LA GIORNATASoltanto un metro di distanza sulla banchina, come segnato dai pallini blu collocati sul pavimento. E soltanto un metro di distanza quando si è in fila - in gruppi di 30 alla volta e con cadenza di 3 minuti - prima di superare i tornelli e avviarsi ai treni. Sono partiti ieri i primi test sul contingentamento nella Fase 2 dei mezzi pubblici. Atac ha tenuto ieri mattina le prime sperimentazioni nella stazione di San Giovanni (per la metro) e al capolinea di Arco di Travertino sui bus della linea 85. E nella giornata, dove non sono mancate file, è proprio questo il punto - il metro di distanza - che potrebbe essere presto rivisto dalla stessa azienda. Anche perché ieri, con il lockdown ancora attivo, erano pochi i romani a viaggiare. Invece, c'è il timore che con la riapertura la sola distanza di un metro possa non essere una soluzione sufficiente per gestire in sicurezza le file e creare assembramenti alle banchine se un treno o se un autobus facesse ritardo.
PERCORSI DEDICATI Il problema della sicurezza è centrale per Atac. Lo dimostra anche il fatto che l'azienda sta premendo sul governo per introdurre l'obbligo di mascherina per chi sale sugli autobus e prende la metro. E anche nella sperimentazione della Fase 2 avviata ieri a San Giovanni e ad Arco di Travertino sulla linea 85, l'azienda - tra il contingentamento dei passeggeri e percorsi dedicati - ha permesso l'accesso soltanto a chi indossava il dispositivo di protezione individuale. Il ministro delle Infrastrutture, Paola De Micheli, sull'obbligo di usare a bordo dei mezzi pubblici il Dpi, ha spiegato che «la valutazione è in corso». Una posizione che ha sorpreso tutte le aziende del trasporto pubblico. Ieri sera, durante un vertice in teleconferenza con i sindacati, i vertici della municipalizzata hanno spiegato di essere favorevoli all'uso della mascherina: garantisce una maggiore sicurezza e riduce i rischi di contagio da coronavirus, soprattutto permette di gestire meglio lo spazio minimo di 4 metri quadri, permettendo anche l'accesso di più viaggiatori su treni e bus.
Su questo fronte si aspettano le linee guida del governo, così come il lancio di una App per prenotare i posti a sedere ed evitare che si formino file alle fermate. Tornando alla sperimentazione, ieri Atac ha aperto a San Giovanni un solo varco di accesso e uno di uscita, ha fatto controllare all'esterno dai suoi addetti la distanza minima e il possesso della mascherina, mentre una volta dentro i passeggeri sono stati divisi in gruppi di 30 e fatti scendere verso i treni con un intervallo di tre minuti. Sulle banchine sono stati apposti dei pallini blu per il distanziamento di un metro. Chi utilizzava la linea A e voleva passare alla C doveva uscire all'esterno e poi rientrare. Misure stringenti anche sui bus, con i controllori dell'Atac impegnati sulle banchine a contare i viaggiatori e a controllare che non si accalcassero. Qualche malumore tra gli utenti. «Il distanziamento è necessario - spiega Giovanni - ma se il Comune e l'Atac non metteranno più mezzi, sarà impossibile arrivare a lavoro». Intanto va avanti il tavolo tra Comune e Regione per delineare il trasporto del futuro: lunedì nuova videoconferenza, con al centro la possibilità di rimodulare il prezzo del biglietto in base alla fascia oraria utilizzata e istituire maggiori controlli ai tornelli.