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Data: 21/03/2023
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

Pensioni, passa la riforma La piazza sfida Macron: ancora cortei e incidenti La sfiducia al governo Borne bocciata per soli nove voti. Le Pen: ora si dimetta

PARIGI Il governo è salvo, ma Emmanuel Macron non può tirare un sospiro di sollievo. Con soli nove voti di scarto non è passata ieri pomeriggio la mozione di sfiducia presentata da un gruppuscolo di centro, il Liot, a nome di tutte le opposizioni riunite: l'ha votata tutta la sinistra, socialisti, verdi e radicali di Jean-Luc Mélenchon, l'estrema destra del Rassemblement National di Marine Le Pen e anche diversi (19, più del previsto) deputati della destra classica dei Républicains. Questo significa che all'Assemblée Nationale si riducono ancora i margini di manovra del presidente e del governo di Elisabeth Borne, e che il proseguimento del mandato si annuncia in salita. La riforma delle pensioni è ufficialmente adottata, ma non si volta pagina. Le opposizioni, non si arrendono e promettono battaglie fino «al ritiro della legge». Un precedente esiste: l'ex premier Alain Juppé nel '95 fu costretto a fare un passo indietro dopo un mese di proteste che paralizzò il Paese.
LE REAZIONI - «La sfiducia parlamentare non è passata, è l'ora della sfiducia popolare. Dovrà esprimersi in ogni luogo, in qualsiasi circostanza, massicciamente», ha detto ieri Mélenchon. Toni simili anche dalla parte opposta dell'emiciclo: «Non ci sarà soluzione alla crisi se Macron non cambierà governo ha detto Le Pen - È sordo di fronte alle aspirazioni dei francesi e al funzionamento della democrazia. Sogno il referendum».
I sindacati - riuniti e rinvigoriti dal fronte comune contro la riforma - hanno indetto per giovedì la nona giornata di mobilitazione nazionale da gennaio. Ma la protesta sta diventando più diffusa dei tradizionali grandi cortei sulle grandi piazze. L'appello a riunirsi corre sui social. Le manifestazioni sono diventate "sauvages", cortei improvvisati in diversi parti della città. Come ieri sera, prima agli Invalides, poi il boulevard Saint-Germain, la Gare Saint Lazare, la Bastiglia. La polizia argina, con un massiccio dispiegamento di agenti. Tanti i cassonetti incendiati. Il rischio è quello di una radicalizzazione della protesta. Oltre 150 i fermi in tarda serata. La risicata fiducia ottenuta in aula dal governo non contribuirà a un facile ritorno alla calma. Nelle raffinerie di tutto il Paese continua il movimento di protesta. Circa l'8% dei distributori in Francia sono a corto di benzina o gasolio. In agitazione anche gli studenti; ieri sono stati gli studenti di Paris 1 Panthéon Sorbonne a votare l'occupazione. Macron, rimasto in questi giorni molto discreto per evitare di cristallizzare sulla sua persona l'opposizione contro il testo delle pensioni, dovrà cercare di rioccupare il terreno. Probabilmente sceglierà di rivolgersi direttamente ai francesi. Per il momento Elisabeth Borne resta al suo posto, anche se non è escluso un rimpasto. Ma Macron non ama fare cambiamenti sotto la pressione degli eventi.
DETERMINAZIONE - Ieri sera, prima di recarsi per l'ennesima volta in questi giorni convulsi all'Eliseo, la premier Borne si è detta «determinata a continuare e a portare avanti le trasformazioni necessarie e a consacrare tutta la mia energia a rispondere alle aspettative dei nostri concittadini». Nonostante il ricorso al passaggio in parlamento per far adottare la riforma e nonostante la sfiducia mancata per un pugno di voti, le prove di questi giorni sembrano aver galvanizzato la premier. Davanti ad un'Assemblea riottosa e spesso urlante, ha alzato la voce - forzando il tono monotono da tecnocrate che alcuni le rimproveravano - per difendere la "sua" legge, che porta l'età pensionabile in Francia da 62 a 64 anni.
«So i sacrifici che questa legge richiede a molti nostri concittadini e capisco la mobilitazione - ha detto ieri prima del voto sulla sfiducia - ma questa riforma il presidente si era impegnato a portarla a termine, non certo per guadagnare voti. E' per senso di responsabilità, con gravità, umiltà e coscienza della complessità di quello che significa, che si affronta una riforma delle pensioni». Oggi Macron spera di ricominciare il primo giorno di una seconda parte del mandato. Nel pomeriggio incontra tutti i parlamentari della nuova maggioranza.

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