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Data: 16/02/2021
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Scuole chiuse fino al 28 febbraio. Altri 308 contagi nel Pescarese. Aperti solo gli asili nido. Stop alle lezioni in città, a Montesilvano, Città Sant'Angelo e Spoltore. Il rientro in classe per gli 11mila studenti è previsto il 1° marzo

PESCARA Le scuole dell'infanzia, elementari e medie rimarranno chiuse fino al 28 febbraio, in continuità con la zona rossa. Il rientro in classe per 11mila studenti dei 10 comprensivi comunali, che nel frattempo faranno didattica a distanza, è previsto per lunedì 1° marzo. Rimarranno aperti gli asili nido: il virus tocca marginalmente quella fascia di età, a detta degli esperti. È la decisione, preceduta da un coro di no alla riapertura da destra a sinistra e dai sindacati, è emersa dopo il vertice online, convocato ieri alle 18 dal prefetto Giancarlo Di Vincenzo, con il sindaco di Pescara Carlo Masci e i colleghi di Montesilvano, Città Sant'Angelo e Spoltore, Ottavio De Martinis, Matteo Perazzetti e Luciano Di Lorito, che applicheranno lo stesso provvedimento sui loro territori; i vertici sanitari, il manager Asl Vincenzo Ciamponi e l'infettivologo Giustino Parruti, direttore del Covid hospital, il questore Luigi Liguori, il colonnello della Guardia di Finanza, Vincenzo Grisorio, l'assessore alla Pubblica istruzione Gianni Santilli, i vertici delle istituzioni scolastiche provinciali. Il dispositivo di chiusura sino al 28 febbraio si allinea con la zona rossa imposta dall'ordinanza regionale firmata venerdì scorso dal governatore Marco Marsilio. Troppo veloce la diffusione del virus, troppo alto il numero dei contagi: ieri a Pescara altri 105 casi, non lontano dal record di 115 di inizio febbraio, 308 in provincia con 67 positivi di età inferiore ai 19 anni e 3 decessi. Troppo «preoccupante l'espansione del contagio», a detta degli esponenti del comitato tecnico scientifico, tra cui il professor Parruti, che si sono espressi durante la conference call durata un'ora. Così è stato deciso: le scuole non potevano essere riaperte domani come previsto inizialmente, dopo la chiusura decretata l'8 febbraio scorso dal sindaco Masci, in netto anticipo sui tempi dell'attuale esplosione pandemica. E non potevano essere riaperte neppure dopo lunedì 21 febbraio, al completamento dei tamponi per 5.250 bambini delle primarie, come era nelle intenzioni di Masci. Che così commenta: «La situazione che ci è stata illustrata dai medici è delicatissima, molto preoccupante, perché la variante inglese del Covid ci sta colpendo in maniera importante e il mondo della scuola può rappresentare un veicolo importante di espansione sia in entrata che in uscita, nel senso che i bambini possono inconsapevolmente contagiare familiari e anziani o, al contrario, portare il virus a scuola. Dobbiamo provare a fermare la pandemia e questo è il modo di farlo. Ci allineiamo quindi alla "zona rossa" regionale, perché la Asl ci ha chiesto espressamente questa misura, confermando quindi che la decisione assunta prudenzialmente dal Comune di Pescara dieci giorni fa fosse quella giusta, anticipatoria delle indicazioni che oggi ci sono state trasferite». «Abbiamo fatto bene», prosegue Masci, «a richiedere un'altra riunione e non fermarci alle decisioni di sabato quando pensavamo di poter tornare in presenza. Oggi Parruti ci ha segnalato che la situazione si è evoluta in peggio». Il "no" alla riapertura delle scuole, prima di aver concluso gli screening sulle primarie, è arrivato anche dalle organizzazioni sindacali Flc Cgil, Cisl scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Unam, dirette da Nicola Trotta, Elisabetta Merico, Fabiola Ortolano, Pamela Nardicchia e Patrizia Vaini.

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