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Data: 25/08/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Stazione, i comitati al Comune «Serve subito un'altra viabilità» Apprensione e malcontento nei quartieri Sacro Cuore e Gammarana: «L'apertura di Globo e Gabrielli ci farà morire di traffico».

L'amministrazione punta a un sottopasso, ma devono finanziarlo i privati


TERAMO Niente di nuovo sul fronte della stazione, verrebbe da dire parafrasando il titolo di un celebre romanzo. Il progetto di arretramento dello scalo, di cui si parla da anni, è ancora sulla carta, condizionato da un nodo finanziario-urbanistico difficile da districare. Le Ferrovie, infatti, prima di arretrare la fermata dei treni - operazione che ha un suo costo - vogliono monetizzare. Possono farlo, scheda del Prg alla mano, vendendo l'area attigua alla stazione, dove sono previsti fino a 20mila metri cubi residenziali e 10mila commerciali, e ne ricaverebbero due milioni. Ma l'attuale amministrazione valuta eccessivi i volumi previsti, teme che creino una sorta di "muro" tra viale Crispi e la Gammarana. Da oltre un anno è stato avviato un confronto Comune-Rfi, fatto finora di appuntamenti quasi tutti saltati. Insomma, nessuna delle due parti sembra avere fretta. Eppure se a Teramo c'è un problema incombente, che rischia di esplodere in mano all'amministrazione cittadina, è quello della viabilità a ridosso dello scalo ferroviario. C'è poco da girarci intorno: quando nelle ex aree industriali Adone e Villeroy apriranno i grandi insediamenti a destinazione mista (soprattutto commerciale, ma anche residenziale e di servizi) di Globo e Gabrielli, il traffico in quella zona - già appesantito dall'apertura dello svincolo del Lotto zero alla Gammarana - è destinato al collasso se la viabilità resterà quella attuale.I cittadini dei quartieri Stazione e Gammarana lo sanno bene, e ovviamente lo sanno bene anche i rappresentanti dei comitati espressione di quei quartieri. Che non le mandano a dire al Comune, accusato di non considerare abbastanza il problema o comunque di non muoversi con sufficiente celerità e determinazione per risolverlo. Siriano Cordoni, presidente del comitato Stazione-Sacro Cuore, ricorda: «Nel novembre scorso il nostro comitato di quartiere, insieme a quelli San Berardo e Gammarana, ha presentato alla città una proposta d'intervento sull'area della stazione, elaborata dall'ingegnere Domenico Di Baldassarre, alla quale hanno poi aderito altre associazioni integrandola con il progetto di una pista ciclabile nel quartiere San Berardo. Il progetto prevede un modesto arretramento della fermata del treno per aprire un nuovo collegamento viario tra viale Crispi e via Aeroporto, ma anche un sistema di piste ciclabili che connetta la Stazione con il centro della città e un passaggio pedonale riservato agli studenti della scuola D'Alessandro. Ebbene», sbotta Cordoni, «proprio ora che il Governo dà finanziamenti per la mobilità ciclabile, i nostri amministratori non prendono in considerazione questo progetto. Noi lo abbiamo portato a tre assessori - Di Padova, Cavallari e Verna - senza avere neanche una risposta. E non siamo mai stati ricevuti dal sindaco. Ma l'emergenza incombe. Quando aprirà Globo, e poi Gabrielli, rimarremo bloccati: la rotondina tra viale Crispi, via Aeroporto e via Fonte Regina non ce la farà ad assorbire il traffico. Un'amministrazione lungimirante deve anticipare l'emergenza, non subirla».Di scarsa lungimiranza del Comune parla anche Alfonso Marcozzi, presidente del comitato della Gammarana. «La viabilità», dice, «è l'elemento cardine del processo. E invece il problema dell'aumento del volume di traffico, da noi evidenziato già anni fa, non è mai stato preso in considerazione. Qui non c'è una visione, come al solito ogni assessore va per conto suo. Il progetto iniziale di arretramento della stazione, che ha già qualche anno, secondo noi è valido. Il problema è che, a quanto pare, resterà nel libro dei sogni. Un'altra cosa vogliamo sottolineare: qui non si ragiona mai della qualità architettonica. Il volume che ha realizzato Globo è inguardabile, un amministratore pubblico non dovrebbe consentire una cosa del genere. E lo stesso temo succederà con Gabrielli, che - giustamente, dal suo punto di vista - darà la priorità all'insediamento commerciale rispetto all'housing sociale previsto nel progetto. Sono certo che vedremo un altro "scatolone" di cemento con un parcheggio davanti, e la pista ciclopedonale verrà rovinata. Come comitato chiediamo che l'intervento nell'area ex Villeroy sia di qualità, perché certe cose rimangono nel tempo».A proposito di Gabrielli: dall'amministrazione comunale fanno sapere che il gruppo, con gli oneri di urbanizzazione, dovrebbe farsi carico di finanziare un sottopasso carrabile che, passando sotto i binari, colleghi la Gammarana a viale Crispi all'altezza di via Marozzi. La stessa opera avrebbe dovuto finanziarla anche Globo, ma gli oltre 600mila euro di oneri di urbanizzazione versati a suo tempo dalla ditta della famiglia Di Nicola non sono più disponibili, essendo stati utilizzati per altri scopi dall'amministrazione Brucchi. Globo, dunque, non sarebbe più di questa partita, anche se il condizionale è d'obbligo perché il Comune continua a trattare con i vertici della ditta e alla fine ci potrebbe anche essere un loro ripensamento. Le domande che è lecito porsi, su questo sottopasso, sono diverse: sarà risolutivo per adeguare la viabilità nella zona? Se Globo non compartecipa, ce la farà il gruppo Gabrielli da solo a finanziarlo? Ci sono gli spazi sufficienti per realizzarlo? E quali accorgimenti dovranno essere adottati su viale Crispi per evitare di congestionare ulteriormente quella che già è una delle strade più trafficate della città?Per ora non ci sono risposte. Le certezze, al momento, sono due, e non trascurabili: la prima è che il tempo comincia a stringere - Globo dovrebbe inaugurare il suo nuovo negozio entro la prossima Pasqua, mentre per Gabrielli i tempi sono più lunghi perché prima di costruire il gruppo deve procedere alla bonifica dell'area ex Villeroy - e la seconda è che tra i residenti di una zona tra le più popolose e vivaci della città ci sono apprensione e malcontento.

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