IL FRONTE DEL NO L'AQUILA «Giunta e consiglio regionale vanno avanti per la loro strada, ignorando il confronto con le forze economiche e sociali che non sia di pura facciata e le loro proposte. Una logica cui non è sfuggito neppure il maxi provvedimento varato a Palazzo dell'Emiciclo, preparato nel chiuso delle stanze della politica ed i cui effettivi benefici a favore di cittadini e imprese abruzzesi sono tutti da verificare». E' il duro commento di Agci, Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria, Legacoop, Cgil, Cisl Uil e Ugl al Cura Abruzzo 2 varato dal consiglio regionale. «Ragioni di metodo e di merito hanno scritto le sedici sigle - che spingono a dichiarare uno stato di mobilitazione di un pezzo importante della società abruzzese». Uno schieramento variegato agricoltura, artigianato, commercio, cooperazione, piccola e grande industria, servizi, sindacati dei lavoratori che si sente tagliato fuori dal confronto. Critiche alla «logica del fai da te»: «Noi non siamo certo contrari a una serie di misure contenute nella norma, che però pecca di mancanza di visione generale per il rilancio, non contiene alcuna scala di priorità e arriva dopo settimane di gestazione e una riscrittura molto ampia. Si è cercato di ovviare al vuoto di provvedimenti sin qui messi in campo, ma sono tanti gli interrogativi. Primo fra tutti, la copertura finanziaria legata a una rimodulazione di fondi comunitari non immediatamente disponibili». Le categorie chiedono «uno sforzo per individuare priorità e settori bisognosi di maggiori interventi, primo fra tutti il turismo».
IL PD Immediato il commento del Pd: «È l'ennesima mancata occasione di confronto hanno scritto Michele Fina e Daniele Marinelli, segretario e responsabile economia e lavoro -, dimostrazione di un atteggiamento pregiudiziale che ha ormai causato la sostanziale rottura delle relazioni tra Governo regionale e parti sociali. La maggioranza di Marsilio, probabilmente stanca di arrivare ultima - come è accaduto sulla cassa integrazione in deroga e sull'utilizzo dei fondi europei - questa volta fa segnare un primato indiscusso. L'Abruzzo è la prima Regione in Italia, dall'inizio del lockdown, in cui le forze economiche e sociali, compattamente, sono costrette a proclamare uno stato di agitazione». Pierpaolo Pietrucci, consigliere del Pd, ha rimarcato due lacune della legge: il mancato inserimento delle società in house Abruzzo Engineering e di Euroservizi nella gestione delle pratiche di finanziamento alle imprese e la mancata sensibilità nel riconoscere un aiuto alle società che gestiscono l'impiantistica di risalita delle nostre montagne.