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Data: 26/04/2021
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Pensioni, si cambia: in arrivo Quota 102 Lasciare il lavoro in anticipo: 64 anni di età e 38 di contributi

Il governo dà lo stop a Quota 100 anche nel Recovery, mentre si fa largo l'ipotesi di adottare Quota 102. In altri termini, in pensione a 64 anni di età e 38 di contributi, di cui non più di due anni figurativi. Resta invece aperta una finestra, con forme di pensionamento anticipato, per categorie con mansioni logoranti, donne madri e cargiver.
QUOTA 100 IN SOFFITTA. L'esperimento, avviato nel 2019, terminerà a fine anno. E il governo non ha intenzione di replicarlo. La bozza del Piano nazionale di ripresa e resilienza conferma che, dal 2022, Quota 100 non ci sarà più. Nessuna proroga, quindi, per questa forma di pensionamento anticipato introdotto in via sperimentale, che consente l'uscita anticipata dal mondo del lavoro per chi vanta almeno 38 anni di contributi con un'età anagrafica minima di 62 anni. Lo stop va incontro anche alle richieste dell'Ue di garantire la solidità e la sostenibilità del sistema previdenziale nel medio periodo. Resta da capire in che modo si cercherà di attutire l'impatto dello "scalone", che si prospetta tra la fine del 2021 e l'inizio del 2022. Sul tavolo ci sono diverse opzioni: dalle sole agevolazioni per i lavoratori impegnati in attività usuranti, accompagnate da un'ulteriore proroga di Ape sociale e Opzione donna, fino all'arrivo di Quota 102.
CALCOLO CONTRIBUTIVO. Nel 2022 oltre il 90% dei potenziali dipendenti a riposo avrà la pensione calcolata per almeno il 65% con il metodo contributivo: il che significa a 62 anni di età avere una prestazione decurtata di almeno il 10%. Analizzando i dati, tra salvaguardie, Quota 100, anticipi vari per precoci, Ape sociale e Opzione donna, escludendo le cosiddette pensioni anticipate (quelle con 42 anni e 10 mesi, un anno in meno per le donne), hanno lasciato il lavoro con anticipo 604mila persone a fine 2019, a cui se ne sono aggiunti altri 170mila (2020). Oltre 770mila in 9 anni, 85mila l'anno su 16 milioni di pensionati.
TUTTE LE OPZIONI. Il superamento di Quota 100 dovrebbe prevedere per i lavoratori con problemi di salute, familiari a carico da curare, lavori pesanti, in mobilità (la vecchia Ape sociale) o precoci, l'utilizzo dei fondi di solidarietà per l'industria, il commercio, l'artigianato e l'agricoltura, sul modello di quelli operativi per le banche e le assicurazioni. Si tratta di fondi bilaterali, alimentati già oggi da una contribuzione intorno allo 0,32% della retribuzione lorda (un terzo a carico dei lavoratori) e potrebbero beneficiare di altre contribuzioni attualmente in essere. Questi lavoratori resteranno nei fondi esubero per 5 anni e dovranno fare almeno 2 giorni di lavori socialmente utili per gli Enti locali di riferimento, magari anche con il versamento dei contributi Inps e Inail.
QUOTA 102. È l'ipotesi a cui sta lavorando: mantenere i requisiti per la pensione di vecchiaia a 67 anni di età e almeno 20 di contribuzione e prevedere un pensionamento flessibile a quota 102 con 64 anni di età anagrafica e 38 anni di contributi, di cui non più di 2 anni figurativi, esclusi dal computo maternità, servizio militare e riscatti volontari. La pensione anticipata dovrebbe essere resa stabile con 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 1 anno in meno per le donne, eliminando qualsiasi divieto di cumulo tra lavoro e pensione e prevedendo agevolazioni per le donne madri (ad esempio 8 mesi ogni figlio fino a massimo 24 mesi), per i caregiver (un anno) e per i precoci (maggiorando del 25% gli anni lavorati tra i 17 e i 19 annidi età). Infine, prevedere per i giovani contributivi puri, che consentiranno di ricevere una pensione commisurata ai contributi versati nella vita lavorativa, l'integrazione al minimo su valori pari alla maggiorazione sociale di 630 euro mese e calcolati sulla base del numero di anni lavorati.
MANSIONI FATICOSE. Tra i percorsi per uscire prima dal mondo del lavoro figura l'opzione garantita ai lavoratori impegnati in attività usuranti, dai minatori agli addetti alla linea catena delle fabbriche, per i quali sono già previsti canali di uscita anticipata che potrebbero essere resi più flessibili e accessibili a una platea più vasta. Un'altra possibilità di uscita sarebbe quella con l'Ape sociale, l'anticipo pensionistico al quale possono accedere, con almeno 63 anni di età, alcune categorie di lavoratori in difficoltà.

26 APRILE 2021 abruzzo

 

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