Data: 18/02/2022
Testata Giornalistica: ABRUZZOWEB |
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Parlamentari assenti, Ruzzo e Sdp non invitati. Retroscena visita Draghi ai laboratori Gran Sasso. Non uno dei 21 onorevoli ha preseziato a giornata dedicata eccellenza del paese e a donne impegnate nella scienza.
Estromessi vertici concessionaria A24 A25 e societa' gestione ciclo idrico, coinvolti con Infn in difficile opera messa in sicurezza tunnel e acquifero e processo su presunto inquinamento falda nel 2017 L’AQUILA – La visita di mercoledì del premier Mario Draghi ai Laboratori nazionali di fisica nucleare del Gran Sasso, al fianco del premio Nobel per la fisica, Giorgio Parisi, in occasione della Giornata mondiale delle donne e delle ragazze nella scienza, è stato accompagnato da scrocianti applausi da parte di scienziati, ricercatori e dipendenti di una realtà che il premier non ha esitato a definire “una delle grandi eccellenze del Paese”, annunciando l’investimento di 30 miliardi del Pnrr dedicati alla ricerca per imprimere una svolta epocale alla competitività del sistema Paese. A bocce ferme, ed evaporato l’entusiasmo, non si possono però non sottolineare retroscena e vistose assenze: non uno dei 21 parlamentari abruzzesi era presente. Come pure non c’erano due attori importanti del sistema Gran Sasso: la Ruzzo che gestisce il ciclo idrico nel teramano, e la grande falda adiacente ai laboratori che garantisce acqua a 700mila persone, e Strada dei Parchi, della holding dell’imprenditore pescarese Carlo Toto che gestisce l’autostrada A24 e A25 compreso dunque il tunnel del Gran Gran Sasso attraverso cui si accede ai laboratori. Coinvolti assieme ai vertici dell’Istituto di fisica nucleare del Gran Sasso una non facile opera di messa in sicurezza del tunnel a tutela della falda acquifera, e in una inchiesta delle Procure dell’Aquila e di Teramo con l’ipotesi di reato di inquinamento della stessa, a seguito di un incidente del 2017. Da quanto trapela, Ruzzo reti e Strada dei Parchi non sono stati invitati, in quanto tra vertici del laboratorio le due società non corre buon sangue, complice anche il procedimento giudiziario in corso, la complessa e ritardataria di messa in sicurezza dell’acquifero e della galleria. Tutti i temi che sono stati invece al centro della breve interlocuzione a margine dell’evento tra presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio e il premier Draghi. Ad accompagnare il premier e Parisi all’interno dei laboratori c’erano il direttore dei Ezio Previtali, il presidente dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), Antonio Zoccoli, l’ex direttrice dei laboratori Lucia Votano. Ad accoglierli alla sala Fermi dell’Infn il ministro del Miur Maria Cristina Messa, il presidente Marsilio, il sindaco Pierluigi Biondi, il commissario straordinario alla Ricostruzione, Giovanni Legnini, il prefetto dell’Aquila, Cinzia Torraco, il presidente della Provincia dell’Aquila, Angelo Caruso. Senz’altro degna di nota anche l’assenza dei parlamentari, considerata la loro legittima smania di presenzialismo, in una giornata dedicata a celebrare le donne protagoniste della scienza, il 30% nei laboratori del Gran Sasso, dove sono 15 gli esperimenti in fase di realizzazione, 1.110 scienziati e scienziate provenienti da 29 Paesi. Plastica rappresentazione, questa assenza, di una fase politica in cui l’ex presidente della Bce, scottato dalla mancata elezione a presidente della Repubblica, considera oramai i partiti di governo come suoi subalterni, con l’intenzione di andare avanti come un treno con il suo programma, brandendo l’arma delle dimissioni e delle elezioni anticipate, che tra le altre cose farebbe perdere a buona parte degli attuali onorevoli il diritto alla pensione che scatterà solo a settembre, e il già vacillante consenso tra gli italiani piegati dalla crisi e da due anni di pandemia. Più articolato il motivo dell’assenza di due attori fondamentali del sistema Gran Sasso: la Ruzzo e Strada dei Parchi. A seguito di un incidente del maggio 2017 che provocò il divieto di consumo di acqua a scopo potabile in gran parte della provincia di Teramo, è scattata una inchiesta e poi un processo, che vede imputati proprio i vertici dell’Infn, della Strada dei Parchi e della Ruzzo Reti, entrato nella fase dibattimentale solo a ottobre scorso. La gestione del tunnel dopo l’emergenza e le inchieste è finita tre anni fa sotto la responsabilità del commissario di governo Corrado Gisonni, ancora nella complessa fase di progettazione della messa in sicurezza, per la quale sono stati stanziati 120 milioni di euro. Strada dei Parchi, dopo le inchieste, aveva minacciato di chiudere il traforo alla circolazione se lo Stato non li avesse sollevati dalla responsabilità penale. Di lì dunque la nomina di un commissario governativo. A margine della visita di Draghi, lo stesso Gisonni ha dichiarato che siamo “in una fase di progettazione di interventi seguita ad una fase preliminare di studio del sistema che era ignota e che ha riservato anche elementi ignoti”. Auspicando regole certe per far coesistere tutti i ‘condomini’”. Nodi aperti che sono stati affrontati da Marsilio con Draghi, a margine dell’evento. In una nota Marsilio ha poi spiegato che quella dell’acquifero del Gran Sasso, “è una situazione che non aiuta a rendere certe le scelte e il futuro. Tre anni fa abbiamo ottenuto il commissariamento del sistema con Gisonni e l’assegnazione di 120 milioni di euro. Ora dobbiamo accelerare per evitare di ritrovarci nella emergenza che abbiamo già vissuto. Evitare insomma che la regione si spezzi in due con chiusura del traforo”. Marsilio ha poi spiegato che “non aiuta nemmeno la situazione che si è creata con scienziati che si ritrovano sotto processo alla luce delle inchieste di Teramo e L’Aquila: è paradossale che da una parte ci gonfiamo il petto per i successi degli scienziati italiani, e poi il fatto che si ritrovano imputati per inquinamento e messa in pericolo della sicurezza pubblica”, riferendosi alle inchieste delle procure. Infine Marsilio ha poi affrontato la spinosa questione del contenzioso tra Strada dei Parchi e Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili. “Una situazione pericolosa, sono preoccupato” ha detto il presidente, sulla gestione delle autostrade laziali e abruzzesi A24 e A25 e nei rapporti tra strada dei Parchi Spa, del gruppo Toto, il ministero competente ed Anas, riferendosi al mega progetto di messa in sicurezza delle due arterie considerate dopo il terremoto dell’Aquila del 2009, infrastrutture strategica di protezione civile, status sancito nella legge di stabilità del 2012, per il quale sarebbero fermi circa 4 miliardi di euro, e per il mancato del piano economico finanziario (Pef), ultima revisione risalente al 2014, con la stessa concessionaria, per il quale sono stati nominati due commissari. Sulle due grandi questioni è in atto un serrato contenzioso legale ed amministrativo tra Sdp e Mims. Con Strada dei Parchi che medita di recedere anticipatamente dalla concessione, chiedendo un risarcimento miliardario. |
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