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Data: 01/02/2022
Testata Giornalistica: IL CENTRO

Nuova ferrovia, il ministero frena sulla variante chiesta dai cittadini. Il caso arriva in consiglio comunale alla presenza di parlamentari, consiglieri regionali e sindaci. E i residenti protestano: «Siamo delusi»

Doccia gelata da Roma: il progetto alternativo presenta incompatibilità con le infrastrutture esistenti GUARDA I SERVIZI TRASMESSI DA RAI TGR ABRUZZO - RETE8 - TVSEI


CHIETI «Sono solo parzialmente soddisfatto di questa seduta: mi sembra che l'atteggiamento del ministero sia ancora troppo rigido». Al termine del consiglio comunale straordinario di ieri sulla velocizzazione della linea ferroviaria, il sindaco Diego Ferrara esprime apertamente i suoi dubbi. Da una parte il ministero delle infrastrutture, attraverso il dirigente Federico Blasevich collegato via web, auspica una «progettazione condivisa». Dall'altra, però, sul progetto del 2007, vale a dire la variante chiesta per evitare l'attraversamento di Brecciarola e Manoppello, il dirigente dice che «è stato analizzato ma avrebbe molte incompatibilità». Insomma, su quella che è la principale proposta per evitare i grandi problemi del raddoppio della linea ferroviaria a Manoppello e Brecciarola, si registra una certa freddezza, sottolineando che andrebbe a impattare con il casello autostradale costruito a servizio dell'Interporto.
LA POSIZIONE DEL MINISTERO La politica però, come ha rimarcato il presidente del consiglio comunale Luigi Febo, preferisce vedere il bicchiere mezzo pieno: innanzitutto si è aperto un canale di comunicazione con la Direzione generale per il Trasporto e le infrastrutture ferroviarie che ha interloquito via web tramite gli ingegneri Blasevich e Raffaello Frezza. Altro passo compiuto è stato l'avvio del Comitato dei sindaci e della Commissione consiliare speciale sul progetto. Troppo poco per i comitati civici che continuano a spronare la politica perché affronti con maggiore velocità e forza le problematiche.
IL PATTO DEI SINDACI Il consiglio straordinario ha votato un ordine del giorno che sollecita la composizione di un Comitato dei sindaci dei Comuni interessati, vale a dire Chieti, San Giovanni Teatino, Manoppello, Alanno e Scafa, con la finalità di raccordare tutte le iniziative allo scopo di salvaguardare i territori. «Nessuno di noi vuole fermare quest'opera», ha detto Ferrara, «sappiamo che questo progetto può rappresentare un volano economico per i nostri territori. Dobbiamo velocemente organizzarci per passare a una fase di adeguamento del progetto alle esigenze dei territori». Al consiglio hanno preso la parola anche i sindaci di San Giovanni Teatino e Manoppello, Giorgio Di Clemente e Giorgio De Luca. Sono inoltre intervenuti i consiglieri comunali Mario Colantonio (Lega) e Carla Di Biase (FdI) e, in rappresentanza della Provincia, il consigliere Filippo Di Giovanni.
PARLANO I PARLAMENTARI La seduta ha visto anche il contributo dei parlamentari del territorio: dall'ex presidente della Regione Luciano D'Alfonso (Pd), a Carmela Grippa e Daniela Torto di M5s e a Camillo D'Alessandro di Italia Viva. Hanno preso la parola anche il viceprefetto Domenica Calabrese, che ha portato il sostegno all'iniziativa dei due prefetti di Chieti e Pescara, Armando Forgione e Giancarlo Di Vincenzo, e il consigliere regionale Mauro Febbo, delegato della Regione. Febbo ha messo in guardia sulla «necessità di non perdere il treno, perché c'è qualche altra regione che ambisce ad avere la stessa opportunità». Sulle criticità che il dirigente Blasevich poneva nei confronti del progetto del 2007, vale a dire la bretella che arriva all'Interporto, Febbo ha sottolineato come «anche il tracciato del 2007, base della nostra proposta, può essere modificato». Il senatore D'Alfonso ha ricordato come alla base delle nuove opere pubbliche devono esserci, oltre alla necessità dell'opera e le risorse finanziarie, anche la qualità dell'opera e, soprattutto, il consenso del territorio. «Non possiamo fare errori», ha ammonito il senatore, «perché una quota di errori l'abbiamo già patita con l'Interporto». L'onorevole Torto si è detta «fermamente convinta che sia necessario trovare il punto di caduta tra necessità dei cittadini ed esigenze di sviluppo». D'Alessandro si è messo a disposizione per l'organizzazione di un incontro con il viceministro ai trasporti Teresa Bellanova e con la presidente della Commissione trasporti Raffaella Paita. Unica voce fuori dal coro è stata quella della consigliera regionale M5s Sara Marcozzi per cui il Consiglio è stata «un'occasione persa per aprire un confronto reale: tenere collegati in videoconferenza per tre ore due dirigenti del ministero, per dare loro parola per 5 minuti e senza far loro domande sulla fattibilità delle varianti auspicate dai cittadini è stato uno spreco assoluto».
 

E i residenti protestano: «Siamo delusi» I comitati: «Dopo aver avviato la raccolta firme, pronti a manifestare anche in modo più duro»

CHIETI«Deludente». È l'aggettivo più gettonato dai responsabili dei due comitati civici sorti contro il progetto del raddoppio ferroviario. Sia Gianni Di Labio, esponente teatino del comitato Comferr, sia Paola Sablone, presidente del comitato FerroVia Chieti Scalo, si aspettavano che il consiglio desse anche voce ai cittadini. «Nella seduta», dice Di Labio, «non abbiamo notato aperture sostanziali. Andiamo avanti con la petizione, ma se le cose non dovessero cambiare organizzeremmo manifestazioni di protesta ancora più dure. Abbiamo comunque apprezzato l'intervento dell'onorevole Camillo D'Alessandro che si è messo a disposizione per organizzare un incontro con la viceministra ai trasporti Teresa Bellanova e con la presidente della Commissione trasporti 3 e ci facciamo promotori di questo incontro». Anche per Sablone è importante riuscire a «farci ascoltare dalle istituzioni che sembrano ignorare i problemi delle ricadute del progetto nella zona tra San Martino e il bivio di Brecciarola. Questa zona, con quattro siti di stoccaggio del cantiere, diventerà una discarica a cielo aperto. Noi crediamo che questo progetto abbia poco a che fare con il turismo e molto con lo spostamento delle merci: in pratica si va a distruggere un'intera area metropolitana al solo scopo di velocizzare il traffico merci tra Roma e la linea adriatica. Lo Scalo diventerà unicamente uno snodo ferroviario industriale. Abbiamo comunque apprezzato gli interventi del senatore Luciano D'Alfonso e del consigliere Mario Colantonio».
 
01 febbraio 2022 il centro

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