L'AQUILA Se i dati della settimana che comincia oggi dovessero confermare il trend delle ultime 48 ore, sarebbe lecito pensare che l'Abruzzo ha finalmente imboccato la via dell'uscita dall'emergenza coronavirus. Anche ieri, per il secondo giorno consecutivo, la percentuale dei positivi sul totale dei tamponi effettuati si è mantenuta molto bassa. Appena 34 su 1.028 campioni analizzati, pari al 3,3%. Il giorno prima erano stati 44 su 1.231 (numero più alto dall'inizio dell'emergenza). Il totale dei contagi è arrivato a 2.521, con ulteriore alleggerimento, ormai una costante, della pressione sugli ospedali: i ricoveri ordinari per Covid-19 sono 317 (-4), quelli in terapia intensiva 40 (-1). Quest'ultimo si conferma il dato più basso dal 18 marzo scorso. Si registrano lievi miglioramenti anche nella curva dei decessi. Nel bollettino di ieri ne sono stati ufficializzati altri 5 che portano il totale a 258 e il tasso di letalità al 10,2%.
Però se si analizzano le ultime tre settimane, si scopre che la media sta cambiando, in meglio: 6,5 decessi al giorno in quella terminata ieri, 7,7 in quella precedente, 9,4 dal 30 marzo al 5 aprile. Una curva, insomma, che appare in lieve discesa. Gli ultimi decessi riguardano una 56enne di Lanciano, una 73enne di Castelli, una 78enne di Montebello di Bertona, una 90enne di Corropoli e una 96enne di Pescara.
IL DATO DEI GUARITITra i dati molto positivi c'è quello della crescita dei guariti: ieri altri 13 in un solo giorno, con il totale che è arrivato a 276. Di questi 184 che da sintomatici con manifestazioni cliniche associate al Covid 19 sono diventati asintomatici e 92 che hanno risolto i sintomi dell'infezione e sono risultati negativi in due test consecutivi. Non cambia la geografia del contagio: del totale dei casi positivi, 237 si riferiscono alla Asl aquilana, 571 alla Asl teatina, 1094 alla Asl di Pescara e 619 alla Asl di Teramo. Anche i dati di ieri lasciano intuire che si stia consolidando un Abruzzo a due facce: l'Aquilano e il Teramano probabilmente, salvo variazioni improvvise, sono destinati a uscire prima dall'emergenza, mentre nel Pescarese e nel Chietino i tempi saranno più lunghi.
Alcuni elementi, intanto, cominciano ad emergere con maggiore solidità. L'Abruzzo è più indietro rispetto ad alcune regioni pari dimensioni. L'esempio più lampante è l'Umbria, che comunque ha circa 450 mila abitanti in meno: partita peggio dell'Abruzzo, dal 9 aprile ad oggi ha fatto registrare solo 59 casi. Il 31 marzo il delta tra le due aree era di 323 casi totali, oggi è arrivato a 1.173, con appena duemila tamponi in meno. In Umbria ci sono 58 decessi, con un tasso di letalità del 4,3% a fronte del 10,2% abruzzese, e il quadruplo dei guariti. Un altro paragone interessante è quello con il Friuli Venezia Giulia, che ha praticamente gli stessi abitanti dell'Abruzzo e tra l'altro è molto più prossimo all'epicentro dell'epidemia: l'Abruzzo ha il 92% dei casi del Friuli con il 62% dei tamponi. Probabilmente, ma servirà più tempo per capire le dinamiche, a pesare sono soprattutto le vicende che hanno riguardato le strutture sanitarie e, ora, le residenze per anziani. Nel frattempo la Regione, proprio per intervenire sulla chiarezza dei procedimenti, ha imposto di utilizzare l'applicativo per la tracciabilità dei tamponi predisposto dal servizio informatico regionale di concerto con il servizio flussi informativi del Dipartimento Sanità: i campioni biologici inviati ai laboratori di riferimento dovranno sempre riportare il codice identificativo unico regionale, siccome generato dall'applicativo Attra, al momento di arrivo nei laboratori. La disposizione è contenuta in una specifica ordinanza firmata dal governatore Marco Marsilio.