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Data: 10/05/2023
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Pensioni, sale il gap tra entrate e uscite La rivalutazione degli assegni rispetto all'inflazione ha fatto aumentare la spesa, ma sono rimaste al palo le retribuzioni

ROMA La rivalutazione delle pensioni rispetto all'inflazione fa aumentare la spesa dell'Inps, mentre restano al palo le retribuzioni e, di conseguenza, i contributi versati. Cresce così il rischio di creare un buco nelle casse dell'istituto previdenziale, oltre a quello di penalizzare oltremodo i lavoratori che, a differenza dei pensionati, non recuperano il potere d'acquisto. L'allarme è stato lanciato dal presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, che nel corso di un convegno sulle disuguaglianze salariali ha ribadito la necessità d'introdurre, nel nostro Paese, un salario minimo, misura che salvaguarderebbe almeno le fasce con i redditi più bassi adeguandosi anche questo all'aumento dei prezzi. Nella media del primo trimestre del 2023, nonostante il progressivo rallentamento della crescita dei prezzi, la differenza tra la dinamica dell'inflazione e quella delle retribuzioni contrattuali, secondo gli ultimi dati pubblicati dall'Istat, rimane superiore ai sette punti percentuali. Le ricerche presentate al convegno hanno fotografato un Paese nel quale cresce la disuguaglianza salariale tra giovani e anziani, ma anche quella tra lavoratori a basso reddito e lavoratori ad alto reddito. Tra le paghe di giovani e anziani il gap è aumentato del 19% tra il 1985 e il 2019, nonostante l'età media si sia significativamente alzata da 35,8 a 42,7 anni e sia più difficile reperire sul mercato lavoratori giovani. Ma è peggiorata anche la situazione per i lavoratori a reddito più basso, con gli occupati al decimo percentile di reddito che nel 2018 in termini reali prendevano in media di meno rispetto al 1985 a fronte delle retribuzioni crescenti nel 90° percentile. Il dato è spiegato anche con un numero di ore lavorate inferiore, ma di fatto le fasce in situazione di difficoltà sembrano restare ai margini del mercato del lavoro. Tridico ha quindi segnalato come siano mancate le politiche macroeconomiche. Negli ultimi anni, ha detto, «abbiamo prodotto cattivi lavori, le politiche si sono basate sugli incentivi all'occupazione, sulla flessibilità. Ma su 22 miliardi spesi l'anno scorso per gli incentivi, il ritorno sull'occupazione è stato dello 0,07%». In questi anni è cresciuta poi l'occupazione nei servizi, in particolare in quelli con i salari più bassi come il turismo e la ristorazione. «Si continua a fare», ha sottolineato Tridico, «un'economia da bar». L'Inps attende il commissariamento come previsto dal decreto approvato dal governo. Secondo l'ultima bozza il direttore dell'istituto previdenziale sarà nominato dal ministro del Lavoro così come accade ora, mentre il cda proporrà il nome. Tutti gli organi, compreso il direttore, avranno una durata di 4 anni. La nuova formulazione, secondo Tridico, «conferma che il commissariamento è assolutamente immotivato» e «non ha nessuna giustificazione a fronte di performance molto positive dell'Istituto». Alla Camera sono state bocciate le mozioni dell'opposizione sul ripristino della misura piena di Opzione donna.

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