PRATOLA PELIGNA «Ha ragione Antonella Di Nino quando afferma che a un sindaco si risponde sempre: Tua infatti non si è soltanto limitata a dare una risposta "di facciata", ma ha preceduto la risposta con sopralluoghi e incontri, ai quali ho partecipato di persona e con il direttore generale. Il tutto per valutare compiutamente la questione della fermata di piazza Primo maggio, eliminata solo per il servizio commerciale di Roma»: è la replica del presidente di Tua, Gabriele De Angelis, al sindaco di Pratola che ha lamentato, appunto, mancati chiarimenti sulla questione della fermata soppressa da parte dell'azienda di trasporto e dall'assessorato regionale competente. «Ciò a cui si riferisce il sindaco non rientra nella fattispecie di servizio di trasporto pubblico locale, bensì in un servizio di natura commerciale i cui itinerari, orari e frequenze sono ispirati a logiche di mercato e sono scelte liberamente da Tua», spiega De Angelis, «sulla fermata di piazza Primo maggio e, più in generale sul trasporto verso Roma, ci sono problemi tecnici che hanno impatto sulla sicurezza per fare la fermata. Il sopralluogo della Regione ha avuto esito sfavorevole, e questo dovrebbe essere già noto al sindaco. Ci sono anche opportunità di natura commerciale che l'azienda, assieme al partner commerciale Sit, ha il diritto di valutare proprio per la natura del servizio "a mercato'". La fermata utilizzata dai bus per Roma, cioè la comoda area parcheggio in prossimità del casello autostradale, non dista molto dal centro abitato, e il Comune potrebbe realizzare ulteriori migliorie per gli utenti».De Angelis cita poi i numeri sull'attenzione verso il territorio di Pratola: «Il centro è servito da 75 passaggi ogni giorno feriale scolastico, che lo collegano con le località abruzzesi nell'ambito del servizio di trasporto pubblico locale e servono anche l'Itis. A questi vanno sommate le quattro coppie di treni regionali Trenitalia che collegano Pratola alla capitale. I numeri non possono ingannare», conclude il presidente Tua, «consentono, unitamente all'offerta di altri servizi automobilistici commerciali fatti da vettori privati, di dimostrare una capillarità di collegamenti innegabile»