Data: 17/05/2020
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO |
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Ruolo delle Regioni da rivedere: parte la sfida con i governatori. Sono Lombardia, Molise e Umbria le tre vigilate speciali del ministero
ROMA Il tana libera tutti viene certificato nell'ultimo Dpcm che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte presenta in conferenza stampa nell'usuale orario da prime time televisivo. Tutti d'accordo e tutti contenti, premier e i venti presidenti di regione che da ieri sera hanno iniziato a produrre altre linee guida valide solo nel proprio confine regionale.
E' da tempo che le amministrazioni regionali vengono accusate di avere «tanta gestione e poca responsabilità». Così come molteplici i tentativi di arginare alcune competenze - sanità in testa - che, con un po' di faciloneria e ansia federalista, sono state trasferite nel 2001, con la modifica del Titolo V, in via esclusiva dallo Stato alle regioni. I successivi tentativi costituzionali di correggere la rotta sono falliti. E così l'esperienza che si trae dall'emergenza Covid-19 ieri mattina l'ha riassunta Andrea Orlando, ex ministro e vicesegretario del Pd, partito che a suo tempo fece la modifica del Titolo V e che ha un segretario presidente di regione come Nicola Zingaretti: «Non reggiamo più con venti sanità differenziate dove ognuno va per i fatti suoi». EMERGENZA ALLE SPALLE In serata rafforza il concetto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. «Passata l'emergenza - spiega - dobbiamo riflettere, fare un dibattito pubblico e valutare con tutte le forze politiche se si può migliorare qualcosa su questo tema», ovvero il riparto di competenze con le regioni. Mettere mano ad una riforma costituzionale non sarà però facile. Anche se l'attuale stagione sovranista ha messo in ombra gli anni dell'abbuffata federalista e anche la Lega ha riposto le bandiere del Nord, sui territori regionali si muovono, ormai da anni, interessi e leader che difficilmente accetteranno un ridimensionamento. Senza contare che l'emergenza di questi mesi ha esaltato, sia a sinistra che a destra, alcune personalità che, per bravura o fortuna, sono meglio riuscite ad affrontare l'emergenza sanitaria. Luca Zaia, ex ministro e governatore del Veneto, è l'astro nascente del centrodestra, così come Stefano Bonaccini, presidente dell'Emilia Romagna, è la riserva dei dem. D'altra parte il Pd ha attinto anche di recente nella filiera amministrativa regionale eleggendo segretario Nicola Zingaretti e altri, oltre a Bonaccini, scalpitano. Chiedendo una «riflessione» Conte sembra rivolgersi proprio al Pd, sapendo che il M5S ha invece il problema opposto. Il deficit grillino di amministratori locali, soprattutto regionali, tiene ai margini il Movimento in una stagione dove proprio sulle regioni si abbatterà una pioggia di finanziamenti statali ed europei. In attesa che qualcosa cambi, l'avvio della Fase2 si è caratterizzato per la resa dello Stato centrale che ha rinunciato anche a quel minimo di coordinamento svolto - attraverso il ministro Francesco Boccia - nella fase acuta della pandemia. Nulla si riserva di dire sui modelli organizzativi sanitari regionali che hanno fallito o per essere indirizzati troppo verso il privato o per gli sprechi in opere pubbliche dalla scarsa resa. Il risultato è che la competenza esclusiva lascerà ancora in mano - chissà per quanto tempo ancora - alle regioni le decine di miliardi destinati ad affrontare anche l'eventuale seconda ondata della pandemia che si prevede in autunno. Senza contare le riaperture della Fase2 dovranno fare i conti con la possibile ripresa di focolai epidemici. In Lombardia il virus ha iniziato a circolare ai primi di gennaio. Il 23 gennaio il ministero della Salute inviò una nota a tutti i gestori della sanità lombarda sulla «polmonite da nuovo corona-virus» invitandoli a verificare la disponibilità del materiale protettivo mentre la prima mossa della regione lombarda arriva solo dopo un mese. Ritardi, sottovalutazioni, ma anche forti spinte nel tentativo di evitare quelle chiusure che oggi potrebbero riproporsi, qualora in alcune zone dovesse riaffacciarsi il virus. Anche se ieri sera Conte ha negato ci sia stato uno scarico di responsabilità, trasferire di fatto alle amministrazioni regionali e ai rispettivi presidenti il compito di chiudere dopo aver di fatto aperto anche prima che si conoscessero gli ultimi dati sulla diffusione del virus, formalmente pareggia quella grande mole di competenze assegnate dalla modifica costituzionale del 2001, ma non risolve il problema. Il governo si ritaglia infatti la possibilità di intervenire in caso di emergenza, come è accaduto nella fase acuta della pandemia. Di fatto un intervento ex post, visto che le linee guida della Fase2, dopo il braccio di ferro di venerdì sera, sono state scritte dalle amministrazioni regionali in direzione di una totale riapertura. E così, come nella celebre gag di Gigi Proietti nei panni di avvocato, i governatori potranno prendersi i meriti della riuscita della Fase2, ma gli resterà ancora la possibilità di attribuire al governo la responsabilità, perchè toccherà a palazzo Chigi decretare nuove chiusure. Così come accaduto a febbraio. Sono Lombardia, Molise e Umbria le tre vigilate speciali del ministero ROMA La spia che segnala un livello di allarme moderato si è accesa per la Lombardia: non solo perché l'aumento dei casi positivi non si arresta e, anzi, ieri ha avuto un'impennata rispetto al giorno precedente, ma perché c'è il timore di un «sovraccarico dei sistemi sanitari», sia pure in una situazione di riduzione dell'occupazione dei posti letto. Ma la valutazione del Ministero della Salute e dell'Istituto superiore di sanità, redatta sulla base dei 21 indicatori che servono a vigilare, settimanalmente, sull'andamento dell'epidemia regione per regione, aggiunge nel report: in Lombardia «rimane elevato il numero di nuovi casi segnalati ogni settimana seppur in diminuzione». Per tutti questi motivi, nelle «pagelle» diffuse ieri la Lombardia è una delle tre regioni con il livello moderato di attenzione, che diventa moderato-alto proprio per la parte legata all'impatto sui servizi assistenziali. Download 17 maggio 2020 - il messaggero.pdf |
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