Data: 17/10/2019
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Manovra da scrivere. Battaglia nel governo Il via libera da parte del Consiglio dei ministri è avvenuto «salvo intese» Tre miliardi per il taglio del cuneo. Quota 100 resta invariata. Bloccato il rialzo dell'Iva Scatta la guerra ai contanti
ROMA Una lunga maratona notturna sblocca l'impasse del governo sulla legge di bilancio e il decreto fiscale. Arriva il via libera salvo intese a una manovra che però è ancora da mettere nero su bianco. Alle cinque del mattino, dopo un Consiglio dei ministri di quasi sei ore, il premier Giuseppe Conte e il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri si mostrano stanchi ma soddisfatti. La reazione dei mercati è positiva, con lo spread che cala a 131 punti, toccando i minimi da maggio 2018. Esulta il Pd, per aver incassato il taglio delle tasse in busta paga ai lavoratori e il piano Green. Leu è soddisfatta per i superticket. Meno entusiasmo si registra tra le fila di M5s e Iv: eloquente il silenzio di Luigi Di Maio e Matteo Renzi. Tra i Cinque stelle emergono perplessità per il piano antievasione di Conte, ma Di Maio puntualizza che il carcere agli evasori «è un punto fermo». Iv già annuncia emendamenti sul contante e Quota 100.All'Europa viene inviato il Documento programmatico di bilancio che dettaglia coperture da 15 miliardi, di cui due dalla «plastic tax», la tassa sugli imballaggi di plastica da un euro al chilogrammo. Ma è durissima Confindustria, che esprime «forte contrarietà» alla misura: «Non è per l'ambiente, impone ingenti costi a consumatori e imprese». L'opposizione, Lega in testa, accusa il governo di mettere nuove tasse «dal diesel alla casa». E il ministro dell'Ambiente Sergio Costa invoca «subito un tavolo di confronto al Mise» perché la «transizione ecologica» delle aziende ha «ricadute occupazionali». Conte difende la sua manovra: le risorse erano ridotte ma è «espansiva» e ambiziosa soprattutto nella lotta all'evasione. Nella lunga notte della manovra è il presidente del Consiglio a premere perché vengano stanziati tre miliardi, dal 2021, per un «superbonus» a chi paghi con carta di credito e perché venga abbassata la soglia per il contante. Chi era a Palazzo Chigi racconta di un confronto a tratti assai teso. Conte imprime, con Gualtieri, un'accelerazione che scavalca dubbi e richieste dei partiti. E viene descritto «molto irritato» per le resistenze. In Cdm si esaminano le singole norme in una dialettica che viene descritta fisiologica sia da Dario Franceschini che da Riccardo Fraccaro. Le ministre Luciana Lamorgese, unico «tecnico» del governo, e Nunzia Catalfo reclamano più risorse per i loro ministeri. Ma è quando si arriva al capitolo evasione, alla terza ora di Cdm, che il confronto si accende. Conte si intesta la responsabilità del piano «Italia cashless» per combattere nero e sommerso. Ma Teresa Bellanova prende la parola per dire no alla proposta di far calare il tetto al contante da 3000 a 1000 euro: se è così ve la votate voi, avrebbe detto la ministra di Iv. Tace il M5s. Prende la parola il Pd con Franceschini, Francesco Boccia, Lorenzo Guerini, per dire che con le minacce si rischia di non andare avanti, di far saltare tutto. «Assistevamo con i pop corn», racconta un ministro M5s. Nessuna difesa di Conte. Gualtieri propone di rinviare al Parlamento ma i Dem spingono perché si decida. Dopo un'ora si media su un calo graduale, da 3000 a 2000 euro e poi 1000 dal 2022. Iv già annuncia emendamenti. La discussione poi si infiamma sull'inasprimento del carcere agli evasori chiesto dal M5s: Alfonso Bonafede e Vincenzo Spadafora si oppongono alla proposta di non inserire la norma nel decreto fiscale ma in altro provvedimento. Si alzano i toni. Il Pd resta fermo sul no. Poi, anche qui, si media. Per ora si aggrava la pena solo per un reato, la dichiarazione fraudolenta: poi servirà un emendamento in Parlamento. Ma la lunga notte lascia strascichi. I testi sono ancora da scrivere.
ROMA La manovra di bilancio, concentrata sulla sterilizzazione delle clausole Iva, prevede interventi molto limitati per quanto riguarda il lavoro e il sistema previdenziale. Viene mantenuta in piedi Quota 100 senza modifiche delle finestre per l'accesso alla pensione, mentre viene introdotta una mini-rivalutazione degli assegni pensionistici tra i 1.522 e i 2.029 euro lordi al mese. Viene previsto un taglio del cuneo fiscale per tre miliardi circa ma si demandano a un nuovo provvedimento le modalità con le quali questa riduzione dovrà essere realizzata. La manovra inoltre abolisce la flat tax che doveva scattare dal 2020 per i professionisti e le partite Iva con redditi tra i 65.000 e i 100.000 euro l'anno. Per quanto riguarda Quota 100, la legge introdotta dal governo precedente che permette di andare in pensione con almeno 62 anni di età e 38 di contributi, anche nel 2020 si potrà chiedere la pensione con gli stessi requisiti, aspettando ulteriori tre mesi se si lavora nel settore privato e sei mesi se si lavora nell'amministrazione pubblica. Resta anche la possibilità di andare in pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi a qualsiasi età (41 e 10 se donna) con una finestra mobile di tre mesi. Quota 100 scade a fine 2021 ma non è escluso che si metta in discussione con la legge di bilancio per questo ultimo anno. La mini-rivalutazione per le pensioni tra 1.522 e 2.029 euro al mese si articola invece in questo modo: per chi ha assegni tra le tre e le quattro volte il minimo l'indicizzazione rispetto all'inflazione passa dal 97% di quest'anno al 100%. Per le pensioni più alte le percentuali di rivalutazione rispetto all'inflazione restano quelle previste per quest'anno (dal 77% per quelle tra quattro e cinque volte il minimo al 40% per quelle superiori a 9 volte il trattamento minimo).La fetta più grossa degli interventi sul settore riguarda però il cuneo fiscale: il Governo prevede nel documento programmatico di bilancio risorse per il taglio del cuneo fiscale ai lavoratori per lo 0,165% del Pil (circa tre miliardi) nel 2020 e 0,268% del Pil nel 2021 ma chiarisce che l'efficacia non è immediata ma legata a provvedimenti normativi successivi. È probabile che si guardi ai lavoratori esclusi dal bonus Renzi di 80 euro al mese e quindi quelli che hanno oltre i 26.000 euro di reddito (un tetto potrebbe essere fissato a 35.000 euro). Se la platea rimanesse la stessa di quella degli 80 euro l'aumento in busta paga sarebbe di 500 euro.Passo indietro, infine, sulla prevista flat tax per gli autonomi con reddito tra 65mila e 100mila euro: la manovra abolisce la misura, che sarebbe dovuta scattare dal gennaio del prossimo anno in base alla legge di bilancio 2019 targata Lega-5 Stelle.
ROMA Stop totale agli aumenti Iva, 3 miliardi per ridurre il cuneo fiscale sui lavoratori dipendenti, piano cashless con un decalage del tetto dei contanti a 1.000 euro in tre anni e l'arrivo di un pacchetto «superbonus», con premi per un totale di 3 miliardi da versare nel 2021 per chi usa le carte, un ricco programma antievasione, bonus facciate per dare un nuovo volto alle città, stop alla flat tax per le partite Iva comprese tra 65.000 e 100.000 euro. - Niente rialzi Iva 2020, ma nel 2021 restano 18 miliardi - L'Iva non aumenterà e non sarà nemmeno rimodulata. Rimane però l'eredità sul 2021, per quanto ridotta rispetto ai quasi 29 miliardi previsti rimane a 18 miliardi. - Fondo per il cuneo fiscale ma servirà un altro decreto - Le tasse a carico dei lavoratori diminuiranno per un totale di 3 miliardi l'anno prossimo, 6 miliardi nel 2021. Ma la riduzione sarà stabilita con un provvedimento successivo. - Piano cashless, calo graduale del contante - Meno contante con un superbonus da 3 miliardi, che verrà pagato nel 2021 a chi fa specifiche spese utilizzando la carta. Scenderà il tetto al contante: passerà da 3.000 a 2.000 euro nel 2020 per poi arrivare a 1.000 euro a regime due anni dopo. Con il decreto fiscale arriva una lotteria con estrazioni e premi speciali per le spese pagate con la carta. Sanzioni per chi non le accetta. - Lotta all'evasione - Il dl fisco mette in campo politiche di contrasto all'evasione e alle frodi fiscali in più settori. Sul carcere per gli evasori si ipotizza un inasprimento delle pene per i grandi evasori da 6 a 8 anni. - Le tasse in più - La tassa sugli imballaggi varrà 800 milioni l'anno prossimo e 1,4 miliardi a regime. Arriva subito la digital tax con incassi stimati intorno ai 600 milioni. Il prelievo sui giochi aumenta ancora, con previsioni di gettito di circa 560 milioni. Viene istituito un bollo da 2,4 euro a pagina sui certificati penali, mentre aumentano le imposte catastali e ipotecarie per le transazioni immobiliari tra privati. Allo studio il passaggio della cedolare secca sugli affitti a canone concordato dal 10% al 12,5%. - Famiglie, fondo da 600 milioni - Serviranno come base per arrivare all'assegno unico per i figli. Negli stanziamenti rientrano anche sconti per gli asili nido per i redditi bassi. - Addio al superticket - La cancellazione partirà dalla seconda metà del 2020, con uno stanziamento di poco più di 160 milioni di euro. Il Fondo sanitario aumenta di 2 miliardi. - La casa - Arriva il bonus facciate, per ristrutturare gli esterni dei palazzi e migliorare le città. Confermati gli altri sconti fiscali su risparmio energetico, lavori a casa, mobili ed elettrodomestrici. - Pensioni, resta Quota 100 - Confermate Ape Social e Opzione Donna. Ha vinto la linea M5s per non toccare Quota 100, senza prevedere dunque diverse finestre di uscita. - Spending review da 2,7 miliardi - La stretta sulla spesa pubblica trova nuovo slancio, mentre le agevolazioni fiscali saranno rimodulate dopo una certa soglia di reddito, scendendo progressivamente dal 19% a zero. Salvi solo gli sconti sui mutui.
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