Il tabaccaio fa i conti con la modernità e gli inevitabili cambiamenti del mercato. Così capita che nella giungla delle nuove disposizioni, ci sia chi sceglie di non vendere più i biglietti dell'autobus. Il che si traduce in un servizio in meno per la cittadinanza, cosa che pesa se le tabaccherie sono poche in zona, come accade a Villa Raspa, dove è diventato difficile comprare un biglietto del bus al volo. Così tocca organizzarsi o comprarlo a bordo, dove costa di più: 1,50 euro invece di 1,20. «Non mi conviene più - commenta un tabaccaio della zona -. È diventato tutto più complicato. Non voglio dire di tornare a prima, con rifornimenti era quasi porta a porta e pagamento alla consegna, ma adesso fra bonifico con costo a carico nostro, i biglietti che arrivano dopo 72 ore e la riduzione della percentuale di guadagno dal 6 per cento al 4 per cento, sinceramente è troppo. Come me sono tanti i colleghi che hanno fatto questa scelta». Dalla Federazione italiana tabaccai ribattono che la scelta di pochi singoli non può danneggiare l'immagine della categoria. «Siamo in continua evoluzione, ci adeguiamo ai tempi - afferma Antonio Carestia, il presidente provinciale -. L'iter è stato avviato da tempo, facciamo riferimento a una società di distribuzione centralizzata, basta registrarsi sul sito. Certo, aderire è una scelta, i singoli rivenditori non possono essere obbligati». Dai ribelli anche la preoccupazione di pagare un ordine che potrebbe arrivare incompleto. «Ma quando mai - ribatte Antonio Carestia -. È tutto tracciato e se si dovesse rompere un plico nel trasporto si calcola la differenza. Ribadisco, abbiamo un servizio capillare».