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Data: 21/10/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Orari sfalsati e trasporti Tutti i dubbi delle scuole. Presidi molto scettici

«La vulgata del "si entra dopo le 9 a scuola" è infondata»: i presidi non vogliono saperne di cambiare gli orari di ingresso dei ragazzi delle scuole superiori. In molte località di provincia i ragazzi per andare a scuola - fanno notare i dirigenti scolastici - prenderebbero gli stessi pullman che prendono per entrare nei turni attuali - in genere le 8 e le 8:40 - non ci sono autobus per tornare a casa in alcune fasce orarie pomeridiane - tra le 14,30 e le 16- né sembra che le aziende del trasporto locale ne riescano a prevedere di nuove; con l'orario attuale non ci sono assembramenti né all'ingresso né all'uscita dagli istituti: insomma cambiare orari di ingresso a scuola significa, per molte realtà, lasciare in giro giovani e giovanissimi per qualche ora, con il rischio ben maggiore di assembramenti incontrollati rispetto a quanto avviene in classe. Questo sostengono i dirigenti scolastici praticamente all'unanimità. La soluzione - che si adotterà in alcuni territori a partire da oggi - è far entrare i ragazzi a scuola più tardi la mattina e farli uscire sempre intorno alle 14 prevedendo di recuperare le ore perse per esempio con uno o due pomeriggi di lezioni on line. «Posticipare gli ingressi non è detto sia per tutti un vantaggio», ragiona Roberta Fanfarillo che guida i dirigenti scolastici per la Flc Cgil. «La circolare del Ministero dell'Istruzione chiarisce che la scelta di una scuola di rimodulare l'orario può essere effettuata solo se sussistono situazioni di grave criticità e dopo il confronto con i tavoli provinciali e regionali. Sono decisioni che competono alle singole scuole, la pretesa di imporre una organizzazione oraria per tutti, del resto, è sbagliata», sottolinea il presidente nazionale di Anp, Antonello Giannelli. «Molte realtà si stanno attrezzando in queste ore perché la situazione è complessa, stiamo assistendo ad una accelerazione delle criticità e si lavora per trovare soluzioni», osserva Paola Serafin a capo dei dirigenti scolastici della Cisl Scuola. «Era importante definire una modalità di reazione che fosse tagliata sulle particolari situazioni. Anche aprire alle 9 non risolverebbe il problema, anzi lo aggraverebbe: la cosa migliore è trovare la situazione giusta per quel territorio, considerando i trasporti, la rete internet ecc. Ci sono diverse variabili da verificare». La Cisl scuola chiede anche un livello di coordinamento maggiore su altri temi: dai lavoratori fragili alle nuove norme sullo smart working da applicare alla scuola e sostiene la necessità di anticipare la convocazione del Tavolo per la sicurezza fissato per il 30 ottobre, «altrimenti siamo e saremo sempre in affanno» «L'impressione dei presidi riguardo al Dpcm e alla circolare ministeriale è positiva - osserva anche Mario Rusconi, presidente Anp del Lazio - lo scaglionamento è di nuovo affidato alle scuole e la gran parte lo hanno attuato».


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