Data: 30/04/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Sevel, un altro stop per sanificare gli armadi Il 2 maggio la fabbrica si ferma ancora per rafforzare le misure di sicurezza. La Fiom: sbagliato ripartire
ATESSA Sevel sospende l'attività lavorativa il prossimo 2 maggio. Lo ha comunicato la direzione aziendale ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali specificando che la fermata sarà coperta da cassa integrazione e che la giornata di stop produttivo sarà impiegata per rafforzare le procedure di sicurezza e di sanificazione dello stabilimento. In particolare, previa comunicazione, verranno svuotati gli armadietti degli spogliatoi in cui erano rimasti gli effetti personali dei dipendenti dal giorno della chiusura, il 17 marzo scorso. Gli armadietti saranno quindi puliti, igienizzati e riassegnati. Il fermo non interesserà i circa 200 lavoratori Ckd (lavorazioni per il Messico). Intanto, nello stabilimento dei furgoni commerciali si lavora dal 27 aprile scorso. La fabbrica ha subito, nelle precedenti settimane, una imponente operazione di messa in sicurezza anti Covid e di riorganizzazione delle postazioni per assicurare il distanziamento di un metro tra i dipendenti. Il risultato, con una messa in campo senza precedenti di dispositivi e misure di sicurezza impiegate, tra cui i termoscanner all'ingresso, è stato apprezzato da lavoratori e sindacati. Martedì scorso sono stati prodotti 800 furgoni (sui 1.200 a regime normale) con l'impiego di circa 5.300 dipendenti rispetto agli oltre 6mila normalmente utilizzati. La produzione procede al 30% in meno.«È stato un errore aver anticipato la ripartenza di Sevel e di altre attività produttive», sostiene invece la Fiom, «speriamo che la Regione Abruzzo, che ha dato parere favorevole alla riapertura anticipata, abbia fatto tutte le valutazioni rispetto all'andamento dell'epidemia nei nostri territori. La Regione deve garantire che vengano effettuati i test per monitorare e prevenire la diffusione del virus e isolare immediatamente eventuali focolai. Questa volta, se il virus dovesse accentuare la sua azione di contagio, oltre al danno per la salute, si rischia di mettere la parola fine al nostro tessuto produttivo». Per la Fiom particolare attenzione va dedicata al trasporto pubblico, alle piccole imprese non sindacalizzate dove non sempre è possibile applicare stringenti norme di sicurezza, e sui lavoratori cosiddetti fragili.
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