Sono giorni di quiete per i trasporti dopo gli affollamenti delle scorse settimane. A seguito della sospensione delle attività didattiche alle superiori da ieri mattina, lungo corso Vittorio Emanuele è un andirivieni di bus semivuoti. A conferma di quanto gli studenti influiscano sul carico dei mezzi pubblici e di come con buona volontà e adeguati correttivi si sarebbe potuto offrire un servizio all'altezza. Le fermate del centro alle 8 del mattino sono semideserte. A salire e scendere dai bus pochi scolari di elementari e medie accompagnati dai genitori, impiegati di banche e uffici, dipendenti degli esercizi commerciali, venditori ambulanti, massaie e pensionati. I passeggeri a bordo si contano. Sulle tratte meno richieste il clima è quasi desolante, ricorda l'ultima corsa della giornata diretta al capolinea. Le più affollate, il 38, il 21, il 3 e il 6 che collegano Pescara con Sambuceto, Francavilla e Montesilvano, non superano il 20% della capienza. Percentuale che sale appena nelle suburbane ed extraurbane che trasportano i pendolari.
I LAVORATORI I numeri nei prossimi giorni potrebbero subire qualche variazione, come prospetta la commessa di un negozio di abbigliamento che utilizza l'autobus per recarsi a lavoro. «Fino all'altro giorno sul 21 era un caos, in corrispondenza delle scuole il distanziamento si annullava e si stava come sardine. Ora è tutta un'altra storia, ci si sente più sicuri e anche le mie colleghe torneranno a servirsi dei mezzi lasciando bici e auto a casa». In sostanza, a meno di un lockdown, ve, con gli studenti a casa e l'imminenza della stagione fredda i mezzi pubblici potrebbero tornare appetibili per molte persone che finora hanno optato per soluzioni di mobilità alternative, raggiungendo quella che gli utenti definiscono «capienza ottimale», più o meno il 50%. «La verità è che il numero dei mezzi è troppo esiguo dice un'insegnante in pensione . Assisto da anni, sempre agli stessi orari e sulle stesse tratte, alle resse mattutine degli studenti, devo anzi dire che a causa del timore del contagio quest'anno ne ho viste meno. La sicurezza dovrebbe essere al primo posto anche in condizioni normali, mi auguro che finita la pandemia tutti i fondi stanziati dalle istituzioni vengano utilizzati per adeguare il servizio all'effettiva richiesta». «Pescara non è una grande città, per cui non c'è un grosso movimento di lavoratori, a spostarsi sono soprattutto gli studenti afferma un autista . Alcune corse sono state implementate ma non è stato sufficiente. È un momento complesso, come fai sbagli. Data la difficoltà per le scuole di allungare gli orari al pomeriggio per mancanza di personale, forse una soluzione avrebbe potuto essere da subito la didattica a distanza al 50%». Secondo altri dipendenti di Tua, l'utilizzo dei mezzi di trasporto resterà contenuto al mattino, con un moderato incremento nel pomeriggio quando terminate le lezioni da casa i giovani si concedono un giro in centro, e sarà minimo nelle ore serali per la chiusura anticipata di molte attività. A fronte del crollo delle presenze e le conseguenze negative sui ricavi l'intenzione di Tua sarebbe quella di rivedere il piano economico finanziario, rimodulando le corse, ridimensionando il parco mezzi e ritoccando la rotazione del personale. «Tagliare il servizio è l'ultima delle soluzioni dicono autisti e ispettori - ne va della sicurezza dei passeggeri e della tutela dei lavoratori. Quando non si lavora non si sta bene, lo dimostrano le tensioni sociali di questi giorni».