Data: 09/11/2022
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO |
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Pensioni, piano per il 2023 61 anni e 41 di contributi. Le simulazioni sul tavolo del governo: 83mila uscite in più rispetto alla Fornero. La misura durerebbe soltanto 12 mesi Oggi l’incontro tra il premier e i sindacati
Nella legge di bilancio anche la conferma di opzione donna e dell'ape sociale per i lavori gravosi ROMA La corsa per evitare che il prossimo anno scatti lo scalone della legge Fornero, con il ritorno al pensionamento con 67 anni di età è partita. Nella prossima legge di Bilancio il governo inserirà una misura per permettere ai dipendenti pubblici e a quelli privati di lasciare il lavoro in anticipo. L'ipotesi che viene data per più probabile, è il pensionamento con 61 anni di età e 41 anni di contributi. Una nuova Quota 102, che sostituirà quella in scadenza il 31 dicembre e che permette il pensionamento con 64 anni di età e 38 di contributi. La nuova Quota 102 durerebbe soltanto un anno, fino al 31 dicembre del 2023, per poi essere sostituita da una nuova riforma strutturale della legge Fornero, che il ministro del lavoro Marina Elvira Calderone, vorrebbe mettere in cantiere il prossimo anno sedendosi al tavolo con i sindacati. Sul pensionamento con 61 anni di età e 41 anni di contributi, al ministero del lavoro già circolano delle simulazioni che Il Messaggero ha potuto leggere. La misura permetterebbe il prossimo anno il pensionamento di 83 mila persone in più rispetto a quelle che si ritirerebbero dal lavoro con le regole ordinarie della legge Fornero. Ma la domanda centrale è: quanto costerebbe questa misura? Gli oneri pensionistici sarebbero di 1,13 miliardi di euro. Una somma che salirebbe fino a 1,31 miliardi considerando gli oneri totali. La ragione per cui il governo, almeno per adesso, sarebbe intenzionato a limitare la misura solo al 2023, è anche il costo che questa nuova Quota 102 potrebbe avere nei prossimi anni. Un costo che, secondo le simulazioni, salirebbe rapidamente a più di 4 miliardi nel 2025. Come si finanzierà la nuova Quota 102? Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, nella conferenza stampa dopo l'approvazione della Nadef, ha spiegato che tutte le risorse disponibili derivanti dallo scostamento del deficit per il prossimo anno, andranno al taglio delle bollette. Le altre misure dovranno trovare «al loro interno» le fonti di finanziamento. Una delle ipotesi sul tavolo è che la nuova Quota 102 possa essere finanziata dai risparmi che arriveranno dall'annunciata stretta sul Reddito di cittadinanza.
IL PASSAGGIO - Comunque sia questa nuova uscita anticipata andrebbe ad affiancarsi ad altre due misure che saranno confermate anche per il prossimo anno: Opzione donna e l'Ape sociale. La prima permette il pensionamento delle donne che hanno compiuto 58 anni e hanno alle spalle almeno 35 anni di contributi. Ma si tratta di uno scivolo costoso per chi lo utilizza. Chi sceglie Opzione donna, infatti, deve accettare un ricalcolo contributivo della propria pensione, e che comporta un taglio dell'assegno tra il 20 e il 25 per cento in media.
IL VERTICE - L'altra misura che sarà confermata è l'Ape sociale. Si tratta di una via d'uscita dal lavoro riservata a chi svolge mansioni gravose. Consente di lasciare l'occupazione a 63 anni con almeno 30-35 di contributi, ottenendo un assegno mensile fino al raggiungimento dei requisiti ordinari di pensionamento.
Oggi i sindacati saranno ricevuti a Palazzo Chigi da Giorgia Meloni proprio i vista delle misure della prossima legge di Bilancio. Sul tavolo oltre alle pensioni, c'è anche il taglio del cuneo fiscale e contributivo. Il governo ha promesso una riduzione «graduale» di cinque punti dei contributi, due terzi a favore dei lavoratori per aumentare le buste paga e un terzo per le imprese. Ma è probabile che nella prossima manovra venga per il momento confermato il taglio di due punti già introdotto dal governo Draghi e che senza interventi andrebbe in scadenza alla fine dell'anno. L'altro tema centrale sul tavolo sarà il caro-bollette, con i sindacati che chiedono di ridare potere di acquisto soprattutto alle famiglie con i redditi più bassi.
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