Data: 12/11/2023
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO |
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«Sanità e infrastrutture ecco le nostre priorità» «La linea ferroviaria Roma-Pescara obiettivo che non possiamo fallire»
Recuperare i ritardi sulla Sanità, fare chiarezza in tema di infrastrutture, invertire il trend su spopolamento e disoccupazione, promuovere la partecipazione. Sono alcuni dei punti contenuti nel progetto portato avanti da Luciano D'Amico, candidato alla Presidenza della Regione per il Patto per l'Abruzzo.
Come procede la campagna elettorale e cosa è emerso dall'ascolto sui territori?
«Sono già da ora colpito dalla fiducia e dall'entusiasmo che ci accompagna. Deriva sicuramente anche da una grande voglia delle abruzzesi e degli abruzzesi di sentirsi protagonisti. Il cambiamento passa in primo luogo da un cambiamento di approccio rispetto a quello a cui abbiamo assistito in questi anni. Potere come possibilità di contribuire, incidere, decidere, non subalternità».
Le sue proposte sulla Sanità? «In generale la nostra proposta è un cantiere aperto: abbiamo inaugurato il lavoro di tavoli sul programma, si definirà attraverso un'interlocuzione autentica e serrata con i corpi intermedi, le cittadine e i cittadini. Nella partecipazione crediamo davvero, lo riteniamo un valore aggiunto. Il nostro orientamento nasce dalla volontà di valorizzare il policentrismo dell'Abruzzo, la sua natura di insieme e rete di comunità piccole e medie. Vale in tutti gli ambiti. Nella Sanità vanno recuperati alcuni ritardi gravi che si sono accumulati in questi anni, su tutti quelli che riguardano la mobilità passiva e la diminuzione delle prestazioni che arriva dal 2018 al 16 per cento nonostante siano con la pandemia aumentati gli investimenti. L'insostenibilità delle liste d'attesa è del resto evidente agli abruzzesi che hanno o hanno avuto bisogno di cure e accertamenti sanitari. Poi attraverso le strutture ospedaliere e i servizi sul territorio occorre fare in modo che il diritto alla salute sia garantito ovunque».
Quali azioni intende mettere in campo per risolvere le questioni ancora aperte sul tema delle infrastrutture?
«Le infrastrutture più recenti della nostra regione hanno cinquant'anni, in alcuni casi si arriva a 150. È preoccupante poi che sui principali progetti si riscontri confusione: non sappiamo se e come verrà finanziata la velocizzazione della ferrovia Roma-Pescara, la durata dei cantieri sulla A14 cambia di continuo, il che equivale a dire che è ignota, per citare solo alcuni casi. Nel caso della A14 ho avanzato di recente la proposta di un ristoro che riequilibri la situazione di grave disagio che vivono cittadini e imprese. È sorprendente che non sia stato pensato nulla di simile. C'è da lavorare per uscire da una certa periferia delle decisioni a cui non dobbiamo sentirci condannati. L'Abruzzo va governato attraverso la Regione, ma credo che attraverso la Regione vada anche adeguatamente rappresentato. Il caso della Roma-Pescara è emblematico, è un'occasione che non si può perdere, per questo le recenti incertezze sono preoccupanti».
Come si può rilanciare l'occupazione e cosa si può fare per arginare spopolamento e fuga dei giovani?
«Credo che contro lo spopolamento, partendo dalla consapevolezza del nostro policentrismo e prendendone atto come un elemento di forza, si possa fare molto in termini di sviluppo e coesione. Si tratta di coordinare le politiche, le risorse a disposizione, gli strumenti. Quello dei giovani poi è un argomento che mi sta particolarmente a cuore, lavorando da molti anni con e per loro. Le leve che sono a disposizione vanno usate per invertire il trend e i tassi su emigrazione e disoccupazione giovanili, che sono inaccettabili, e dannosi per la collettività: un giovane che emigra e che non lavora qui è una risorsa, di energia, di entusiasmo, di idee, che viene persa».
Cosa ne pensa del governo degli ultimi 5 anni?
«È evidente che candidandomi con il sostegno degli avversari, dei progressisti, la mia valutazione da cittadino sia di insoddisfazione. Credo che molte opportunità siano state perdute, con l'aggravante di essere nel pieno di una fase storica in cui la disponibilità di risorse è senza precedenti. Ora è importante guardare avanti, far valere i nostri progetti, la capacità di fare rete e innovazione anche per recuperare il tempo perduto».
Cosa si aspetta dagli abruzzesi il 10 marzo?
«Che scelgano, in tanti. Vogliamo che le nostre idee e competenze siano i loro strumenti, ma anche che le loro idee lo siano. Aspiriamo ogni giorno a coinvolgerli sempre di più».
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