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Data: 11/04/2021
Testata Giornalistica: IL CENTRO

Protezioni e vaccini in azienda, siglato il piano contro i contagi.Cambiano le disposizioni da adottare nei luoghi di lavoro per difendersi dalla diffusione del virus. Da maggio le somministrazioni delle dosi anti-Covid, ma la campagna è su base volonaria

Cambiano le regole, da adottare nei luoghi di lavoro, per difendersi dalla diffusione del virus. Il nuovo protocollo nazionale per la realizzazione dei piani aziendali, finalizzati all'attivazione di punti straordinari di vaccinazione, sottoscritto il 6 aprile scorso, contiene una serie di novità rispetto al passato. L'intento è vaccinare il maggior numero di lavoratori, al di là della tipologia contrattuale. Ma è bene ribadire che la somministrazione del vaccino resta facoltativa, su base volontaria. Torna la possibilità di effettuare trasferte e corsi di formazione in presenza per i dipendenti.

VACCINO IN AZIENDA. Si inizierà a vaccinare già da maggio. Le aziende, singolarmente o in forma aggregata, e indipendentemente dal numero di lavoratrici e lavoratori occupati, con il supporto o il coordinamento delle associazioni di categoria di riferimento, possono manifestare la disponibilità ad attuare piani aziendali per la predisposizione di punti straordinari di vaccinazione anti Covid-19 nei luoghi di lavoro per i lavoratori che ne hanno fatto richiesta. Al momento della presentazione dei piani aziendali, il datore di lavoro specifica il numero di vaccini richiesti per i lavoratori disponibili a ricevere la somministrazione, in modo da consentire alla Asl la necessaria programmazione dell'attività di distribuzione.

COSTI E SERVIZI. I costi per la realizzazione e la gestione dei piani aziendali e per la somministrazione dei vaccini sono interamente a carico del datore di lavoro, mentre la fornitura delle dosi, dei dispositivi per la somministrazione come siringhe e aghi, e la messa a disposizione degli strumenti formativi previsti e degli strumenti per la registrazione delle vaccinazioni sono a carico della Asl competente. Le procedure di raccolta delle adesioni dei lavoratori interessati alla vaccinazione dovranno essere gestite nel pieno rispetto della scelta volontaria. Il medico competente fornisce ai lavoratori adeguate informazioni sui vantaggi e sui rischi connessi alla vaccinazione, oltre che sulla specifica tipologia di vaccino, assicurando l'acquisizione del consenso informato del soggetto interessato, il previsto triage preventivo relativo allo stato di salute e la tutela della riservatezza dei dati.

COME VACCINARE. La somministrazione del vaccino è riservata ad operatori sanitari in grado di garantire il pieno rispetto delle prescrizioni sanitarie adottate per tale finalità e in possesso di adeguata formazione per la vaccinazione anti Covid-19. Per l'attività di somministrazione del vaccino il medico competente potrà avvalersi di personale sanitario in possesso di adeguata formazione. In alternativa alla modalità della vaccinazione diretta, è possibile il ricorso a strutture sanitarie private in possesso dei requisiti per la vaccinazione, con oneri a carico delle aziende, ad esclusione della fornitura dei vaccini che viene sempre assicurata dalla Asl. I datori di lavoro possono far ricorso anche alle strutture sanitarie dell'Inail. Se la vaccinazione viene eseguita in orario di lavoro, il tempo necessario è equiparato a tutti gli effetti all'orario di lavoro.

MEDICO COMPETENTE. Da una parte, nel protocollo si prevede il graduale ripristino delle visite mediche, dall'altra si affida al medico competente la valutazione dell'opportunità di procedere con verifiche e singole valutazioni, sulla base dell'andamento epidemiologico. Sempre il medico è individuato come riferimento per la tutela dei lavoratori fragili, con la possibilità di attuare una sorveglianza sanitaria eccezionale. Il professionista potrà suggerire alle aziende testing e screening che ritiene utili per contenere la diffusione del virus e tutelare la salute dei lavoratori. Sarà il punto di riferimento, nel caso di personale risultato positivo al virus, della collaborazione con l'Autorità sanitaria per il tracciamento degli eventuali contatti stretti.

TAMPONI PER RIENTRARE. Il rientro al lavoro, in caso di positività al virus, è possibile solo dopo il test molecolare. Per gli asintomatici il riscontro negativo deve verificarsi dopo almeno 10 giorni dalla comparsa della positività mentre, in caso di positivi sintomatici, è necessario che il tampone sia effettuato dopo almeno tre giorni senza sintomi e 10 giorni di isolamento. L'ammissione al lavoro è possibile solo dopo la negativizzazione del tampone molecolare o antigenico effettuato in una struttura accreditata o autorizzata dal servizio sanitario.

ACCESSO AL LAVORO. Una particolare attenzione viene riservata al distanziamento. All'interno degli spazi condivisi, che sostituiscono la distanza di un metro indicata del protocollo del 2020, i dispositivi di protezione individuale sono individuati in base al rischio collegato alla mansione specifica. Resta il riferimento all'utilizzo della mascherina chirurgica salvo che, per i rischi presenti, siano da adottare dispositivi di tutela di livello superiore.

TRASFERTE E FORMAZIONE. Altra precisazione viene fatta per la gestione delle trasferte, che prima erano state sospese o annullate. La loro attivazione deve essere valutata in collaborazione con il medico competente e il responsabile del servizio di protezione e prevenzione, tenendo conto del contesto entro cui si muovono le diverse tipologie di aziende e dell'andamento epidemiologico delle sedi di destinazione. Il rispetto del protocollo anti-contagio permette, inoltre, di organizzare alcune attività formative in presenza, per esempio in materia di sicurezza sul lavoro. Sono riammessi stage e i tirocini formativi, che nella prima fase della pandemia erano stati aboliti.


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