Data: 20/09/2023
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Quota 103 e Opzione donna Ecco tutte le possibilità per uscire prima dal lavoro La proroga di Quota 41 è considerata troppo onerosa per le casse dello Stato Previsto l'aumento del numero di limitazioni per la pensione anticipata
Di tutte le possibili proposte di riforma della pensione per il 2024, il rinnovo di Quota 103 è la più probabile e con costi accettabili. Difficilmente il Governo arriverà alla proroga di Quota 41 visto il maggiore impatto sui conti pubblici. Incerto il futuro di Opzione Donna: una misura che, dal 2004 ad oggi, è stata prorogata di anno in anno e che ha subìto importanti modifiche, in particolare per quanto riguarda le limitazioni. Questo il quadro che si prospetta per il prossimo anno e le possibilità di pensionamento anticipato. QUOTA 103 La platea dei potenziali aventi diritto è estremamente limitata. Innanzitutto per i 41 anni di contribuzione minimi richiesti, ma anche per la temporaneità dell'iniziativa. Stando alle combinazioni anagrafico-contributive interessate dall'estensione al 2024 potrebbero usufruire della misura tutti coloro che l'anno prossimo compiranno 62 anni, a patto che maturino almeno 41 anni di contribuzione. Bisogna, quindi, aver iniziato a pagare i contributi con continuità dal 1983. Le altre combinazioni sbloccate da un'estensione di Quota 103 nel 2024 sarebbero quelle di lavoratori nati prima, ma che maturerebbero i 41 anni di contribuzione proprio l'anno prossimo. L'attuale Quota 103 non prevede penalizzazioni esplicite: l'assegno pensionistico cala solo perché si lavora per meno anni. Per i redditi più elevati è, invece, prevista una temporanea limitazione del valore dell'assegno pensionistico fino al raggiungimento dei 67 anni di età. QUOTA 41 Una strada troppo costosa e difficilmente perseguibile. L'Inps ha stimato costi tra i 4 e i 9 miliardi di euro all'anno tra il 2022 e il 2029 e le numeriche aggiornate per il 2024 non dovrebbero discostarsi di molto. Non a caso, tra le ipotesi per mitigare i costi era stata formulata quella di obbligare al ricalcolo contributivo coloro che l'avessero voluta adottare. A dispetto degli elevati costi per la collettività, i benefìci per i lavoratori sarebbero relativamente limitati, con un anticipo potenziale massimo sulla data di pensionamento di 10 mesi per le lavoratrici e di 1 anno e 10 mesi per i lavoratori. In funzione dell'adeguamento dei requisiti per l'aumento dell'attesa di vita dal 2027 in poi questi benefìci potrebbero leggermente aumentare fino ad arrivare ad anticipi potenziali di 2 anni e 2 mesi, ai quali corrisponderebbe un calo dell'assegno pensionistico dell'8%, a causa del minor numero di anni lavorati. L'unico caso certo di Quota 41 è quello dei lavoratori precoci con almeno 12 mesi di contributi prima dei 19 anni, che già oggi possono utilizzare questo requisito se possono far valere condizioni di caregiver, disabilità superiore al 74%, disoccupazione o mansioni usuranti o gravose. OPZIONE DONNA L'edizione 2023 di questa possibilità ha subìto importanti modifiche: se in precedenza era aperta a tutte le lavoratrici, da quest'anno è riservata solamente a chi è caregiver, ha disabilità superiore al 74% o è stata licenziata da aziende in crisi. Una forte riduzione della platea potenziale che ha reso Opzione Donna una possibilità per poche lavoratrici. La principale caratteristica di questo requisito è invece rimasta: l'obbligo di avere l'assegno ricalcolato integralmente con il sistema di calcolo contributivo, solitamente meno favorevole. Facendo qualche esempio, una lavoratrice nata nel 1962 che ha iniziato a lavorare a 26 anni, percepirebbe una pensione pari al 57% del proprio reddito se decidesse nel 2024 di usufruire di Opzione Donna. Una sua coetanea che avesse, però, iniziato a lavorare a 27 anni, sarebbe tagliata fuori dalla platea delle aventi diritto, ma potrebbe avere una pensione pari al 69% del reddito. Solamente l'effettivo meccanismo normativo chiarirà se Opzione Donna verrà cancellata dopo 20 anni, riproposta come nel 2023, o se si ritornerà a meccanismi simili a quelli attuati fino al 2022. |
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