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Data: 05/11/2019
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Maxi code in A14, bloccata anche Noemi La bimba di Guardiagrele costretta a otto ore di viaggio. Il papà Andrea: «Siamo stati soccorsi e scortati con le sirene»

PESCARA Per la piccola Noemi è stato un calvario durato otto ore. Un viaggio estenuante da Guardiagrele fino a Bologna lungo l'A14 tra l'Abruzzo, le Marche e l'Emilia Romagna, dove i viadotti sono sequestrati da settimane dalla procura di Avellino. La prima maxi coda comincia subito dopo Città Sant'Angelo fino ad oltre Silvi. Ma il tratto, più lungo e critico, una sorta di imbuto infernale, parte dal confine tra l'Abruzzo e le Marche e va avanti fino a Porto Sant'Elpidio. Metà del viaggio della bimba malata di Sma1, diventata un simbolo per la sua forza e la voglia di vivere, è trascorsa sull'auto del papà, attrezzata con lettino e respiratore, bloccata nell'inferno del traffico di domenica scorsa sull'autostrada Adriatica, mentre fuori imperversava anche la pioggia forte.«A un certo punto ho dovuto chiedere aiuto», racconta Andrea Sciarretta al Centro, per telefono e da Bologna, dove si è dovuto recare due giorni fa per motivi medici legati alla sua bimba malata. E l'aiuto si è concretizzato, dopo molte ore di viaggio, quando prima un mezzo, e poi due, di Autostrade e della Protezione civile, hanno scortato, a sirene spiegate, l'auto con la bimba, passando sulla corsia d'emergenza. «Che però, all'altezza dei viadotti sequestrati, diventa vietata. Quindi», continua il papà, «anche con la scorta, siamo rimasti di nuovo fermi nel traffico».Il viaggio di Noemi è cominciato alle 14.15 di domenica ma la bimba, il papà Andrea e la mamma Tahereh, sono arrivati a destinazione solo dopo le 22. Con la piccola stanchissima e fortemente provata. «Se si fosse sentita male», continua Andrea con voce agitata, «l'avrebbero potuta soccorrere solo con l'elicottero. Non posso che dire grazie a quelle persone che ci hanno scortato. Ma quanto sta accadendo sull'A14 è gravissimo».La disavventura da choc capitata alla bimba malata diventa il caso limite di una situazione che ha coinvolto migliaia di automobilisti, che si era già verificata e si ripeterà chissà quante altre volte. Ma oggi è esplosa la protesta. Per ora dei camionisti. «L'insostenibile lentezza della viabilità nei tratti dell'autostrada A14 compresi tra i chilometri 274 e 388, interessati dal decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Avellino delle corsie di marcia sui viadotti presenti in entrambe le direzioni, nel tratto Pescara sud-Porto Sant'Elpidio, sta drammaticamente colpendo le imprese del trasporto merci». Così afferma il presidente regionale degli autotrasportatori della Cna-Fita, Gianluca Carota, secondo il quale: «È urgente e necessario, al di là di legittime richieste quali la riduzione dei pedaggi autostradali o l'applicazione di deroghe speciali sui tempi di guida e di riposo degli autisti, che tutti i soggetti responsabili di questa situazione si adoperino per garantire «con la massima celerità possibile, la totale riapertura delle corsie e il ripristino della normale circolazione». L'inchiesta riguarda i materiali della barriere spartitraffico. E Carota incalza: «L'esigenza di sicurezza resta la prima, imprescindibile regola alla base del nostro lavoro quotidiano, quindi da parte nostra nessuna polemica verso l'azione della magistratura. Ma riteniamo che un'infrastruttura viaria fondamentale non possa rimanere a lungo in una condizione come quella attuale, dove i tempi di percorrenza diventano biblici. Per questo chiediamo con forza a tutte le autorità, alle istituzioni e ai soggetti pubblici e privati coinvolti in questa vicenda, che facciano la propria parte con rapidità e solerzia, dando assoluta priorità alla soluzione del caso giudiziario. Ma vogliamo conoscere i tempi entro cui la viabilità sarà pienamente ripristinata». I tempi della giustizia però sono lunghi: l'A14 resterà una trappola ancora per mesi.


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