Data: 11/05/2024
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Semafori, le multe sono 80mila Il Pd: telecamere non omologate
PESCARA «Chiedo a lei di verificare l'idoneità dei dispositivi in corso di utilizzo da parte del Comune di Pescara». Con questa frase, contenuta in una lettera inviata dal consigliere regionale Pd Antonio Blasioli al prefetto Flavio Ferdani, si mette a rischio il sistema T-red con le telecamere ai semafori del centro che, dal 2020, ha portato a 80mila multe per oltre 20 milioni di euro. Una lettera fotocopia è stata inviata anche al sindaco Carlo Masci di Forza Italia. Il caso delle multe ai semafori entra nella campagna elettorale per le comunali dell'8 e 9 giugno e diventa uno dei temi più scottanti. PIù GIALLO E proprio lunedì scorso, il dirigente comunale Giuliano Rossi ha firmato un'ordinanza per allungare di un secondo il giallo ai semafori sorvegliati dalle telecamere, da 4 secondi a 5: «L'esperienza maturata nel corso degli anni, per mezzi pesanti e autobus», dice l'ordinanza, «indica che la tempistica vigente non è adatta per far arrestare o attraversare in sicurezza l'intersezione da parte degli stessi». E allora, «al fine di evitare la caduta dei passeggeri», il giallo è stato prolungato di un secondo. OMOLOGATO? «Con la sentenza 10505 del 18 aprile, la Corte di Cassazione ha stabilito che le multe per eccesso di velocità rilevate dagli autovelox non sono da ritenersi valide qualora l'apparecchio non sia omologato», dicono Blasioli e il consigliere comunale Piero Giampietro, «Il fulcro della sentenza della Cassazione sta nell'aver chiarito la distinzione tra approvazione ministeriale e omologazione degli autovelox, sottolineando come entrambe siano necessarie affinché le multe siano valide. E, come confermano fonti dello stesso ministero, la maggioranza dei dispositivi utilizzati in Italia non ha ottenuto l'omologazione. Non farebbero eccezione i "velocarRed&speed Evo" installati agli incroci di via Enzo Ferrari/via Michelangelo, via Tirino/strada Colle Renazzo, via Tiburtina/via Stradonetto, corso Vittorio Emanuele II/piazza Italia, viale D'Annunzio/via Conte di Ruvo, piazza Le Laudi/viale Primo Vere, mentre per quanto riguarda i due autovelox di via di Sotto e strada Colle Renazzo, l'assenza di omologazione è stata sancita da diverse sentenze del giudice di pace e del tribunale di Pescara. Chiediamo quindi al prefetto e al sindaco, se la pronuncia della Cassazione riguardi anche i "Velocar Red &Speed evo" installati ai semafori di Pescara, dove sono impiegati non nella rilevazione della velocità ma del passaggio col rosso, arresto oltre la linea e cambio di corsia. Occorre sapere al più presto se questi dispositivi sono omologati».RICORSI A RAFFICA Se la pronuncia della Cassazione si applicasse anche ai T-red di Pescara, le sanzioni comminate dopo il 18 aprile, data in cui è stata depositata la sentenza, tutti quelli che decidessero di presentare ricorso potrebbero ottenere l'accoglimento. «Esito che», prevede il Pd, «avrebbe ripercussioni anche sulle finanze del Comune, tenuto ad assicurare la difesa dell'ente e probabilmente a rimborsare marche da bollo e spese legali a favore della parte vincitrice. E dire che sarebbe bastato ammettere di aver preso una cantonata e tornare sui propri passi senza costringere gli automobilisti a lunghi e dispendiosi (almeno nella prima fase) iter giudiziari per vedersi tutelati».«RISCHIO BUCO» Blasioli e Giampietro attaccano l'amministrazione Masci: «Il Comune di Pescara è senza dubbio a conoscenza del fatto che potrebbe, stando alla sentenza della Corte di Cassazione, stare impiegando dispositivi non idonei, nel caso in cui non fossero omologati; per quale motivo allora vengono tenuti in funzione? È stata fatta una verifica? In caso contrario», si chiedono, «perché il Comune continua a pagare il canone mensile alla ditta che li ha forniti col rischio che non siano ritenuti idonei all'utilizzo?». Il Comune ha un contratto fino al 2025 con la ditta Cross control di San Benedetto del Tronto. «E soprattutto», continua il Pd, «considerato che gli introiti previsti nel bilancio del 2024 dalle violazioni al Codice della strada ammontano a 11 milioni di euro (una somma costituita per lo più proprio da queste violazioni rilevate elettronicamente), l'amministrazione sa che, nel caso in cui fosse dimostrata la non omologazione, oltre agli esborsi per la difesa dalle impugnazioni dovrà far fronte ad una previsione di entrata che difficilmente troverà effetti?». |
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