Data: 24/02/2024
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO |
|||||||||||
|
|||||||||||
TERAMO Scuolabus strapieni e non revisionati: condannati in due. Un anno a Giovanni Fratarcangeli e Giacomino Di Giacomo Il pm: «Gli autisti hanno confermato in quali condizioni erano i bus»
LA SENTENZA
A distanza di quasi cinque anni e mezzo dalla richiesta di rinvio a giudizio, quando erano già trascorsi tre anni di indagini, ieri, si è concluso il primo grado di giudizio del processo sull'appalto per gli scuolabus alla ditta Fratarcangeli al Comune di Tortoreto. Una maxi inchiesta, coordinata dal pm Davide Rosati, che si è poi divisa in più filoni e ha riguardato anche Teramo e pure Silvi, ma solo come parte lesa.
LA CONDANNA
Ad essere condannati per frode nelle pubbliche forniture ad un anno di reclusione e 1.200 euro di multa uno degli amministratori della società di Frosinone, ossia Giovanni, detto Gianni, Fratarcangeli e l'uomo che per gli inquirenti era il suo referente locale e factotum, Giacomino Di Giacomo. Assolti, invece, gli altri tre imputati così come da richiesta dello stesso pm Rosati. Si tratta di Angelo Fratarcangeli e Vincenzina Cocco, genitori di Giovanni, pure loro amministratori della società all'epoca dei fatti, e Pasqualina Clementoni, già in pensione, a suo tempo responsabile del settore scolastico per il Comune di Tortoreto.
Al centro dell'inchiesta erano finite le presunte irregolarità contrattuali nella manutenzione e nel rispetto delle norme di sicurezza degli scuolabus fermati in strada a Tortoreto. I reati contestati erano, oltre alla frode nelle pubbliche forniture, anche la falsità materiale commessa dal privato e da pubblico ufficiale in certificati e uso di atto falso e omissione di atti d'ufficio, che secondo la pubblica accusa, «sarebbero stati comunque dimostrati», ha sottolineato il pubblico ministero in fase di requisitoria. Si parla di fatti che si riferiscono ad un periodo compreso tra il 2014 e il 2017.
LE CONTESTAZIONI
In particolare alla società Turismo Fratarcangeli Cocco sas si contestava una presunta frode nelle pubbliche forniture «mediante il sistematico inadempimento delle obbligazioni contrattuali relative alla manutenzione ordinaria dei mezzi scuolabus utilizzati per il servizio, nonché delle dotazioni di bordo degli stessi e degli autisti/assistenti e continue violazioni al codice della strada accertate», con sovraccarico degli alunni, carte di circolazione mancanti, estintori non conformi, cassette di pronto soccorso a bordo non revisionati, chiusura porte inefficienti, revisioni annuali non fatte, ancoraggi del vano autobus rotti e altro ancora. «In fase di dibattimento sono stati sentiti anche gli autisti di quegli scuolabus che hanno confermato in quali condizioni viaggiassero i mezzi», ha sottolineato il pm Rosati. Le segnalazioni c'erano state. Ma i difensori degli imputati della società hanno voluto chiarire che «alcuni mezzi la Fratarcangeli li aveva ricevuti in dotazione dal Comune». È stata la stessa accusa, tuttavia, a chiedere l'assoluzione perché il fatto non costituisce reato per Clementoni e l'assoluzione, invece, per non aver commesso il fatto per Cocco e Angelo Fratarcangeli. Con due sole richieste di condanna ad un anno e 8 mesi ed un anno e 6 mesi di reclusione rispettivamente per Giovanni Fratarcangeli e Giacomino Di Giacomo.
|
|||||||||||
www.filtabruzzomolise.it ~ cgil@filtabruzzomolise.it |