Data: 26/01/2020
Testata Giornalistica: CORRIERE DELLA SERA |
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Pensione a 64 anni con assegno ridotto, trattative governo-sindacati
Da una parte i sindacati che nella piattaforma unitaria propongono la flessibilità in uscita intorno ai 62 anni (per la Cgil con 20 anni di contributi) o 41 anni di contributi a prescindere dall’età. Dall’altra il ministero dell’Economia che giudica troppo costosa una proposta del genere. Le pensioni rappresentano uno dei principali nodi che il governo dovrà sciogliere: a legislazione vigente, Quota 100 resterà in vigore fino al 2021 e nel 2022 tornerebbe in vigore la legge Fornero. Dopo le ipotesi dei sindacati non è arrivata alcuna controproposta ufficiale del governo; è stato invece il presidente dell’Inps Pasquale Tridico a indicare un sistema che preveda flessibilità in uscita a 64-65 anni con ricalcolo contributivo. La sottosegretaria al Lavoro Francesca Puglisi ha suggerito invece un’uscita a 64 anni con 35 di contributi, senza ricalcolo né penalizzazioni. Ma entrambe le proposte sono state bocciate dai sindacati. Il confronto tra le parti è previsto lunedì 27 gennaio: l’aspettativa dei sindacati è che il governo sgombri il campo da queste ipotesi ed espliciti le sue posizioni. Assegno ridotto del 10-15% con il sistema contributivoLa via di mezzo potrebbe essere l’uscita anticipata a 64 anni (invece dei 67 richiesti per la vecchiaia), ma con il calcolo dell’assegno interamente su base contributiva. Questo, secondo Il Messaggero, sarebbe il piano del governo: l’entità della riduzione dell’assegno, naturalmente, cambia a secondo dei diversi percorsi di carriera, ma in media potrebbe aggirarsi sul 10-15%. |
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