Data: 25/02/2024
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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L'AQUILA Tutti in carrozzina per un giorno contro le barriere e gli ostacoli. Successo della passeggiata empatica promossa dalle associazioni che lottano per i diritti dei disabili
La disabilità all'Aquila supera tutti gli ostacoli. E lo fa anche attraverso la condivisione di quei piccoli e grandi inciampi che ogni giorno si presentano sulla strada di chi vive questa condizione sulla propria pelle. Esperimento andato in scena grazie all'iniziativa di studenti e professori dell'Università, che si sono seduti in carrozzina e hanno percorso alcune vie della città alla scoperta dei punti più pericolosi. Un invito a tenere alta l'attenzione rispetto alle disabilità visibili e invisibili arrivato attraverso un convegno organizzato nella facoltà di Scienze Umane dall'Associazione Comunità XXIV luglio e Udu L'Aquila, culminato poi in una "passeggiata empatica" in cui i partecipanti si sono avventurati a turno in carrozzina per le vie del centro storico. L'evento, oltre alla presenza delle associazioni "180 Amici" e "Abitare Insieme", ha visto la partecipazione del pro-rettore disabilità e Dsa Alessandro Vaccarelli, della professoressa Maria Giulia Vinciguerra (Discab), del Disability manager Univaq Massimo Prosperococco, dei due terapisti occupazionali Federico Papi e Christian Perone, del coordinatore Udu L'Aquila Giacomo Piccolo, di Emanuele Palmieri in rappresentanza dell'Associazione Comunità XXIV luglio e dei rappresentanti degli studenti con disabilità e Dsa Univaq Matteo Spedicato e Giulia Zaffram. IL CONVEGNOUn'occasione per discutere di disabilità a 360 gradi, non soltanto quella motoria, quindi, come ricorda lo stesso Prosperococco, che da anni porta avanti su più fronti la sua battaglia sui diritti. «Nel corso del convegno si è evidenziato, tra le altre cose, come spesso codifichiamo la disabilità con la carrozzina, abituati come siamo a vederla rappresentata sui parcheggi o sulle porte dei bagni destinati ai disabili, dimenticando, però, tutte le altre forme di disabilità invisibili. Il punto», sottolinea Prosperococco, «è che la disabilità è una condizione, non una malattia. Se si eliminano quindi le barriere, se si installano ascensori con sistemi audio per gli studenti non vedenti, se si organizzano corsi di formazione base sul linguaggio dei segni per gli addetti ai servizi di portierato, o se ancora si utilizzassero in tutte le aule i font bastone per agevolare la lettura degli studenti con Dsa, allora si eliminerebbe "la condizione" che contribuisce alla disabilità, e la persona, a quel punto, sì che diventerebbe una risorsa per tutti», spiega Prosperococco, sottolineando poi come il convegno sia stato un «importante momento di incontro tra studenti, professori e mondo della disabilità». LA PASSEGGIATA EMPATICA «La sensazione è che sia tutto amplificato, anche solo una semplice difformità del manto stradale rischia di diventare un problema serio», è il commento di Matteo Spedicato, che subito dopo il convegno ha vestito i panni di chi è costretto in carrozzina e ha partecipato alla passeggiata, nata da un'idea di Claudio Ferrante (Carrozzine Determinate). Una marcia fatta di poche tappe, da Scienze Umane al Parco del Castello, passando per il corso, i portici di San Bernardino e piazza Regina Margherita, quanto basta, insomma, a empatizzare con chi non può che muoversi così. «Quando sei in sedia a rotelle ti rendi conto di tante cose che generalmente non noti perché non puoi notarle. E non per cattiveria o disattenzione», precisa, «ma perché su certi ostacoli bisogna proprio inciamparci per poterli comprendere. Ed era questo il senso dell'iniziativa». |
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