Data: 01/07/2022
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Sull'obbligo di mascherine decide il datore di lavoro. Ciascuna azienda privata deve mettere a disposizione le Ffp2 per i dipendenti
Decade l'obbligo generalizzato della mascherina sul posto di lavoro nel settore privato. Sarà ora il datore a imporre l'uso della Ffp2 - e non più quindi la semplice chirurgica - ai lavoratori impiegati in mansioni a rischio contagio. È, questa, la decisione più importante contenuta nel nuovo protocollo per la sicurezza anti-Covid sul lavoro nel privato, firmata ieri sera dai rappresentanti dei ministeri con le parti sociali. Il protocollo, in vigore con le nuove regole da oggi e fino al 31 ottobre, prevede anche la proroga e l'incentivazione allo smartworking. E conferma altre misure di sicurezza, come il contingentamento negli spazi comuni delle aziende, la sanificazione e il divieto di recarsi al proprio impiego con una temperatura corporea superiore a 37,5°C.A spingere Governo, associazioni datoriali e sindacati a continuare con le misure di sicurezza sul lavoro e a puntare sulla mascherina filtrante Ffp2, ci sono i timori per l'impennata dovuta alla contagiosissima sottovariante Omicron 5, che sta dilagando in tutta Italia e anche in Abruzzo. In crescita, oltre ai casi, ci sono già anche i ricoveri e i decessi. Lo certificano ora anche i dati della Fondazione Gimbe.LE MASCHERINE, COSA CAMBIANei luoghi chiusi, in quelli aperti al pubblico o dove non si può rispettare il distanziamento di un metro, «l'uso delle mascherine Ffp2 rimane un presidio importante per la tutela della salute dei lavoratori ai fini della prevenzione del contagio», come si legge nel protocollo, che non impone direttamente l'obbligo di usare il presidio, ma delega l'imposizione ai datori di lavoro nelle situazioni da loro giudicate a rischio. Prevede infatti che «il datore di lavoro assicura la disponibilità di Ffp2 al fine di consentirne e impone ai lavoratori l'utilizzo nei contesti a maggior rischio e, comunque, in tutti gli ambienti di lavoro e in tutte le aree aziendali, senza alcuna esclusione, dove non sia garantito il mantenimento della distanza interpersonale di almeno un metro quale misura organizzativa di prevenzione dei contagi e quale obbligo che incombe per tutte le persone che, a qualsiasi titolo, si trovano in tali ambienti o in tali aree (ad esempio fornitori, appaltatori, utenti, clienti, ecc)». Inoltre, per il protocollo «il datore di lavoro, in collaborazione con il medico competente, anche sulla base delle specifiche mansioni e dei contesti lavorativi, individua particolari gruppi di lavoratori ai quali fornire adeguati dispositivi di protezione individuali (Ffp2), avendo particolare riguardo ai soggetti fragili sulla base di valutazioni del medico competente». ANCORA LO SMARTWORKINGC'è poi il capitolo smartworking. Nel protocollo si specifica che «pur nel mutato contesto e preso atto del venir meno dell'emergenza pandemica, si ritiene che il lavoro agile rappresenti, anche nella situazione attuale, uno strumento utile per contrastare la diffusione del contagio da Covid-19, soprattutto con riferimento ai lavoratori fragili, maggiormente esposti ai rischi derivanti dalla malattia». Le norme per i lavoratori fragili rimarranno in vigore fino al 31 dicembre 2022.LE ALTRE REGOLEIl protocollo anti-Covid, inoltre, vieta di entrare nel proprio luogo di lavoro, dove può essere misurata la temperatura corporea all'ingresso al personale, se si ha più di 37,5°C. Per il datore di lavoro resta poi l'obbligo di installare dispenser con igienizzante per le mani e di pulire giornaliere i locali, ma anche di sanificarli periodicamente e dopo ogni caso di positività tra il personale. Il protocollo impone poi un'altra misura di sicurezza: «L'accesso agli spazi comuni, comprese le mense aziendali, le aree fumatori e gli spogliatoi è contingentato, con la previsione di una ventilazione continua dei locali e di un tempo ridotto di sosta all'interno di tali spazi. Occorre provvedere all'organizzazione degli spazi e alla sanificazione degli spogliatoi, per lasciare nella disponibilità dei lavoratori luoghi per il deposito degli indumenti da lavoro e garantire loro idonee condizioni igieniche sanitarie». Il protocollo spinge anche per orari di ingresso e di uscita scaglionati dei lavoratori. L'IMPENNATA E I TIMORIA spingere verso la proroga delle misure di sicurezza anti-Covid è l'impennata di tutti gli indicatori del virus e i timori per le prossime settimane. L'Organizzazione Mondiale della Sanità si aspetta infatti «alti livelli» di Covid-19 que't'estate in Europa e ha chiesto un attento monitoraggio del virus dopo che i casi giornalieri sono triplicati nell'ultimo mese.Il nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe, poi, rileva in Italia «un'impennata» di nuovi casi settimanali, cresciuta del 50,4% in una settimana, andata di pari passo a una crescita del 24% dei tamponi effettuati. Mentre in Italia sono oltre 770mila gli attualmente positivi, un numero «largamente sottostimato per il massiccio utilizzo dei tamponi fai-da-te», sottolinea il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta. La crescita dei casi si riflette già sul fronte ospedaliero, facendo segnare un rialzo settimanale del 25,7% dei ricoveri in area medica e del 15% in terapia intensiva. Ma a crescere, del 16,3%, sono anche i decessi. E resta elevato anche il numero dei casi giornalieri: in Italia 83.274 in 24 ore rilevati per mezzo di 296.030 tamponi, con il tasso di positività al 28,1%. Le vittime sono 59. I pazienti in terapia intensiva sono 261, 13 in più. I ricoverati nei reparti ordinari sono 6.592, in aumento di 338. |
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