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Data: 20/09/2019
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Marsilio: fatti e non chiacchiere isteriche Primi 180 giorni di governo: la giunta risponde agli attacchi. La stoccata a Masci «Sulla lite per i taxi all'aeroporto ho avuto il coraggio di prendere una decisione per non mettere l'Abruzzo in pasto delle Ien

LA REPLICA. L'affondo del Pd: «Sei mesi solo a parlare di nomine» Giudizio tranciante di Paolucci, Pepe e Fina:«Da giunta lenta a giunta ferma». E per i dem restano al palo «trasporti, sanità, lavoro, caccia e agricoltura»


PESCARA Ci sono tutti, anche Paolo Gatti. In prima fila Giuseppe Bellachioma, Umberto Di Primio e i presidenti delle Province di Pescara, Teramo e L'Aquila. Non c'è Pierluigi Biondi, ma il sindaco dell'Aquila è assente giustificato. Mentre Marianna Scoccia, consigliera dell'Udc, ha disertato volontariamente l'evento organizzato da Marco Marsilio e dai suoi assessori per celebrare i primi 180 giorni di governo regionale. E per rispondere all'attacco di Giovanni Legnini. Apre la conferenza stampa fiume Lorenzo Sospiri, presidente del consiglio regionale, che si affida alla matematica: «A parità di sedute, 11, noi abbiamo approvato il doppio di leggi del centrosinistra, 30 contro 14. Ne faremo il triplo, altro che governo lento», esclama. Quindi parte l'arringa di Marsilio che mostra una serie di slide e s'affida a una metafora: «La mia giunta è una foresta che cresce e fa poco rumore».

PRIMA ERA UN BLUFF. Ad una ad una elenca le cose fatte. Comincia dalla ricostruzione: «Ho trovato un ufficio fermo», sbotta, «completamente fermo. La Regione si faceva persino pagare le spese di sede e personale, sottraendo fondi alla ricostruzione. Noi invece abbiamo ottenuto il 50% di personale in più, arriveremo ad approvare centinaia di pratiche». Al secondo posto, il governatore piazza l'acquifero del Gran Sasso: «Abbiamo ottenuto 120 milioni, non sono chiacchiere! Ma non oso dirvi quale testo aveva preparato il ministro Toninelli». E passa alle frane e alle opere pubbliche, rifilando un'altra stoccata a D'Alfonso, senza mai citarne il nome: «Qualcuno rivendica di aver dato fondi all'Abruzzo, ma se non si possono usare non servono a nulla. Chiedetelo ai sindaci in platea».
ERAVAMO ISOLATI. Anche sul bilancio, Marsilio, scarica colpe sul centrosinistra: «Non c'erano somme a disposizione», e fa l'esempio dell'antincendio «che quest'anno è stato rifinanziato». Sulla Protezione civile annuncia un progetto di riordino e mette altre medaglie al petto della giunta, come il riordino dei dipartimenti. «Sono orgoglioso di aver portato Anna (si chiama Barbara, ndr) Morgante in Abruzzo», l'ex Ad di Trenitalia ora direttore generale della Regione. E i porti e la Zes? «Noi abbiamo trovato una regione isolata. Il prodotto Abruzzo è uno dei migliori d'Italia ma è anche il peggio venduto sul mercato internazionale». E riscarica le colpe sui predecessori anche se per la Zes e l'accordo con il porto di Ancona l'obiettivo è lontano. Passiamo alla sanità: Marsilio si complimenta con l'assessore Verì ed esclama la sua frase ad effetto: «Non abbiamo bisogno di fare chiacchiere isteriche».
MASCI CHE FAI. Guarda in platea, scorge il sindaco di Pescara, Carlo Masci, e di Chieti, e dà una stoccata al primo: «Sulla lite per i taxi all'aeroporto ho avuto il coraggio di prendere una decisione per non mettere l'Abruzzo in pasto delle Iene e di Striscia la Notizia».La parola passa a Emanuele Imprudente che parla di «emergenza agricoltura» e «di rischio di disimpegno dei fondi comunitari», un rischio che scarica sul predecessore Dino Pepe. «Ma stiamo cercando di trasformare questo sistema», assicura prima di annunciare il rilancio del settore della pesca, di rivendicare lo sblocco dei fondi del Masterplan e di spronare il governo sul commissario per il Gran Sasso.
NON SI CACCIA. Parla anche dei parchi e del brand Abruzzo, ma sulla caccia bloccata, Imprudente, non pronuncia sillaba. Del resto non è tra le cose fatte. Per Nicola Campitelli, altro assessore leghista, tra gli obiettivi in parte già centrati c'è l'abbattimento della burocrazia che penalizza le aziende. Nei pochi minuti a propria disposizione, Campitelli parla di ambiente: «Ci saranno meno materiali in discarica e più economia circolare. Investiremo su impianti di valorizzazione dei rifiuti». La frase fa sobbalzare qualcuno. Voleva dire termovalorizzatori?
TRABOCCHI SALVI. «Assolutamente no», ribatte l'assessore che difende a spada tratta la sua legge sui trabocchi finita davanti alla consulta. Chi il tempo se lo prende tutto è Mauro Febbo.
CARTA IGIENICA. Il forzista inanella le vertenze industriali affrontate, Ball, ex Honeywell, Intex, Pilkington e Mercatone Uno, aggiunge Naiadi e Terme di Caramanico. E definisce gli atti della giunta D'Alfonso: «Delibazioni carta igienica». Così come sostiene che sulle Zes si stia solo consumando «un teatrino». Non cita gli industriali di Chieti Pescara, ma è a loro che si riferisce e che incalza così: «Abbiano il coraggio di tacere».
QUI HOLLYWOOD. Strappa risate e s'infervora. «Per 54 mesi ho sentito bugie sul Masterplan. Per 54 mesi turismo e cultura sono rimasti senza assessorato, con uffici allo sbando ma noi già ad agosto abbiamo assegnato le risorse». Infine Febbo si gioca un jolly annunciando un biglietto unico per tutti gli skipass regionali e la presenza di Abruzzo Film Commission il 9 novembre a Hollywood. E saluta così: «A Dubai 2020 non porteremo lu saltarell».
VIVA L'AUTONOMIA. Tocca a Piero Fioretti: «La giunta ha portato tesoretti di 43 milioni per l'occupazione ne e 114 per creare nuove imprese. Ora punta a rafforzare i centri per l'impiego». Definisce un fiore all'occhiello il Piano sociale da 300 milioni presentato due giorni fa, ma soprattutto ringrazia Marsilio per aver dato alla Lega la delega all'Autonomia differenziata.
MEGLIO RANCITELLI. Guido Quintino Liris, Nicoletta Verì e Umberto D'Annuntiis chiudono l'elenco. Il primo si affida a un numero: «Ho firmato 140 delibere in giunta. Ci chiamavano la regione canaglia», sottolinea, «ma grazie a noi i conti sono in ordine». E fa un'anticipazione: «Creeremo la nuova sede unica della Regione a Pescara». Da indiscrezioni, se non sarà la City a ridosso dell'aeroporto, verrà localizzata a Rancitelli per riqualificare la zona. È Marsilio che lo chiede.Per l'assessore alla Sanità Verì la giunta riuscirà a coprire 1.755 posti mancanti nella sanità. «Per abbattere le liste d'attesa abbiamo stanziato 2 milioni, e i dg che non raggiungono l'obiettivo saranno mandati via», avverte l'assessore leghista che poche ore dopo firmerà la delibera che licenzia il manager Armando Mancini.
IL MARATONETA. Infine D'Annuntiis che parla di 40 milioni di opere stradali realmente finanziate in sei mesi e di 65 milioni già erogati come prima tranche ai comuni ai quali ne arriveranno nei prossimi 2 anni altri 145. E chiude: «La giunta D'Alfonso ci ha lasciato macerie». Ma l'ultima parola è di Marsilio che, rispondendo ancora a Legnini e al Pd, dice: «Questo è solo un pezzetto delle cose fatte. Attenti, io sono un maratoneta».
 
 

L'affondo del Pd: «Sei mesi solo a parlare di nomine» Giudizio tranciante di Paolucci, Pepe e Fina:«Da giunta lenta a giunta ferma». E per i dem restano al palo «trasporti, sanità, lavoro, caccia e agricoltura»

PESCARA Trasporti, agricoltura, sanità, caccia, lavoro e concorsi, porti e infrastrutture: è complessiva la bocciatura che il Partito democratico abruzzese riserva ai primi 180 giorni della giunta Marsilio, con uno slogan che rende l'idea del Pd-pensiero: «Dalla giunta lenta alla giunta ferma». A illustrare il dossier sui «primi sei mesi di divisioni sulla questione nomine», il capogruppo regionale del partito, Silvio Paolucci, il consigliere Dino Pepe (entrambi ex assessori della giunta D'Alfonso), e il segretario regionale, Michele Fina.

I TRASPORTI. La parte più consistente di critiche riguarda il settore dei trasporti, a cominciare «dalla questione», ha detto Paolucci, «degli studenti lasciati a piedi il primo giorno di scuola». Per non parlare, ha proseguito il consigliere di opposizione, «dei tagli e privatizzazioni per 3 milioni di chilometri, dei concorsi fermi e dei 300 autobus in fermo tecnico, del rischio default per la società Cerella, dei tagli e mandati trasferimenti alla Saga». Ma l'aspetto più grave, secondo Paolucci, è rappresentato da quello che sta succedendo nella Tua, la società regionale di trasporto pubblico interamente partecipata dalla Regione, per la quale «è a rischio l'affidamento in house. Inoltre», ha aggiunto Paolucci, «lo stesso consiglio di amministrazione è sub judice per la procedura utilizzata per il suo rinnovo». Senza parlare del rischio «di sanzioni per il mancato espletamento delle gare per i servizi di trasporto non svolti da Tua».

SANITÀ. Ed è sulla sanità, secondo gli esponenti del Pd, «che si sono consumati sei mesi di divisioni per la nomina dei manager. È paralisi», ha detto Paolucci, che nella precedente legislatura deteneva la delega che ora è della leghista Nicoletta Verì, «nonostante l'eredità lasciata dal centrosinistra, con i Lea a quota 207 e il piano 2016-2017 rispettato. Dopo 10 anni per la prima volta mancano piano e strumento di programmazione. Sulle assunzioni di personale annunciate nelle Asl non è stato spiegato se si tratta del turn over o di coprire il fabbisogno e silenzio assoluto su investimenti e nuovi ospedali».

CACCIA E AGRICOLTURA. Due argomenti, questi, sui quali il Pd ha calcato l'attenzione «alla luce delle quattro bocciature rimediate sul calendario venatorio», ha detto Pepe, «e dei ritardi nella nomina dei direttori che ha causato il blocco dei bandi relativi al Piano di sviluppo rurale, con il rischio reale di disimpegno dei fondi». Tutto questo, ha aggiunto l'ex assessore all'agricoltura, «mentre ci sono moltissime imprese agricole abruzzesi in attesa che vengano liquidati quei fondi di cui hanno assoluto bisogno. L'Abruzzo»,. ha proseguito, «è l'unica regione italiana dove non è ancora partita la caccia. Sono riusciti a scontentare tutti: cacciatori, gli ambientalisti e agricoltori».

LAVORO. Sono lontani, secondo il Pd, i tempi in cui la Regione seguiva direttamente le vertenze di lavoro. «Giovanni Lolli (ex vice presidente e poi governatore vicario, ndr), seguiva personalmente le trattative. Ora le vertenze aperte sono molte, e i bandi per sostenere le imprese sono fermi».

BOCCIATI DAGLI AMICI. Le critiche non potevano risparmiare la legge sui trabocchi, osservata dal governo davanti alla Corte Costituzionale. «Sono stati bocciati dal governo amico», ha detto Paolucci.

QUALCOSA DI POSITIVO. Nel bilancio del Pd sui primi sei mesi di centrodestra, tuttavia, c'è anche qualcosa di positivo. «Sì», ha detto, Paolucci, «si tratta dell'aumento delle anticipazioni da parte della Regione dei fondi del Masterplan, Ma sono risorse che abbiamo trovato noi. Il centrodestra non ha portato alcuna risorsa aggiuntiva».

 

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