Data: 04/12/2021
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Ribaltata la sentenza del Tar: «Sì alla filovia sulla Strada parco» Il Consiglio di Stato accoglie il ricorso dell'azienda. Tua: cancellato lo stop del tribunale amministrativo Masci: «Possiamo ripartire con slancio per finire l'opera». M
Sospiri: «Accettate le nostre motivazioni» PESCARA I giudici romani del Consiglio di Stato ribaltano l'ultima decisione del Tar di Pescara circa il blocco dei lavori per la realizzazione della filovia sulla strada parco e decretano la ripresa delle attività. In poco più di un mese, due decisioni opposte arrivano dunque dai giudici amministrativi: Pescara accoglie la sospensiva dei lavori proposta dal comitato Strada parco, Roma accoglie invece il ricorso proposto dall'avvocato Carlo Montanino per conto di Tua e respinge l'istanza cautelare di primo grado, facendo esultare la politica locale e regionale.«Le versioni dei progetti approvati e validati dal ministero fino alla terza perizia di variante», commenta il sindaco di Pescara Carlo Masci, «non sono mai state sostanzialmente difformi fra loro, risultando sempre in linea con i contesti ambientali, con i pareri acquisiti dal comitato Via e con il nulla osta rilasciato dal ministero ai fini della sicurezza, sicché il nulla osta sulla terza variante, per le sue oggettive caratteristiche non necessitava di alcuna riedizione delle procedure di valutazione ambientale». «Adesso dobbiamo ripartire con slancio», conclude il sindaco, «perché la situazione del traffico a Pescara chiede pressantemente una risposta valida ed efficace nel trasporto pubblico ecologico». In sostanza il Consiglio di Stato ha accolto due dei tre punti del ricorso proposto da Tua, in relazione alla errata valutazione del fumus boni juris e del periculum in mora. Sposando così la tesi di Tua, secondo la quale la terza perizia di variante «non appare soggetta a valutazione di assoggettabilità» in quanto, come si legge nella relazione allegata al nulla osta tecnico impugnato, «dà atto espressamente e chiaramente», scrive Tua nel ricorso, «che il progetto in variante non si differenzia in modo sostanziale dal progetto definitivo».Per cui, sempre secondo la società di trasporto, le perplessità attengono semmai ad aspetti relativi alla sicurezza «non incidenti sull'impatto ambientale e di qualità della vita». Quanto al periculum in mora, i giudici, anche in questo caso, danno ragione alla ricorrente nel senso che «gli interventi programmati, minimali rispetto all'opera, vanno nel senso della sicurezza della circolazione, della eliminazione delle barriere architettoniche e di migliore fruibilità dei marciapiedi esistenti». Ecco perché, secondo i giudici romani, i lavori possono riprendere in attesa del giudizio di merito del Tar di Pescara che aveva sospeso invece ogni iniziativa per un anno.Nel ribadire l'importanza strategica dell'opera per le città di Pescara e Montesilvano, il presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri plaude alla decisione del Consiglio di Stato che permetterà di fare «piena luce e chiarezza sull'intera vicenda e soprattutto sulle ragioni delle istituzioni coinvolte, Regione, Tua, Comuni di Pescara e Montesilvano, che tendono unicamente a garantire gli interessi e la tutela di un'intera città favorendo l'attivazione di un mezzo di trasporto pubblico di massa veloce e capace di abbattere i livelli di inquinamento in città». «Il comitato», aggiunge Sospiri, «si è aggiudicato il primo round della nuova guerra, attraverso una sentenza del Tar che ha fermato l'intervento, contro il quale ci siamo subito schierati e il Consiglio di Stato ha ora accolto le motivazioni delle parti istituzionali, ribadendo l'assenza di quelle condizioni che, a giudizio del Tar, avrebbero reso necessario lo stop ai lavori. Ora attendiamo il giudizio di merito, ma nel frattempo le opere di allestimento della filovia, a prosecuzione della linea del Bus rapid transport, possono riprendere». Ma la battaglia dei cittadini prosegue. Il Comitato attende la decisione nel merito. «I lavori non possono riprendere»
PESCARA Il comitato Strada parco bene comune non si ferma, dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato. «La battaglia legale continua» e lo studio Di Tonno, annuncia il comitato in una nota, «si riserva di definire la strategia difensiva da portare avanti nel ricorso amministrativo pendente davanti al Tar di Pescara in ordine alla decisione di merito», attesa il 14 ottobre 2022. Ivano Angiolelli, che rappresenta il Comitato, «ribadisce i motivi di preoccupazione, da lunghi anni espressi, in presenza di un vettore a "guida manuale" troppo grande per circolare in condizioni di sicurezza su una carreggiata larga appena sette metri» e sottolinea che «il Consiglio di Stato è stato indotto in un grave errore di valutazione» sui mezzi, «sulla base di una dichiarazione sibillina resa dagli Enti responsabili del procedimento». Per il comitato, poi, «i lavori non potranno riprendere, in ogni caso, per almeno tre ordini di motivi». Il primo è che «il direttore dei lavori, Bellafronte Taraborrelli, detto Tino, ha redatto un computo metrico estimativo che prevede la spesa di 14,677 milioni di Euro per rendere il tracciato riservato pienamente conforme al TPL, dopo aver dichiarato alla Sezione Nazionale di Controllo della Corte dei Conti che le opere fossero complete al 98 per cento a marzo 2017. In relazione a ciò, con determina dirigenziale del 29 settembre scorso, la Regione Abruzzo ha stabilito che occorrerà approvare una quarta e ultima perizia di variante. A fronte di un titolo ambientale scaduto il 5 novembre 2019, il Tar di Pescara ha deliberato come le opere della specie - che avrebbero un rilevante impatto ambientale e sociale sullo stato dei luoghi e sulle consolidate abitudini di vita della popolazione, siano suscettibili di una rinnovata valutazione ambientale (Va). Non si capisce quindi», conclude Angiolelli, «come il Comune possa prevedere entro il mese di gennaio prossimo, l'instradamento su via Castellamare Adriatico dei cinque bus elettrici Rampini E80 di recente acquisizione, in assenza delle prescritte condizioni di sicurezza, a fronte di banchine di fermata alte ben 30 centimetri, dotate di pensiline inservibili, tutte in pessimo stato d'uso. Senza considerare, poi, il fondo stradale malmesso, l'impianto semaforico ammalorato, i marciapiedi sconnessi sul lato Mare, gravati di barriere architettoniche, mai rimosse a distanza di 8 anni dalla prescrizione del Comitato di Coordinamento Regionale Via».
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