Nuovo governo tra commenti in chat e sottosegretari
E adesso, col nuovo governo, non sarà mica tanto facile neppure in Abruzzo rimettere insieme il puzzle e smettere di guardarsi in cagnesco: al prossimo Consiglio regionale, tanto per dirne una, il grillino Smargiassi e il del Paolucci si scopriranno alleati e magari andranno insieme dal ministro della Salute Roberto Speranza (di Leu, tra l’altro), e lo stesso accadrà a Sara Marcozzi che dovrà cancellare dalla memoria lo sgarbo di Dalfy che la strattonò in Consiglio regionale. Insomma adesso le prospettive sono diverse, molto diverse.
Anche se i primi a storcere il naso sulla nuova squadra di governo sono proprio loro, i Cinquestelle local. Che nella loro chat si sono abbandonati a ironia e mal di pancia.
“Di Maio agli esteri!”: ed è il punto esclamativo a tenere banco. Ma davvero lo hanno messo agli Esteri? “Quali competenze ha per stare in quel ruolo? Oppure è un modo elegante per farlo fuori”, si chiedono attivisti e consiglieri. Insomma, un po’ come il pubblico social de sinistra che ironizza sul fatto che Di Maio non sa l’inglese ma almeno non sbaglierà i congiuntivi (in quella lingua non esistono), allo stesso modo i grillini abruzzesi esternano le loro riserve.
Qualcun altro rassicura, insomma quello di Giggino è un ruolo importante comunque. Il timore è però che questo governo non duri e che il Movimento si faccia trovare impreparato: parola d’ordine è quindi tornare tra la gente e i cittadini, tentare di spaccare il Pd perché vedrete, tra sei mesi Salvini senza toccare palla si sgonfierà, e magari il ruolo del leader del Carroccio ora lo svolgerà proprio Di Maio che tenterà di cannibalizzare il Pd.
In ogni caso no, per il popolo delle stelle il ministero degli Esteri a Di Maio è una mezza sola, visto che i rapporti con l’Europa li curerà sicuramente Conte e Gentiloni è in corsa per fare il commissario Ue. Insomma, Giggino è stato “mobbizzato” e d’altronde gli schiaffoni di Grillo dei giorni scorsi preludevano proprio a questo.
Ma non c’è solo il ruolo di Di Maio a preoccupare i pentastellati abruzzesi: anche il fatto che il ministero dell’Economia sia finito al Pd per loro non è un bel segnale. Anzi, è una vera sconfitta politica.
Adesso però tocca aspettare la nomina dei sottosegretari.
Di abruzzese al governo non c’è nessuno, e guai a considerare abruzzese la De Micheli, nonostante nel precedente governo di centrosinistra gestisse la delega alla Ricostruzione. Probabilmente tra i sottosegretari ce la farà il grillino Gianluca Vacca, e per lui sarebbe una riconferma, mentre sembra davvero impossibile la nomina dell’ex governatore Luciano D’Alfonso, nonostante gli ambienti romani riferiscano che lui si sta agitando molto per andare alle Infrastrutture.
Probabilmente si dovrà accontentare di una commissione, ma anche qui ci sarebbero ostacoli, che si sta pensando però di aggirare: per non aspettare la scadenza del prossimo anno e anticipare tutto (per avere più poltrone da distribuire), è probabile che il nuovo governo dia l’input a tutti i membri di commissione di dimettersi, per costringere anche i leghisti a schiodarsi dalle sedie. In quel caso, probabilmente, per Dalfy si libererebbe una poltroncina. Ma di fare il sottosegretario se lo sogna: anzi, forse più in vantaggio di lui c’è proprio Stefania Pezzopane.
ps: d’altronde, per molti piddini aver dribblato le elezioni è già un grosso risultato: basta vedere la faccia sorridente di Camillo D’Alessandro abbracciato al neo ministro Lorenzo Guerini. Pericolo scampato.
Testata Giornalistica: MAPERO'
E adesso, col nuovo governo, non sarà mica tanto facile neppure in Abruzzo rimettere insieme il puzzle e smettere di guardarsi in cagnesco: al prossimo Consiglio regionale, tanto per dirne una, il grillino Smargiassi e il del Paolucci si scopriranno alleati e magari andranno insieme dal ministro della Salute Roberto Speranza (di Leu, tra l’altro), e lo stesso accadrà a Sara Marcozzi che dovrà cancellare dalla memoria lo sgarbo di Dalfy che la strattonò in Consiglio regionale. Insomma adesso le prospettive sono diverse, molto diverse.
Anche se i primi a storcere il naso sulla nuova squadra di governo sono proprio loro, i Cinquestelle local. Che nella loro chat si sono abbandonati a ironia e mal di pancia.
“Di Maio agli esteri!”: ed è il punto esclamativo a tenere banco. Ma davvero lo hanno messo agli Esteri? “Quali competenze ha per stare in quel ruolo? Oppure è un modo elegante per farlo fuori”, si chiedono attivisti e consiglieri. Insomma, un po’ come il pubblico social de sinistra che ironizza sul fatto che Di Maio non sa l’inglese ma almeno non sbaglierà i congiuntivi (in quella lingua non esistono), allo stesso modo i grillini abruzzesi esternano le loro riserve.
Qualcun altro rassicura, insomma quello di Giggino è un ruolo importante comunque. Il timore è però che questo governo non duri e che il Movimento si faccia trovare impreparato: parola d’ordine è quindi tornare tra la gente e i cittadini, tentare di spaccare il Pd perché vedrete, tra sei mesi Salvini senza toccare palla si sgonfierà, e magari il ruolo del leader del Carroccio ora lo svolgerà proprio Di Maio che tenterà di cannibalizzare il Pd.
In ogni caso no, per il popolo delle stelle il ministero degli Esteri a Di Maio è una mezza sola, visto che i rapporti con l’Europa li curerà sicuramente Conte e Gentiloni è in corsa per fare il commissario Ue. Insomma, Giggino è stato “mobbizzato” e d’altronde gli schiaffoni di Grillo dei giorni scorsi preludevano proprio a questo.
Ma non c’è solo il ruolo di Di Maio a preoccupare i pentastellati abruzzesi: anche il fatto che il ministero dell’Economia sia finito al Pd per loro non è un bel segnale. Anzi, è una vera sconfitta politica.
Adesso però tocca aspettare la nomina dei sottosegretari.
Di abruzzese al governo non c’è nessuno, e guai a considerare abruzzese la De Micheli, nonostante nel precedente governo di centrosinistra gestisse la delega alla Ricostruzione. Probabilmente tra i sottosegretari ce la farà il grillino Gianluca Vacca, e per lui sarebbe una riconferma, mentre sembra davvero impossibile la nomina dell’ex governatore Luciano D’Alfonso, nonostante gli ambienti romani riferiscano che lui si sta agitando molto per andare alle Infrastrutture.
Probabilmente si dovrà accontentare di una commissione, ma anche qui ci sarebbero ostacoli, che si sta pensando però di aggirare: per non aspettare la scadenza del prossimo anno e anticipare tutto (per avere più poltrone da distribuire), è probabile che il nuovo governo dia l’input a tutti i membri di commissione di dimettersi, per costringere anche i leghisti a schiodarsi dalle sedie. In quel caso, probabilmente, per Dalfy si libererebbe una poltroncina. Ma di fare il sottosegretario se lo sogna: anzi, forse più in vantaggio di lui c’è proprio Stefania Pezzopane.
ps: d’altronde, per molti piddini aver dribblato le elezioni è già un grosso risultato: basta vedere la faccia sorridente di Camillo D’Alessandro abbracciato al neo ministro Lorenzo Guerini. Pericolo scampato.
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