Con l'inevitabile ricorso al Consiglio di Stato Comune di Pescara e Tua, l'azienda regionale che gestisce il trasporto pubblico, tentano un secondo round dopo la sospensiva richiesta dal comitato Strada Parco Bene Comune sui lavori sul tratto di strada sul quale dovrebbe transitare la filovia, per congiungere Pescara a Montesilvano. Annullato, per ora, il nulla osta che il Mit, il ministero delle Infrastrutture, aveva concesso nei mesi scorsi, soprattutto per quanto riguarda il fattore sicurezza e il danno ambientale, come denunciato dai ricorrenti. Su un eventuale annullamento definitivo dei lavori deciderà Tar, nell'udienza di merito fissata per il 14 ottobre 2022. Nel frattempo, in poco più di un anno, il Comune potrebbe anche giocare un'altra carta: presentare un nuovo progetto da sottoporre ad una nuova valutazione di impatto ambientale, così da superare un nuovo giudizio del tribunale amministrativo.
Per il momento, però tutto sospeso per un anno. Niente lavori da Viale Europa a via Silvio Pellico, in una disputa tra enti e comitati di residenti, da cui si è sottratto il Comune di Montesilvano, la porzione territoriale sulla quale la filovia passerebbe per due terzi del primo lotto. Una decisione, quella del tribunale amministrativo, che ha rallegrato comitati civici e associazioni, ma anche una parte della politica, come Rifondazione comunista. Di segno contrario la reazione di Tua: «Noi siamo il soggetto attuatore spiega il presidente dell'azienda regionale, Gianfranco Giuliante e la contestazione riguarda alcuni aspetti delle autorizzazioni. Ormai questi lavori procedono con stop and go. E ora mi chiedo perché il Tar abbia deciso per la sospensiva, nonostante sette anni fa, sulle stesse osservazioni che gli erano state sottoposte, decise in maniera diversa». Le perplessità si riferiscono anche alla possibilità di una nuova valutazione di impatto ambientale. «Perché mai? Non ce n'era bisogno prima, quando il mezzo era un ibrido, e sarebbe necessaria oggi, con un mezzo full electric? C'è stato un salto ecologico importante, e se la Via non era necessaria prima, a maggior ragione non dovrebbe esserlo oggi. Un altro problema è che continuando così, i lavori che vengono eseguiti a mano a mano si deteriorano: come le aiuole e i marciapiedi, che sono realtà che vanno ad incrostarsi di anno in anno. Cioè, noi facciamo, ma se ci fermiamo nel frattempo si rovina quanto compiuto. Ora faremo ricorso al Consiglio di Stato e credo che una sentenza ci sarà entro l'anno. Poi, in questi mesi alcuni lavori andranno avanti e altri no in un'attesa in cui ci sentiamo fiduciosi per l'esito finale, soprattutto se ci riferiamo ai precedenti in materia».
TEMPO SCADUTO Soddisfazione per la sentenza è arrivata da Claudio Ferrante, presidente dell'associazione Carrozzine determinate. «A nostro avviso, il Tar ha finito per decretare il fallimento delle istituzioni che con arroganza e prepotenza, non ascoltando i cittadini, pensano di disporre del denaro pubblico e della vita dei cittadini come meglio credono. Ora, il tempo è scaduto. Resta fermo che, all'esito dell'udienza pubblica fissata il 14 ottobre 2022, dovranno essere eliminate - senza se e senza ma - tutte le barriere architettoniche che rendono inaccessibile la strada parco agli anziani, alle mamme con il passeggino e alle persone con disabilità». Per Ivano Angiolelli, del comitato della Strada Parco, «adesso occorre un nuovo progetto, con nuovi vettori sostenibili da impiegare su un percorso idoneo al trasporto rapido collettivo in sede propria, che includa anche i lotti secondo e terzo, da sottoporre alla procedura Via». Per Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione comunista, «Comune, Regione e Tua dovrebbero mettere la parola fine al progetto, senza aspettare di discutere in merito nel 2022».