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Data: 19/09/2020
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

Napoli-Bari, boccata d’ossigeno ma al Sud l’Alta velocità è al palo. Le linee ferroviarie sulla carta opere prioritarie: spesso non si è andati oltre gli studi di fattibilità. Nessun cantiere sul tratto Salerno-Reggio Calabria

Provenzano: «Prime riunioni, dobbiamo accelerare»


ROMA A fronte di un'opera che sta iniziando a far marciare i cantieri, ce ne sono tante altre mai partite. Eppure sono anche queste indispensabili per restituire al Mezzogiorno le opportunità di sviluppo dovute. L'Alta velocità Napoli-Bari, che l'altro ieri ha visto scendere in campo la Bei (Banca europea per gli investimenti) con un finanziamento record di due miliardi di euro, è una delle pochissime infrastrutture, tra quelle elencate come prioritarie dal governo nel Piano per il Sud, ad aver visto posare la prima pietra. Procedono anche i lavori, commissionati da Anas, per la statale jonica 106 che da Taranto porta a Reggio Calabria: a maggio scorso hanno preso il via i lavori del terzo megalotto nel cantiere di Francavilla Marittima (valore 980 milioni di euro su un investimento complessivo di 1,3 miliardi, 1.550 lavoratori previsti tra diretti e indiretti). Ma per il resto siamo ancora a livello di studi di fattibilità e di messa a punto dei progetti. E di annunci.
I SERVIZICome quelli che si susseguono per l'alta velocità Salerno-Reggio Calabria. Anche ieri ne ha riparlato il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano: «Qualche giorno fa abbiamo avuto unimportante riunione sul Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) della tratta ferroviaria Salerno-Reggio Calabria. Limpegno del governo non è un semplice ammodernamento di quella tratta, ma una vera e propria revisione per trasformarla in tratta ad alta velocità di rete e per assicurare un servizio adeguato agli standard del 2020. Su questo bisogna accelerare, di molto». Ecco, appunto. Bisognerebbe accelerare e di molto. Perché - come la stessa ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, ha più volte detto (soprattutto quando presenzia eventi al Sud) «non ci deve essere differenza tra una donna e un uomo che vivono in Calabria e una donna e un uomo vivono in Emilia-Romagna». E il fatto che la Calabria «in termini di mercato abbia un bacino più ristretto di altri territori» non può essere una giustificazione. Fino ad ora, però, l'opera resta tutta sulla carta.
OPERE SULLA CARTATra l'altro più che di Alta Velocità in senso stretto come quella che da Roma porta a Milano, in questo tratto si parla di Alta Velocità di Rete ovvero non serve rifare interamente i binari, ma si pensa di trasformare l'attuale tracciato introducendo percorsi alternativi così da consentire ai treni di toccare i 200 km/ora e quindi abbassare il tempo di percorrenza che adesso è tra le quattro e le cinque ore.
Se i cittadini calabresi hanno tutto il diritto di avere gli stessi servizi dei lombardi, ovviamente il discorso vale anche per quelli siciliani. Per spostarsi da Palermo a Messina, poco più di duecento chilometri, in treno ci si mette circa tre ore. Con un quarto d'ora in più si parte da Roma e si arriva a Milano (quasi 600 chilometri).
Fs si dice pronta. Nel piano industriale 2020-2023, che prevede complessivamente 42 miliardi di investimenti, ne ha destinati il 38% al Mezzogiorno. La settimana scorsa il commissario di governo, nonché amministratore delegato di Rfi (società del gruppo Fs Italiane), Maurizio Gentile, ha dato il via libera al progetto definitivo del raddoppio dei binari sulla Messina-Catania tra Giampilieri e Fiumefreddo per un investimento di 2 miliardi e 300 milioni di euro, già integralmente finanziato. I bandi di gara per i vari lotti sono sul nastro di partenza, poi ci sarà tutto il resto dell'iter.
Ma il problema non sono le risorse. Meno che mai ora con la forte iniezione di liquidità che sta per arrivare con il Recovery Fund. Tra l'altro anche i due miliardi di finanziamento a tasso praticamente zero deliberati dalla Bei per la Napoli-Bari, in realtà liberano soldi per altre opere (visto che i 6,2 miliardi del costo per la Napoli-Bari erano già tutti stanziati). Dove verranno dirottati? La domanda non dovrebbe nemmeno sorgere: ovviamente dovranno restare al Sud per colmare il gap di infrastrutture. Per raddoppiare i binari nei tratti - ancora troppi - dove i treni viaggiano su un binario unico ad una lentezza esasperante e con rischi di incidenti. Magari potrebbero servire proprio per dare finalmente il via alla Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria. Oppure per fare le metropolitane (Napoli, Catania e Palermo, sono nel famoso elenco delle priorità). Per collegare le autostrade e le stazioni ferroviarie ai porti e agli aeroporti. Per costruire quel sistema intermodale degno del secondo paese manifatturiero in Europa, anche nel Sud. Perché se cresce il Meridione - lo abbiamo detto e sentito un milione di volte - cresce tutto il Paese e chissà potremmo riuscire anche a diventare i primi in Europa.

19 settembre 2020 il messaggero


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