Data: 27/09/2019
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Referendum, la Regione arriva ultima. Nella notte approvato il quesito sulla legge elettorale. Ma c'è già il via libera di Veneto, Sardegna, Lombardia, Friuli e Piemonte
L'AQUILA Due giorni di riunioni estenuanti, ma alla fine l'Abruzzo non ce l'ha fatta a essere fra le prime cinque regioni a presentare la richiesta di referendum abrogativo della quota proporzionale della legge elettorale. Dovrà accontentarsi, tutt'al più, del senso posto. Dopo Veneto, Sardegna, Lombardia e Friuli Venezia Giulia, e Piemonte che, ieri sera alle 20.59, con i 31 voti della maggioranza ha detto sì alla richiesta leghista, battendo sul tempo l'Abruzzo, dove la proposta è rimasta schiacciata da uno sbarramento di oltre 2.800 emendamenti di M5S e Pd prima di essere licenziata, solo in tarda serata, dalla commissione. Poi è passata all'Aula, e in nottata è stato approvato (i consiglieri M5S hanno abbandonato l'aula). Ma l'opposizione festeggia comunque il risultato politico di aver estromesso l'Abruzzo dalla magnifica cinquina. TEMPO SCADUTO. Una "vittoria" simbolica per l'opposizione, che con la mole sterminata di emendamenti ha rallentato l'esame del provvedimento caro a Matteo Salvini. In commissione è stata approvata anche una risoluzione presentata dal Consigliere Daniele D'Amario (Forza Italia) «per integrare il quesito referendario con una nuova normativa elettorale basata su collegi uninominali, una diversa quota proporzionale e un premio di maggioranza per le coalizioni con una legge costituzionale che introduca l'elezione diretta del presidente della Repubblica». Come voleva Silvio Berlusconi. VOTO ININFLUENTE. «Il Consiglio regionale è sotto scacco dal diktat di Salvini e di Bellachioma, (che ieri ha presidiato i lavori sin dalla mattina, ndr). Noi», ha detto il capogruppo del Pd, Silvio Paolucci, «non vogliamo rientrare tra quelle cinque regioni che daranno il via libera alla richiesta di referendum, confondendo le priorità dei cittadini con quelle di una sola persona». QUESTIONE DI PRIORITÀ. E Marianna Scoccia (Udc) rincara la dose: «Sanità, infrastrutture, trasporti e aree interne. I principali problemi degli abruzzesi passano in secondo piano per discutere, secondo il volere di Salvini, la proposta di referendum abrogativo sulla legge elettorale del Parlamento nazionale, di certo non una priorità considerate le molteplici criticità della Regione Abruzzo. L'aspetto deprecabile», per Scoccia, «è che si sta polverizzando del tempo prezioso per discutere un provvedimento che è palesemente illegittimo». RISTABILITE LE PRIORITÀ. «Grazie all'intervento del Movimento 5 Stelle» dice la capogruppo Sara Marcozzi, che mercoledì aveva chiuso i lavori della prima commissione per la mancanza del numero legale. «Vengono ristabilite le priorità del Consiglio regionale, che sono e sempre devono essere i cittadini abruzzesi. Il centrodestra, la Lega in particolare, ha fatto di tutto per utilizzare questa istituzione come strumento a completa disposizione della propaganda di partito. La Lega in Abruzzo doveva essere l'apripista di questo quesito referendario, ma grazie alla nostra intransigente opposizione si ritrova a essere l'ultima, e a questo punto inutile, ruota del carro. Anzi, l'ultima ruota del Carroccio». D'INCECCO SODDISFATTO. Al termine dei lavori, il presidente della commissione, Vincenzo D'Incecco, che ieri aveva riaperto i lavori chiusi dalla Marcozzi (con tanto di arrivo dei Carabinieri), si è dichiarato «estremamente soddisfatto per l'esito della votazione» e ha tenuto «a ringraziare tutti i dipendenti che hanno partecipato alla lunga ed estenuante discussione portata avanti dalle forze di opposizione». |
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