ROMA Il governo è fiducioso: l'accordo sul trasporto pubblico locale si troverà e le scuole potranno riaprire il 14 settembre. Tra i governatori c'è chi, come il presidente della conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, tenta di trovare una sintesi tra le rimostranze dei colleghi secondo i quali con le direttive del Comitato tecnico scientifico (Cts) sulla capienza dei mezzi, gli studenti non potranno andare a scuola. E con la necessità di trovare un compromesso. La trattativa, sottotraccia, sta proseguendo e lunedì ci sarà il vertice decisivo.
LA RIVOLTA Nelle Regioni sta prendendo però forza anche la posizione in base alla quale, in questa situazione, il 14 settembre non parte l'anno scolastico. Già Sardegna e Puglia avevano deciso di far cominciare le lezioni dopo una settimana. Vincenzo De Luca, governatore della Campania, ha detto «che in queste condizioni è impossibile aprire le scuole il 14». Ora anche Marco Marsilio, governatore dell'Abruzzo, dice che è pronto a fare slittare di una settimana la prima campanella: «Mi pare evidente che non ci sia nulla di pronto, a me arrivano richieste, da parte di tutti i sindaci, anche di centrosinistra, di prendere tempo. Non vedo cosa ci sarebbe di scandaloso: c'è comunque l'appuntamento elettorale, che senso ha aprire in fretta e furia, per poi richiudere?».
Cosa manca a un accordo sulla ripartenza del trasporto pubblico locale? Il Cts l'altro giorno ha fatto alcune concessioni: sul metro di distanza da garantire sui mezzi non è arretrato, ma ha proposto di installare dei separatori tra i sedili in materiale morbido in modo da ridurre i rischi di contagio. In ogni caso il governo pensa di poter arrivare a un tasso di riempimento dell'80 per cento di bus e metro.
La ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli, che conferma i passi avanti nella trattativa e l'obiettivo dell'80% («abbiamo un tasso di pericolosità del Covid ancora sotto controllo»), per rendere più elastiche le norme del Cts ha ipotizzato di considerare «congiunti» i compagni di classe, mentre per i tragitti inferiori a una durata di 15 minuti ha proposto di accettare il viaggio a piena capienza. Ma l'obbligo della mascherina sui mezzi dovrà essere fatto rispettare in modo rigoroso. Morale: si arriverà a compromesso sull'80 per cento, appunto, come tasso di riempimento di bus, metro e treni. Tanto più che il governo è pronto a soddisfare la richiesta dei Comuni di 200 milioni aggiuntivi per potenziare il trasporto pubblico locale.
L'INCONTRO Mentre è ancora aperta la trattativa sui trasporti, si è chiusa positivamente quella sul protocollo unico nazionale per gestire, in base alle indicazioni dell'Istituto superiore della sanità (Iss), gli eventuali contagi nelle scuole. La conferenza unificata Stato-Regioni convocata dal ministro Francesco Boccia e a cui hanno partecipato Lucia Azzolina (Scuola), Roberto Speranza (Salute) e vari governatori guidati dal presidente Bonaccini, ha approvato «all'unanimità» il documento dell'Iss. Con una raccomandazione: fare in modo che ogni scuola definisca come attivare la didattica a distanza (per classe o per struttura scolastica), in caso di un focolaio che ne imponga la realizzazione.
Boccia ha commentato soddisfatto l'accordo: «La scuola partirà in sicurezza e la sicurezza sanitaria negli istituti scolastici era una priorità assoluta per il Paese. Con il lavoro congiunto, la massima e leale collaborazione tra il governo, le Regioni e gli Enti locali, oggi abbiamo ottenuto un grande risultato». Segue appello affinché scattino immediatamente i tamponi quando, a lezioni iniziate, vi fosse qualche caso sospetto di Covid-19 tra gli alunni: «Sicurezza significa interventi immediati delle Asl, dei medici, degli infermieri. E soprattutto tamponi per tutti coloro che ruoteranno attorno al contagiato: docenti, compagni, familiari. Questo perché, appunto, dobbiamo garantire nelle scuole il massimo della sicurezza. Quando c'è un contagio si interviene immediatamente. Il governo è pronto a uno sforzo immane».
In arrivo anche 80mila nuovi docenti a tempo indeterminato: il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, ha firmato ieri il decreto.