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Data: 07/10/2019
Testata Giornalistica: RASSEGNA SINDACALE
    RASSEGNA SINDACALE

Landini: al governo chiediamo un segnale forte e chiaro. Il segretario Cgil alla vigilia dell’incontro con l’esecutivo che si terrà oggi: “Mi aspetto una migliore e netta riduzione delle tasse sul lavoro dipendente e sui pensionati”

“Io mi aspetto una migliore e netta riduzione delle tasse sul lavoro dipendente e sui pensionati aumentando le risorse destinate a questo obiettivo”. Lo ha detto ieri sera a Trani, a margine della Festa di LiberEtà, il mensile dello Spi Cgil, il segretario della Cgil Maurizio Landini in vista del nuovo incontro con il governo convocato per lunedì prossimo, 7 ottobre. “È necessario – ha aggiunto – un segnale forte e chiaro, cioè visibile, perché aumentare il netto in busta paga per i lavoratori e i pensionati vuol dire ridare fiducia e rialimentare i consumi e fare ripartire l'economia”.

“Altra cosa è fare partire davvero gli investimenti, soprattutto mettendo a disposizione quelli veri e per questo serve una lotta senza quartiere all'evasione fiscale, di più di quanto è stato indicato fino ad ora perché non è accettabile che in questo paese il 94% delle entrate dell'irpef venga pagato dai lavoratori dipendenti e dai pensionati e che permanga una evasione fiscale da 109 miliardi: questo non è più accettabile”.

“Va fatta anche una rimodulazione della tassazione – ha precisato – perché, per esempio, non ha senso che la percentuale di tassazione sui profitti delle imprese sia più bassa delle tasse che pagano i lavoratori sul lavoro, queste contraddizioni vanno assolutamente risanate". La Cgil si batte per cambiare il Paese a favore sia dei giovani che degli anziani.: “Credo che ci siano le condizioni di farlo se al centro torna ad esserci la persona, la giustizia sociale e non semplicemente il mercato”.

Quanto alle pensioni, “il problema è riaprire una discussione vera sulla revisione della Fornero e quota 100' non ha modificato la Fornero. Quello che chiediamo è una pensione di garanzia per i giovani, il riconoscimento della differenza di genere e quindi un trattamento migliore per le donne e poi bisogna finalmente il riconoscimento del fatto centrale che i lavori non sono tutti uguali e che quindi occorre introdurre una flessibilità in uscita che permetta alle persone di decidere quando andare e, soprattutto, che i lavori più pesanti siano finalmente riconosciuti come tali”.


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