Condividi: Bookmark and Share
Stampa:
Data: 01/03/2023
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

La fusione si farà nel 2027 Già scelto il nome: Pescara La Regione dice sì al rinvio e stanzia 300mila euro per accorpare i servizi. L'unione con Montesilvano e Spoltore

PESCARA La fusione di Pescara, Montesilvano e Spoltore si farà il 1° gennaio 2027 e la nuova città si chiamerà Pescara. È quanto deciso ieri durante il consiglio regionale che si è riunito nella sala consiliare del capoluogo adriatico. L'assise ha dato il via libera con il voto della maggioranza di centrodestra e della consigliera Sara Marcozzi - contrari 5 Stelle e Pd - a un testo che introduce scadenze e obiettivi da raggiungere con lo scopo di portare la nascita di una città da quasi 200mila abitanti non più il 1° gennaio 2024, ma a gennaio 2027. Il testo è frutto di emendamenti proposti dalla maggioranza, con il presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri come primo promotore, ma anche di Pd e Movimento 5 Stelle.
IL NOME La prima novità riguarda la denominazione del Comune che si chiamerà Pescara. Una decisione che ha destato immediatamente le reazioni del sindaco Carlo Masci e del vicesindaco di Montesilvano Paolo Cilli. Il primo ha parlato di scelta «giusta e auspicata sin da subito. La legge ha deciso secondo logica e secondo la storia di conservare il nome della città dannunziana, seguendo lo spirito che animò la nascita del capoluogo nel 1927. La Pescara del XXI secolo è destinata a diventare più grande, più importante e più attrattiva». Di tutt'altro tenore la reazione di Cilli, che si è detto «rammaricato. Si poteva pensare a un nome diverso e importante che potesse cogliere realmente la fusione. Così invece tutto ha il sapore di un'incorporazione. Nei prossimi mesi chiederemo alla Regione di rivedere questa decisione. Finalmente però qualcuno ha compreso che c'era bisogno di più tempo». Soddisfatta dello slittamento, il sindaco di Spoltore, Chiara Trulli, che ha definito «molto sensato il fatto che si procederà a un lavoro graduale di fusione dei servizi. È un ottimo risultato».
PRIMA TAPPA Il dispositivo approvato ieri introduce la possibilità di chiedere il rinvio al 2027, se entro il 30 settembre 2023 almeno due Comuni su tre avranno unificato due servizi e non 3 come inizialmente preventivato. In caso contrario la fusione resta al primo gennaio 2024 con scioglimento dei tre Comuni. «Tanto tempo è passato da quando nacque il sogno di provare a fare quello che nella storia della Repubblica italiana non era mai stato fatto a questo livello. Quel sogno tra qualche anno diventerà realtà, poiché la legge fissa con certezza quali sono temi, tempi, penali, premi e risorse finanziarie. È una legge giusta che andava fatta», ha commentato Sospiri. «Credo nel patto stretto con le tre amministrazioni e sono convinto che riusciremo a recuperare il tempo perso». «La legge mette in piedi un progetto che ha le gambe per camminare e porta reali vantaggi ai cittadini», ha detto il capogruppo Lega Vincenzo D'Incecco. «Siamo riusciti a scrivere un percorso che ha saputo convincere anche i più scettici che questo è un ormai un cammino ineludibile».
LE MODIFICHE Il testo approvato contiene anche gli emendamenti del Pd. Per ottenere il rinvio, a settembre prossimo l'Assemblea costitutiva dovrà aver approvato lo statuto elaborato dalla commissione intercomunale, che poi dovrà essere licenziato dai tre Comuni entro dicembre. Per facilitare l'associazione dei servizi e la redazione dello statuto verranno stanziati subito 200mila euro, e non più 150mila come inizialmente previsto. Gli altri 100mila verranno messi a disposizione entro la fine dell'anno. Infine i dem sono riusciti ad ottenere l'eliminazione «di qualsiasi ipotesi di discrezionalità da parte dei presidenti di consiglio e giunta regionale in merito al rinvio al 2027, i quali, rispetto alla prima stesura della legge, avranno esclusivamente la facoltà di prendere atto del lavoro di accertamento svolto dagli uffici», ha spiegato Blasioli. «Tuttavia, sono modifiche che non giudichiamo sufficienti, poiché avremmo preferito che lo statuto, una volta approvato, non potesse essere più modificato fino all'istituzione della nuova municipalità in caso di rinvio al 2027. La nostra contrarietà in sede di voto è legata innanzitutto al metodo. Molti degli emendamenti presentati nella giornata di oggi (ieri per chi legge) erano infatti gli stessi proposti in commissione, ed è proprio in quella sede che sarebbe stato preferibile giungere ad un accordo. Purtroppo è mancata la volontà di approdare in maniera ordinata ad una legge condivisa», ha evidenziato Blasioli.
ALTRE SCADENZE Con l'emendamento a firma del Movimento 5 Stelle, sono state introdotte altre due tappe intermedie, e cioè a dicembre 2024, quando i Comuni dovranno aver fuso altre due funzioni e a dicembre 2025 altre due ancora. In caso di mancato raggiungimento verranno nominati dei commissari ad acta. Il voto dei pentastellati è rimasto negativo, con il consigliere Domenico Pettinari che ha parlato del testo come di «una delle più grandi ipocrisie politiche perché deriva da un calcolo politico. La norma butta fumo negli occhi a cittadini e amministratori comunali e non è altro che la certificazione di un enorme ritardo di questa giunta sulla fusione. C'è poco da festeggiare: a perdere non è solo la città di Pescara ma l'intero Abruzzo».

www.filtabruzzomolise.it ~ cgil@filtabruzzomolise.it