Data: 31/03/2023
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO |
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Pnrr, nuovo decreto e si tratta con l'Ue «L'Italia fa progressi» `Assunzioni e deroghe ai pensionandi per accelerare le pratiche nei ministeri
ROMA «Per il momento i progressi dell'Italia verso il raggiungimento delle tappe e degli obiettivi» del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) «sono stati positivi». È questa l'agognata mano tesa che ieri la Commissione europea ha allungato verso Roma, provando a sminare le polemiche sul differente trattamento riservato da Bruxelles al governo di Mario Draghi. I lavori, però, non solo rispetto alla terza tranche da 19 miliardi di euro per cui è stata concordata una proroga, sono in corso. Come ha spiegato una portavoce della Commissione europea durante il briefing quotidiano con la stampa: «Presenteremo la nostra relazione entro la fine di aprile». Fino ad allora quindi la partita è più che aperta. Ne è convinto il ministro degli Affari Ue e del Pnrr Raffaele Fitto che ieri ha spiegato le direttrici lungo cui si muove la trattativa.
IL PIANO - «Il Pnrr ha come scadenza il giugno 2026 - ha detto intervenendo al Rome Investment Forum - mentre le risorse della coesione hanno una scadenza del 31 dicembre 2029, quelle del fondo di sviluppo e coesione non hanno una scadenza. L'obiettivo del governo è quello connettere i tre programmi immaginando una visione comune nell'utilizzo di queste risorse anche utilizzando le diverse date per poter centrare i diversi obiettivi. Questo diventa importante quando si va a valutare la capacità di spesa». E ancora: «Usare la flessibilità sui fondi esistenti proposta dall'Italia - ha concluso Fitto - è un'opportunità che può permettere al Paese di reggere l'urto della fase complessa che abbiamo di fronte nella quale sarà riattivato il nuovo Patto di stabilità e la tenuta del Mercato unico potrebbe essere messa alla prova».
La parola d'ordine quindi resta accelerare. Tant'è che la prossima settimana arriverà in Consiglio dei ministri quello che è stato ribattezzato «decreto personale». Un testo che libererà altre assunzioni nella Pubblica amministrazione, a partire dai ministeri, dove le mancate coperture di organico raggiungono anche il 30 per cento. Ma non solo. I tecnici che lavorano al Piano nazionale di ripresa e resilienza potranno continuare a essere impiegati anche se in età pensionabile fino al completamento dei progetti che stanno seguendo: a questo scopo il governo sta lavorando a una speciale deroga.
I NEGOZIATI - Tornando alle trattative, secondo quanto spiega una fonte vicina al dossier, tra le carte che l'Italia ha in mente di giocare sul tavolo di Bruxelles c'è anche quella di «reindirizzare i fondi che non riusciamo a spendere verso le stazioni appaltanti con maggiori capacità». Tradotto: si cercherà di andare incontro, sempre giocando con le scadenze, alle istanze di quei sindaci che chiedono di poter gestire fondi aggiuntivi rispetto a quelli originari, destinando ai Comuni più in difficoltà risorse con gittate maggiori. È il caso del primo cittadino di Roma Roberto Gualtieri, ma anche del milanese Beppe Sala o, guardando agli amministratori locali, del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti.
Questo tipo di modifiche però non è esente da critiche. All'interno dell'esecutivo c'è infatti chi fa notare come non solo si rischierebbe di «scompensare» la clausola che prevede l'assegnazione del 40% dei fondi al Sud, ma anche di mettere in difficoltà quelle stesse grandi stazioni appaltanti che si sono fatte avanti per ricevere nuove risorse. «Alla fine del 2023 - spiega infatti uno dei tecnici al lavoro - terminerà la fase di progettazione e bisognerà aprire i cantieri. Concentrare opere complesse in uno stesso territorio rischierebbe di saturare la disponibilità di aziende qualificate sul mercato». In altri termini, l'ideale sarebbe realizzare meno progetti ma più corposi. E anche questo è un obiettivo dell'Italia al tavolo di Bruxelles.
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