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Data: 26/03/2024
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

PESCARA Dieci ore senza treni caos in stazione per l'allarme bomba

LA GIORNATA
Per dieci, interminabili ore l'Italia si è spezzata a Pescara. E quando, intorno alle 16.30 di ieri, è ripresa la circolazione dei treni sulla linea adriatica c'è voluto tanto altro tempo per smaltire il caos scatenatosi alla stazione centrale a causa dello stop ai treni sulla tratta Pescara-Bari. È stato un allarme bomba alla stazione di Trani a far scattare, all'indomani dell'attentato di Mosca, il massimo grado di severità dei protocolli di sicurezza: un biglietto affisso su un muro, con l'indicazione di une serie di ordigni biologici disseminati tra scuole e impianto ferroviario, insieme al ritrovamento di un borsone sospetto hanno indotto le autorità a disporre un'accurata bonifica su tutta linea, con l'intervento degli artificieri, e nelle stazioni di Bari, Barletta e Trani. Chiare, alla luce della situazione internazionale e del periodo pasquale, le indicazioni del Viminale in casi del genere.
La circolazione ferroviaria è stata bloccata alle 6.30, poco prima della partenza dei convogli a lunga percorrenza da Lecce e Bari verso nord, e viceversa. Ma soprattutto in coincidenza del grande movimento di pendolari sulle tratte regionali, sostanzialmente immune dal blocco però in grado di mettere comunque sotto stress la macchina organizzativa di Trenitalia. Ad aumentare il disagio, anche l'inevitabile sospensione del traffico sulla tratta Foggia-Caserta. Oltre ai treni soppressi, due Frecce in partenza da Lecce e dirette a Milano e Venezia, i ritardi accumulati da Frecce e Intercity hanno oscillato dalle ore e tre quarti alle 7 ore stimate per il Lecce-Bologna delle 11.
LE VIE DI FUGA
Tre diverse opzioni per i viaggiatori rimasti intrappolati nel blocco. Trenitalia ha organizzato in fretta e furia navette bus per assicurare il collegamento tra Pescara e Bari. Altri si sono organizzati in proprio facendo ricorso alla rete di collegamenti Flixbus. Altri ancora hanno affollato gli sportelli delle biglietterie per riprogrammare il viaggio in altre date o per chiedere il rimborso del biglietto, che l'azienda ha ovviamente garantito in misura totale. E c'è anche chi ha trovato una via di uscita grazie al soccorso di amici e familiari disposti a mettersi al volante. Dieci lunghissime ore trascorse con gli occhi fissi sui grandi display con gli orari di arrivi e partenze, o compulsando i cellulari alla ricerca di una via di uscita dal binario morto in cui la stazione di Pescara si è improvvisamente trasformata. Il passaparola ha garantito la circolazione delle informazioni, ma anche amplificato lo spaesamento dei viaggiatori privi di soluzioni alternative.
Particolare il disagio degli studenti pendolari che, a causa degli enormi ritardi, hanno visto svanire la possibilità di prendere coincidenze locali per alcune sedi universitarie defilate, come Urbino, Parma, Pavia. Oltre una certa ora del pomeriggio i collegamenti sulle ferrovie minori tendono a rarefarsi.
L'ANNUNCIO
Anche dopo l'annuncio di cessata emergenza, intorno alle 16.30, la pagina Infomobilità di Trenitalia ha continuato a segnalate una circolazione «fortemente rallentata dopo l'intervento delle forze dell'ordine». Fino a un'ora le punte di ritardo per i convogli in transito nel pomeriggio, mentre Frecce, Intercity e alcuni regionali incappati nel blocco dal mattino «hanno registrato maggiori tempi di percorrenza fino a 400 minuti».

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