Data: 12/12/2020
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO |
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Torna la zona rossa, solo per un giorno. Il Tar accoglie la richiesta di palazzo Chigi e ministero della Salute sospesa ordinanza di Marsilio: negozi e scuole chiusi, regione nel caos. In serata l’annuncio di Speranza: «Da domenica in arancione».
Il governatore: «Volevano lo scalpo». Contagi ancora in calo L’AQUILA Oggi l’Abruzzo si sveglierà di nuovo in zona rossa. Per 24 ore negozi chiusi e didattica a distanza totale nelle scuole. Poi, dalla mezzanotte, un nuovo cambio di colore: si tornerà in arancione. E’ il frutto di quanto accaduto nella surreale giornata di ieri in cui si è raggiunto l’acme dello scontro tra la Regione e il governo, che ha contestato davanti al Tar l’ordinanza con cui il presidente, Marco Marsilio, unilateralmente, con una propria ordinanza, aveva fatto cessare la zona rossa lunedì scorso. Palazzo Chigi e il Ministero della Salute hanno ottenuto lo scalpo che cercavano quando il presidente del Tar, Umberto Realfonzo, intorno alle 19.30, ha ufficializzato di aver accolto la richiesta di sospensiva, fissando l’udienza di merito al 13 gennaio. Una partita che si è giocata sue due tavoli (oltre che sulla pelle di cittadini che rossi sono, sì,ma di rabbia): quello dei giudici amministrativi e quello della Cabina di regia che si è riunita, come ogni settimana, per valutare l’andamento dell’epidemia. Una cosa era chiara dal principio: che l’Abruzzo si è presentato davanti ai tecnici di Istituto superiore di Sanità e Ministero della Salute con indicatori chiaramente arancioni. E forse, maquesta è una ricostruzione di stampa, il presidente del Tar attendeva proprio questa comunicazione. Tanto che si era parlato insistentemente di una sua decisione oggi, cioè a verdetto nazionale acquisito. Invece no. La riunione dei tecnici, a Roma, è slittata dalle 14 alle 16. E questa volta il consueto comunicato del ministro Speranza, anticipo delle ordinanze, è arrivato solo alle 21. Nel caos, intanto, una regione intera, peraltro con unproblema di “notifica” e comunicazioni ufficiali non di poco conto che oggi genererà altra confusione. L’UDIENZA Davanti al Tar, o meglio, in videoconferenza, si sono presentati alle 14 gli avvocati dello Stato e della Regione. Mezz’ora di udienza nella quale è stato cristallizzato uno scontro molto duro. Da un lato il governo che ha mostrato i muscoli su un principio di base: le Regioni non possono assumere provvedimenti unilaterali, men che mai ampliativi. Dall’altro lato la Regione, rappresentata da Stefania Valeri e Marianna Cerasoli, che ha rimarcato il calo degli indicatori che di lì a poco sarebbe stato certificato anche dalla Cabina di regia. Evidenziando che Marsilio ha adottato quel provvedimento anche per evitare che l’Abruzzo potesse rimanere in lockdown per un periodo maggiore del dovuto. Alla fine Realfonzo ha deciso che si possono «autonomamente adottare provvedimenti derogatori solo in senso più restrittivo» e che c’è «la competenza esclusiva del Ministro della Salute a provvedere alla classificazione». Durissimo il commento di Marsilio: «Pochi minuti dopo la pubblicazione della sentenza del Tar, ho ricevuto la telefonata del ministro Speranza che mi trasmette il testo dell’ordinanza che riconosce l’Abruzzo in zona arancione. A partire da domenica. Si consuma così uno di quei capolavori di burocrazia amministrativa che rende le istituzioni incomprensibili ai cittadini. La pervicace azione del governo produce come risultato l’insensato e schizofrenico ritorno in zona rossa, per un giorno, di una regione che da due settimane mostra valori stabilmente arancioni, ormai tendenti al giallo. Incuranti delle conseguenze pratiche nella vita delle persone, pur di poter esibire lo scalpo del reprobo Abruzzo. Mi sento con la coscienza a posto: ho tutelato la salute dei cittadini adottando senza indugio le misure restrittive e ho agito di conseguenza quando i dati mostrano un numero di guariti doppio o triplo dei nuovi contagiati da una settimana, tenendo conto della tenuta economica». Contro Marsilio sia D’Alessandro di Italia viva («La decisione di Marsilio era fuori legge») che il Movimento Cinque Stelle («Ha commesso un grave errore: le norme vanno rispettate »). Ieri, intanto, ancora calo della curva dei contagi: 262 casi su 4.148 tamponi (6,3%), con 4 vittime, meno ricoveri (-10 ordinari, +1 in terapia intensiva) e 750 guariti in più. |
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