ATESSA La Sevel è pronta a ripartire in qualsiasi momento. E' quanto la direzione aziendale ha comunicato alle rsa di stabilimento. Il riavvio produttivo avverrà «non appena un decreto del Governo dovesse dare il via libera al settore automobilistico. Stessa cosa se dovesse intervenire la Prefettura ad autorizzare determinate produzioni, così come sta accadendo per diverse realtà industriali della Val di Sangro». Perché la Fabbrica del Ducato - e a dirlo sono i sindacati - è esempio nazionale per l'applicazione delle misure anti Covid 19. Tra Fca e Fiom, Fim Uilm, Uglm e Aqcfr è stato sottoscritto un protocollo, «uno dei più completi e dettagliati - fa presente Nicola Manzi, della segreteria Fim Chieti-Pescara - in ambito industriale in Italia, tanto che il caso Sevel viene preso ad esempio in altre realtà del pianeta Fiat e non solo. Ogni minimo dettaglio è stato studiato e valutato da un team di specialisti, tra cui il noto virologo Roberto Burioni, dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano». Prima dell'apertura dei cancelli, tra le numerose misure intraprese, sono stati sanificati 100mila metri quadri di aree dell'azienda con 113 cicli di pulizia aggiuntivi e l'introduzione di prodotti specifici (igienizzanti, saponi più aggressivi per i microrganismi, kit per le pulizie etc). Sono state distanziate, per garantire almeno un metro tra i lavoratori, 46 postazioni e la velocità della linea è stata ridotta del 30%. Sono stati aggiunti 45 minuti a disposizione per il tempo totale delle pause mensa e installati 15 dispenser di gel sanificante nelle aree relax e sotto le mense. In queste ultime aree sono stati eliminati 220 posti per garantire un efficace distanziamento durante i pasti. A ogni lavoratore sarà inoltre consegnato un kit personale che comprende due mascherine chirurgiche e un paio di guanti in nitrile per ogni giornata e un paio di occhiali al mese. All'ingresso ci sarà la misurazione della temperatura attraverso termo-scanner e termometro manuale a distanza. Prevista anche una attività di informazione ai dipendenti che verrà effettuata tramite l'utilizzo di WhatsApp, mail e portale aziendale. «Ma - riprende Manzi - bisognerà lavorare anche sul trasporto pubblico e, per questo, abbiamo tirato in ballo Asl e Regione». Mentre in Sevel quindi si aspetta la cosiddetta fase 2, alla Faist, piccola realtà della zona industriale di Lanciano, si continua a lottare. A febbraio è stata stoppata e trasferita la produzione con i 16 lavoratori dipendenti che si sono ritrovati senza lavoro. «Ma - scrive la Fim Cisl - negli ultimi giorni un primo risultato è stato ottenuto e cioè sono stati scongiurati i licenziamenti per questo fine settimana». E ciò grazie alla Regione ma anche all'interessamento del Pd e in particolare di D'Alfonso e di Paolucci.