In primo grado tutti condannati in secondo tutti assolti. Termina così il processo Parentopoli a carico dei quattro dirigenti della municipalizzata dei trasporti romana, di Trambus e di Met.Ro. L'accusa della procura era di abuso d'ufficio. In pratica, questo il teorema dei pm, tra il 2008 e il 2010 avrebbero assunto una serie infinita di amici e parenti privi di competenze e soprattutto con una procedura poco cristallina.
Gli imputati sono Adalberto Bertucci, ex amministratore di Atac, Luca Masciola, ex direttore delle risorse umane di Trambus spa, Antonio Marzia, ex ad di Met.Ro spa, e Vincenzo Tosques, ex responsabile del personale di Met.Ro. I quattro sono stati assolti con questa formula: il fatto non è previsto dalla legge come reato.
Le accuse, dato il tempo trascorso, sarebbero andate prescritte. Ad ogni modo questo tipo di assoluzione potrebbe portare a possibile ricorsi. In molti, infatti, a seguito dell'inchiesta vennero licenziati. È perciò possibile che richiedano un reintegro nell'azienda.
PRIMO GRADO Al contrario in primo grado il processo aveva avuto un altro esito. Erano stati tutti condannati rispettivamente 3 anni e 7 mesi, 3 anni e un mese, 2 anni e 3 mesi, e 1 anno e 8 mesi. In Appello ieri il pg ha richiesto che la prima sentenza venisse confermata. Cosi si erano espressi i giudici del tribunale nelle motivazioni della sentenza: assunzioni «erano frutto di decisioni arbitrarie e clientelari legate da rapporti di conoscenza con esponenti politici di centrodestra».
L'ipotesi è che l'assoluzione con la formula del reato non è previsto dalla legge possa essere collegato alla nuova formulazione dell'abuso d'ufficio, un reato che ha subito della modifiche con il decreto legge semplificazione del luglio scorso.
I fatti risalgono al 2010. Durante quel periodo in Atac iniziarono ad essere assunte persone vicine ad esponenti politici di destra. I presunti raccomandati furono 46 individuati dalla procura a conclusione dell'indagine.