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Data: 12/01/2020
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

Macron cede sulle pensioni ma Parigi è ancora nel caos. Sospesa la regola dei 64 anni. Francia, il governo ora apre sulle pensioni: prove di tregua

PARIGI La mano tesa di Edouard Philippe arriva poco prima delle quattro e mezzo pomeriggio, proprio mentre dietro la Bastiglia si alzano le fiamme di un cartello pubblicitario dato alle fiamme e la polizia carica lanciando lacrimogeni. In una lettera di due pagine, il premier conferma punto per punto la volontà di riformare il sistema pensionistico francese ma si dice «pronto» a «ritirare temporaneamente » la misura che allunga l'età per andare in pensione a tasso pieno. Un sindacalista della Cgt legge la proposta col megafono in mezzo al corteo e piovono fischi mentre i black bloc più avanti continuano ad alimentare scontri e incendi. Ma fuori dalla manifestazione, cominciano a vedersi le crepe nel movimento di protesta e una possibile fine del braccio di ferro che dal 5 dicembre vede affrontarsi governo e Macron da una parte, sindacati e opinione pubblica dall'altra. LA LETTERA Il sindacato maggioritario (e più moderato) Cfdt sembra non aspettare altro: passano pochi minuti dall'invio della lettera «di pace» di Philippe e già la direzione «saluta » un'iniziativa che «rivela la volontà di compromesso del governo ». Su Twitter arriva un «vittoria! » mentre in un comunicato la federazione guidata da Laurent Berger fa sapere che «proseguirà le discussioni nel quadro proposto per rispondere a tutti gli interrogativi che restano sul futuro regime universale». Per i più radicali della Cgt invece la proposta del premier è solo uno specchietto per le allodole, una «manovra», una mossa tattica, e provano a rilanciare subito, dando appuntamento a tutti per una nuova manifestazione, il 16 gennaio. Ma la foga della rivolta ieri sera sembrava scemare mentre la piace de la République si svuotava in mezzo al fumo e alle barricate. Oggi, per la prima volta da 38 giorni, tutte e 141e linee della metro di Parigi ricominceranno a funzionare, anche se non per tutto il giorno e anche se alcune stazioni resteranno chiuse. Dall'Eliseo Macron è uscito dal silenzio che ha scelto di osservare in questi giorni e ha salutato «un compromesso costruttivo e di responsabilità», mentre l'Eliseo ha fatto sapere che il presidente è rimasto in contatto costante con il premier che riceveva (per tutta la giornata di venerdì) i rappresentanti delle parti sociali. «Come mi ero impegnato a fare, ho proposto un compromesso trasparente e solido — ha twittato in serata Philippe —. Tutti abbiamo fatto passi avanti, ma restando nel quadro fissato dal presidente per la riforma: universalità, equità, responsabilità ». Philippe ha ceduto dove tutti si aspettavano che cedesse (i più maligni, come Marine Le Pen, hanno sostenuto che aveva introdotto la misura proprio per poterla poi usare come elemento di compromesso): il premier propone di ritirare l'allungamento a 64 anni (dai 62 attuali) dell'età per avere la pensione piena. In realtà la misura che Philippe mette sul piatto riguarda soltanto chi andrà in pensione entro il 2027 in base al sistema attuale, e non il nuovo sistema che dovrà uscire dalla riforma (il nuovo sistema universale a punti) che entrerà in vigore nel 2025 per i nati dopo il '75 e che continua a prevedere un'età «di equilibrio» a 64 anni. La palla è ormai nel campo dei sindacati: di quelli più radicali, che tenteranno di far proseguire proteste e scioperi, e di quelli moderati, chiamati dal primo ministro a una conferenza con tutte le parti sociali per trovare altre misure che consentano di assicurare l'equilibrio del sistema previdenziale francese. In un contesto di allungamento della vita, il premier sfida i sindacati a trovare un altro sistema che non sia l'allungamento della vita lavorativa, per finanziare le pensioni future, mettendo anche dei paletti: «L'equilibrio finanziario — scrive Philippe — non potrà essere assicurato da un aumento dei contributi né da tagli alle pensioni» per mantenere il potere d'acquisto dei pensionati e non intaccare la competitività dell'economia. Per realizzare la quadratura del cerchio la conferenza avrà tempo fino a fine aprile, quando il progetto di riforma delle pensioni arriverà in seconda lettura all'Assemblée Nationale. Se non ci sarà nessuna nuova proposta, allora ci penserà di nuovo il governo. «Non ci sono né vincitori né vinti quando si raggiunge un compromesso — martellava ieri l'Eliseo —. E' una formula che scommette sulla fiducia, il dialogo, la concertazione e la responsabilità di tutti».


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