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Data: 22/05/2022
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Raddoppio ferrovia: sito contaminato, aperta un'inchiesta La Procura di Pescara apre un fascicolo con un indagato Sott'accusa un terreno a Manoppello della Toto Costruzioni

MANOPPELLO La procura di Pescara mette le mani, anche se in maniera indiretta, sul contestato raddoppio del tracciato ferroviario che dovrà servire per accorciare i tempi di percorrenza della tratta ferroviaria Pescara-Roma, e apre un'inchiesta dove figurerebbe già un indagato.Il pm Luca Sciarretta si è già mosso, affidando ai carabinieri forestali una serie di adempimenti per fare chiarezza, in particolare, su di un aspetto che potrebbe ostacolare, almeno momentaneamente, il progetto di Rete Ferroviaria Italiana. Tutto nasce da una serie di richieste di chiarimenti da parte di Rfi rimaste probabilmente inascoltate, e da un accesso agli atti che le stesse ferrovie hanno fatto all'Arta e al Comune di Manoppello per conoscere la situazione di un sito piuttosto ampio, di alcuni ettari di terreno, ubicato nel Comune di Manoppello e di proprietà della Toto Costruzioni Generali spa. Si tratta di un sito che la procura, nella richiesta di esibizione di documenti, definisce «potenzialmente contaminato, denominato "ex Coind"». Si parla, dunque, di reati collegati a una mancata bonifica o messa in sicurezza di quel sito, e quindi di un coinvolgimento diretto dell'amministratore della Toto Costruzioni. In effetti, era stato lo stesso gruppo Toto, nel lontano 2009, a segnalare agli enti competenti la potenziale contaminazione di quel sito, senza però dare seguito a quelle comunicazioni, stando almeno alle verifiche in corso da parte della magistratura. Due anni dopo, nel 2011, l'Arta sollecita la società e non solo: invia la stessa missiva alla Regione Abruzzo e alla Provincia di Pescara, invitandoli a fornire chiarimenti sulla verifica di quel sito. Ma mai nessuno, fino a oggi, avrebbe risposto a quella richiesta di Arta. Ed ecco il motivo per cui il magistrato nei giorni scorsi ha spedito i carabinieri forestali ad acquisire tutta la documentazione esistente sull'argomento negli uffici del servizio gestione rifiuti della Regione e della Provincia, e al Comune di Manoppello. L'obiettivo principale, al momento, è quello di comprendere che fine abbiano fatto quelle comunicazioni di Toto e dell'Arta e soprattutto cosa avrebbero fatto, o non fatto, Regione e Provincia per risolvere un così grave problema di quel territorio che riguarda la potenziale contaminazione delle matrici ambientali dove dovrebbe passare il tanto contestato raddoppio ferroviario. Terreni che ancora oggi sono al centro degli interessi di Rfi, che però si è insospettito nel momento in cui è venuto a conoscenza dell'iscrizione di quel sito potenzialmente contaminato nell'anagrafe dei siti inquinati della Regione Abruzzo, e ha iniziato a scrivere agli enti vari per avere notizie in merito, fino a quando ha deciso di procedere con un ufficiale accesso agli atti che ha messo in moto l'inchiesta. E proprio tre giorni fa, subito dopo il blitz dei carabinieri forestali negli uffici tecnici del Comune di Manoppello, il sindaco Giorgio De Luca ha preso una posizione di netta opposizione a quel progetto di Rfi, un'opera considerata a forte impatto ambientale che taglierebbe trasversalmente la vallata, inviando una serie di osservazioni al ministero della Transizione Ecologica: un no a quel progetto e per caldeggiare l'ipotesi alternativa di una variante del tracciato all'Interporto. E questa nuova inchiesta della procura di Pescara potrebbe far rivedere alcune decisioni.

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