Data: 01/04/2023
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO |
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Marsilio: «Da regione canaglia a raddrizzata» Kermesse ieri al PalaBecci, nel porto turistico di Pescara, con i suoi assessori “Quattro anni di lavoro senza confini” lo slogan verso le imminenti Regionali
A proposito, poi, dell'opera "chimera", la linea ferroviaria Roma-Pescara, Marsilio ha assicurato che si farà. Se non sarà con i fondi del Pnrr, Marsilio ha fatto sapere che sarà possibile con i "Fondi Coesione". PESCARA «Da un Abruzzo regione "canaglia" a una regione "raddrizzata"». Nelle parole del presidente della Regione, Marco Marsilio, si potrebbe sinteticamente descrivere così la parabola dalla giunta di centrosinistra, guidata da Luciano D'Alfonso, a quella governata ora dal centrodestra. Marsilio le ha pronunciate ieri mattina, in occasione della kermesse che si è tenuta al PalaBecci, nel Porto turistico di Pescara, insieme coi suoi assessori. Insomma, più che un bilancio sui primi quattro anni alla guida dell'Abruzzo, come suggeriva il titolo, "Quattro anni di lavoro senza confini", ieri è sembrata più che altro l'apertura della campagna elettorale del 2024 per le regionali. Una sala piena, dove a sentire Marsilio e gli altri in platea c'erano i due sottosegretari abruzzesi del governo Meloni, Fausta Bergamotto e Luigi D'Eramo, il presidente della prima Commissione parlamentare Affari Costituzionali, Nazario Pagano, e il deputato Guerino Testa. Tra gli altri, i vertici della sanità abruzzese, come Claudio D'Amario, e della Asl di Pescara, Antonio Caponetti, e il sindaco di Pescara, Carlo Masci. A seguire l'evento, anche l'ex assessore regionale alla Sanità della precedente giunta D'Alfonso, Silvio Paolucci.
«Che Abruzzo abbiamo trovato 4 anni fa?- ha attaccato subito Marsilio-. L'Abruzzo in Italia era una regione considerata, in determinati ambienti, in determinati palazzi, una regione "canaglia". Una Regione che per 4 anni non presenta i rendiconti, non parifica alla Corte dei Conti i propri bilanci, non ha nessuna certezza rispetto a quella che è la sua capacità economica e finanziaria. Una regione che abbiamo raddrizzata, da questo punto di vista, perché abbiamo messo ordine ai conti. Abbiamo trovato una regione che sui fondi europei era ultima e penultima nelle rispettive classifiche del fondo sociale europeo di sviluppo regionale. Per il Fesr, aveva speso il 13% delle risorse a disposizione, mentre oggi abbiamo raggiunto o sopravanzato almeno 7 o 8 regioni, e spendiamo quasi l'80%. Entro quest'anno spenderemo più del 100% dei fondi che ci sono stati assegnati».
Per Marsilio, dunque, che ieri ha tratto le conclusioni dopo gli interventi in video degli assessori regionali, «abbiamo dato all'Abruzzo quello che mancava. Sul piano del sociale- ha ricordato- abbiamo più che triplicato le risorse. Oggi i bilanci della Regione sono a posto, abbiamo azzerato il debito ereditato e dimezzato quello del disavanzo del 2015, che era di oltre 88 milioni di euro». A proposito, poi, dell'opera "chimera", la linea ferroviaria Roma-Pescara, Marsilio ha assicurato che si farà. Se non sarà con i fondi del Pnrr, Marsilio ha fatto sapere che sarà possibile con i "Fondi Coesione".
L'OPPOSIZIONE - Alle parole di Marsilio, che ha chiuso rilanciando «per i prossimi 6 anni di lavoro», confermando quindi la sua ricandidatura, hanno replicato il consigliere del Pd, ed ex assessore, Paolucci, e l'ex presidente della Regione, Luciano D'Alfonso. Per Paolucci, «il centrodestra si diverte a fare passerelle e chiacchiere, intestandosi fondi e progetti della giunta precedente, mentre l'Abruzzo perde abitanti, imprese, infrastrutture, lavoro, pazienti e fondi europei». Più ironico D'Alfonso, per il quale l'evento al PalaBecci è stata «una sfilata che ci rende memoria di Napoli e Castel di Sangro e dei tre mari a Pescara», con chiaro riferimento ad una precedente citazione del presidente Marsilio. Secondo D'Alfonso, ora l'Abruzzo «è una regione senza alcuna propensione alla cultura della programmazione e alla misurazione dei risultati».
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