto di concessione dell'A24 e A25. «In conseguenza del mancato avvio di nuovi cantieri, del progressivo completamento dei lavori in essere e dell'impossibilità di fare ulteriore ricorso alla Cig (scaduta il 23 aprile scorso), una quota di lavoratori non potrà ulteriormente essere impiegata».È quindi la stessa Toto Costruzioni a confermare la notizia - anticipata da un sindacato - con un dettagliato comunicato del quale riportiamo i passaggi principali. «La decisione, che riguarda 110 dei 300 lavoratori impiegati nei cantieri autostradali A24/A25, si è resa obbligatoria a causa dello scadere del periodo di Cassa Integrazione ordinaria», si legge nell'incipit della nota aziendale. «Nel corso degli incontri con le organizzazioni sindacali è stata più volte evidenziata la situazione di potenziale criticità sui livelli occupazionali dovuta a fattori estranei alla volontà della Società», continua la nota.«Per sostenere i lavoratori coinvolti e le loro famiglie, l'azienda ha proposto al personale interessato un incentivo economico, oltre a quanto previsto dalla legge. Una soluzione presentata in occasione dell'assemblea sindacale del 20 aprile scorso».Dal fronte sindacale si apprende che «ai lavoratori che, entro il 6 maggio, sottoscriveranno l'impegno ad accettare la risoluzione del rapporto di lavoro, la Toto riconoscerà un incentivo all'esodo di 4.500 euro. Inoltre la Toto si impegna a riassumere i lavoratori licenziati, entro un periodo temporale da definire, qualora si dovesse verificare la cantierizzazione delle opere da realizzare sulla A24-A25», così scrive Gianni Panza, segretario generale della Feneal Uil Abruzzo.L'azienda, nella nota, approfondisce le cause della decisione presa: «La Toto Costruzioni Generali fino ad oggi ha fatto ricorso a tutti gli strumenti, dagli ammortizzatori sociali alle turnazioni con altri cantieri, per salvaguardare i posti di lavoro, in attesa dell'avvio delle nuove commesse che la concessionaria autostradale Strada dei Parchi spa avrebbe voluto e dovuto già da tempo avviare, ma che, ancora oggi, restano sulla carta. Ciò a causa della mancata approvazione da parte del Ministero della Mobilità sostenibile e del mancato avvio da parte dell'ex commissario straordinario di A24 e A25, l'ingegnere Maurizio Gentile, dell'importante piano di investimenti (di 6,5 miliardi), da anni al vaglio del Ministero stesso. Investimenti che, almeno in parte», prosegue l'azienda, «dovevano essere oggetto del nuovo Piano economico finanziario (Pef), per la cui mancata approvazione il Consiglio di Stato ha ormai da tempo nominato un commissario ad acta, l'Avvocato dello Stato Sergio Fiorentino».In sintesi, solo il Pef può garantire livelli occupazionali e favorire nuove assunzioni. «Sebbene, ormai da 10 anni, sia stata sancita l'urgenza della messa in sicurezza di A24/A25 e predisposto un programma più volte condiviso con il ministero ed i commissari, e nonostante la disponibilità, come annunciato dal Mims, di circa 3 miliardi di fondi resi disponibili dallo Stato e dal Piano di ripresa e resilienza, i lavori non sono stati ancora avviati e non è chiaro quando lo saranno». Una decisione quindi inevitabile per la Toto Costruzioni Generali che, tuttavia, «continuerà a garantire un dialogo trasparente con i sindacati e le istituzioni competenti, nella convinzione che, nel rispetto reciproco, ci sia la possibilità di affrontare in modo costruttivo una situazione che coinvolge non solo i lavoratori e l'azienda, ma tutto l'Abruzzo».
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