Condividi: Bookmark and Share
Stampa:
Data: 23/08/2019
Testata Giornalistica: IL CENTRO

L'ultimatum di Mattarella «Accordo in 5 giorni o si vota». Il capo dello Stato martedì farà un nuovo giro di consultazioni per verificare se c’è una maggioranza. Sollecitate decisioni in tempi brevi nell’interesse del Paese e che abbiano la fiducia del Pa

«Il Presidente della Repubblica ha il dovere, ineludibile, di non precludere l'espressione di volontà maggioritaria del Parlamento» e quindi la possibilità della nascita di un nuovo governo per cui «ho convocato un nuovo giro di consultazioni per martedì prossimo». Sergio Mattarella, dopo due ore di riflessione ed una serie di telefonate ai protagonisti principali della crisi, ha aperto la strada a Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti per tentare la formazione di un esecutivo Pd-M5s. Il presidente della Repubblica non ha nascosto al Paese le difficoltà esistenti, nonchè i rischi di un prolungamento della crisi per la tenuta dei conti e ha chiesto senza mezzi termini di fare in fretta chiedendo senso di responsabilità: «Con le dimissioni di Conte, che ringrazio, s'è aperta la crisi con una rottura polemica tra i due partiti. La crisi va risolta in tempi brevi come richiede un grande Paese come il nostro», ha premesso in un discorso trasmesso su tutti i principali canali televisivi. Anche nell'annunciare l'apertura che concede quattro giorni a Pd e Cinque stelle il capo dello Stato ribadisce l'urgenza delle decisioni: «Mi è stato comunicato - ovviamente durante le due ore di riflessione sono arrivati quei segnali dai partiti che il Quirinale considerava essenziali per dare il via libera - che sono state avviate iniziative tra partiti. Ho il dovere di richiedere decisioni sollecite». Ma che la situazione sia seria e l'accordo per un governo giallo-rosso tutta in salita lo si evince dal tono preoccupato di Mattarella e dalle sue parole: «Sono possibili solo governi che ottengono la fiducia del Parlamento con accordi dei gruppi su un programma per governare il Paese, in mancanza di queste condizioni la strada è quella delle elezioni», ha scandito rilevando che «il ricorso agli elettori è necessario se il parlamento non è in grado di esprimere una maggioranza di governo». Elezioni che quindi rimangono ben presenti nelle considerazioni del Quirinale che da sempre è preoccupato per i conti pubblici e vuole evitare l'esercizio provvisorio. Per questo Zingaretti e Di Maio sanno che in questi giorni devono lavorare sodo e mostrare senso di responsabilità. Sanno anche che il presidente per martedì vuole il nome per l’incarico. Sergio Mattarella ha quindi riferito le conclusioni dei tanti colloqui avuti in questi due giorni spiegando che è emersa una maggioranza parlamentare contraria al ritorno alle urne: «Nel corso delle consultazioni mi è stato comunicato da parte di alcuni partiti che sono state avviate iniziative per un'intesa in Parlamento per un nuovo governo e mi è stata avanzata la richiesta di avere il tempo di sviluppare questo confronto. Anche da parte di altre forze politiche, del resto, è stata rappresentata la possibilità di ulteriori verifiche ». Appuntamento a martedì quindi. In due giorni saranno nuovamente consultate tutte le forze politiche. Il presidente si attende «decisioni chiare». Altrimenti c'è il voto. Mattarella in uno dei passaggi del suo discorso a fine giornata al termine delle consultazioni, ha voluto sottolinere il suo «dovere, ineludibile, di non precludere l'espressione di volontà maggioritaria del Parlamento, così come è avvenuto, del resto, anche un anno addietro, per la nascita del governo che si è appena dimesso. Al contempo - ha aggiunto - ho il dovere di richiedere nell'interesse del Paese decisioni sollecite ». Quella di nuove elezioni è «una decisione da non assumere alla leggera, dopo più di un anno di vita legislativa, mentre la Costituzione prevede che gli elettori vengano chiamati al voto per eleggere il Parlamento ogni cinque anni».




www.filtabruzzomolise.it ~ cgil@filtabruzzomolise.it