Data: 12/12/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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L'Abruzzo torna zona rossa Solo per oggi negozi chiusi Il Tar accoglie la sospensiva chiesta dal Governo, Il giudizio di merito slitta al 13 gennaio. Marsilio accusa: il governo penalizza la nostra regione
Il ministro Speranza telefona a Marsilio: da domenica la regione passa in fascia arancione. Paolucci (Pd): per colpa del governatore avremo restrizioni fino al 27 dicembre. Il M5S: la giunta regionale ha commesso un grave errore, cambi atteggiamento L'AQUILA Il Tar dell'Aquila ha sospeso l'ordinanza del presidente della giunta regionale Marco Marsilio che "anticipava" il rientro dell'Abruzzo in zona arancione. Questo in soldoni significa che oggi (a dire il vero già da ieri sera alle 20 quando la sospensiva è stata resa nota) l'Abruzzo torna in zona rossa. Dunque scuole, bar, locali per la ristorazione e negozi chiusi (a parte quelli che vendono beni di prima necessità e di asporto). Quello che l'ordinanza del Tar non dice è quanto durerà la zona rossa. Qui si possono fare delle ipotesi: questa mattina alle 11 nella sede del ministero della Salute il presidente dell'Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, e il presidente del consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli, terranno una conferenza stampa sull'analisi dei dati del monitoraggio regionale da parte della cabina di regia. E potrebbe venir fuori che i dati sull'Abruzzo sono in linea con il ritorno alla zona arancione. Il ministro Roberto Speranza ha telefonato ieri a Marsilio comunicandogli che l'Abruzzo tornerà in zona arancione da domani. La cabina di regia nazionale renderà note le sue valutazioni nella conferenza stampa di stamani e da quanto trapela avrebbe preso atto che in Abruzzo c'è un calo della curva dei contagi. Quindi il ministro della Salute dovrebbe agire di conseguenza e in tempi rapidi. Il Tar concedendo la sospensiva ha per ora accolto uno dei motivi del ricorso dell'avvocatura dello Stato laddove si sosteneva che "l'allentamento delle misure di contenimento del contagio rischia di provocare danni irreparabili per la popolazione in termini di rischi per la salute collettiva, obiettivo che assume rilievo determinante nell'attuale situazione di persistenza della pandemia. Le misure ampliative introdotte dalla Regione Abruzzo (le Regioni possono applicare solo misure più restrittive e non il contrario ndr), anticipando, di fatto, gli effetti di eventuali, e al momento non ancora adottati, provvedimenti di riclassificazione della Regione da zona rossa a zona arancione rischiano, infatti, nell'attuale delicato contesto dell'emergenza epidemiologica da Covid-19, di portare a un'improvvisa impennata della curva del contagio e a gravissime e incalcolabili conseguenze per la salute delle persone e per la tenuta dei sistemi sanitari regionali. A ciò va aggiunto il rischio emulativo da parte di altre Regioni, che potrebbe ostacolare il ruolo del Governo nei necessari gestione e controllo unitari della crisi, con conseguenze drammatiche in caso di ulteriore aggravamento del rischio sanitario». Il presidente del Tar, Umberto Realfonzo, non è quindi entrato nel merito degli altri motivi del ricorso che afferiscono anche a questioni di tipo costituzionale e in particolare sul delicato equilibrio dei poteri fra Stato e Regioni. In particolare l'avvocatura dello Stato ha contestato l'iniziativa della Regione Abruzzo in base al concetto che le ordinanze del governo nazionale non possono essere scavalcate da quelle regionali soprattutto perché la pandemia non è una "questione locale" ma addirittura mondiale. Per l'esame del merito il Tar ha rinviato l'udienza al 13 gennaio 2021. Ieri mattina l'udienza telematica davanti al Tar dell' Aquila è durata una mezzoretta. I legali della Regione hanno ribadito il fatto che l'ordinanza di Marsilio del 6 dicembre scorso, con cui l'Abruzzo è tornato in zona arancione (contro il parere del ministero della Salute) «è stata adottata al termine dei 21 giorni di zona rossa e questo sulla scorta dei dati in netto miglioramento registrati nei fine settimana antecedenti, come certificato dal Comitato tecnico scientifico abruzzese. Sono diminuiti i ricoveri, sia in terapia intensiva che in area medica, sono aumentati i posti letto e l'indicatore Rt, sotto l'uno per cento, si è praticamente allineato alle medie nazionali con un rischio complessivo classificato come moderato. Un miglioramento confermato anche dai successivi report della cabina di regia nazionale». Inoltre, nella memoria si evidenzia che «l'intento principale dell'ordinanza di Marsilio, ossia la volontà di salvaguardare la salute pubblica e la vita umana con quella di garantire la tenuta sociale ed economica». Il ministro Speranza telefona a Marsilio: da domenica la regione passa in fascia arancione. Paolucci (Pd): per colpa del governatore avremo restrizioni fino al 27 dicembre. Il M5S: la giunta regionale ha commesso un grave errore, cambi atteggiamento L'AQUILAIl disappunto del presidente della Regione, Marco Marsilio, emerge subito dopo la sentenza del Tar che sospende la sua ordinanza di passaggio da zona rossa ad arancione. «Pochi minuti dopo la pubblicazione della sentenza del Tar», dichiara Marsilio, «ho ricevuto la telefonata del ministro Speranza che mi trasmette il testo dell'ordinanza, alla sua firma, che riconosce l'Abruzzo in zona arancione. A partire da domenica. Si consuma così uno di quei capolavori di burocrazia amministrativa che rende le istituzioni incomprensibili ai cittadini». Il governatore ha aggiunto che «la pervicace azione del governo produce come risultato l'insensato e schizofrenico ritorno in zona rossa, per un giorno, di una regione che da due settimane mostra valori stabilmente arancioni, ormai persino tendenti al giallo. Dopo che il Tar ha negato per due giorni l'esistenza di un "pericolo" così grave da giustificare un provvedimento d'urgenza, era chiaro che oggi il governo avrebbe potuto provocare solo il risultato di vedere una regione cambiare colore tre volte in tre giorni. Incuranti delle conseguenze pratiche nella vita delle persone, pur di poter esibire lo scalpo del reprobo Abruzzo».«Mi sento con la coscienza a posto», aggiunge, «ho tutelato la salute dei cittadini adottando senza indugio le misure restrittive necessarie, e ho agito di conseguenza quando i dati mostrano un numero di guariti doppio o triplo dei nuovi contagiati da una settimana, tenendo conto della tenuta economica del territorio. A un atteggiamento pragmatico e aderente alla realtà dei fatti, il governo preferisce una rigida e tetragona applicazione burocratica delle norme. Rifiutandosi, come ha fatto sin dal 2 dicembre scorso, di applicare un potere di deroga che è previsto dalle norme stesse, senza dare nessuna spiegazione di questo rifiuto». Il capogruppo in consiglio regionale Guerino Testa (Fdi) è in sintonia: «Una ripicca politica che mostra in maniera indecente e non tollerabile la mancanza di rispetto nei confronti del popolo abruzzese, creando problemi al mondo del commercio e della scuola». Secche le repliche delle opposizioni, dal Pd ai Cinque Stelle passando per Italia Viva.Silvio Paolucci, capogruppo Pd in consiglio regionale, apre un nuovo scenario. «Al posto di continuare ad alimentare lo scontro istituzionale», osserva, «Marsilio riparta dall'accordo che ha poi violato, affinché l'Abruzzo esca prima di Natale dalle restrizioni, facendo scattare i 14 giorni previsti della zona arancione da mercoledì 9 dicembre». «Quando Marsilio ha interloquito con il Governo», spiega Paolucci, «sapeva bene che l'Abruzzo sarebbe potuto uscire mercoledì dalla zona rossa, perché doveva fare i 21 giorni previsti, come avevano fatto tutte le altre regioni, anche le 14 di centrodestra. Quando ha scelto di infilare l'Abruzzo in zona rossa sapeva benissimo che come per tutte le altre regioni italiane il periodo di restrizioni collegato sarebbe stato di 21 giorni e non 19. Tanto è vero che il governo aveva riconosciuto i 4 giorni di anticipo dell'ordinanza di Marsilio rispetto a quelle del Ministro della Salute, proprio perché si arriva il giorno 9 dicembre ai 21 giorni stabiliti. Così come oggi siamo tutti a conoscenza che ne occorrono altri 14 di zona arancione per tornare alla zona gialla. La sua ordinanza, che di fatto accorciava la zona rossa da 21 giorni a 19 era chiaramente illegittima, anche perché in nessuna regione d'Italia si è verificato, né si poteva verificare, un trattamento diverso. Di questo passo sta imprigionando l'Abruzzo nelle restrizioni fino al 27 dicembre, giorno in cui dovrebbe finire la permanenza in area arancione che, a seguito dell'ordinanza cassata dal Tar, scatterebbe da domenica».«Il presidente Marsilio raccolga l'invito del Ministro Boccia», dichiara Michele Fina, «segretario del Pd Abruzzo, «e torni ad uno spirito di leale collaborazione con il Governo. Il Tar si è pronunciato e gli ha dimostrato di avere torto. Ora finiamola qua. Marsilio torni a fare il presidente degli abruzzesi e non della Meloni. Torni a vivere, se non fisicamente, almeno con la testa ed il cuore in Abruzzo». Gli fa eco la deputata Dem, Stefania Pezzopane: «Da domenica l' Abruzzo sarà zona arancione con ordinanza del governo. Purtroppo Marsilio ha preso in giro gli abruzzesi con una ordinanza illeggittima che il Tar ha duramente contestato. Marsilio chieda scusa per quello che ha combinato». Non è meno critico il parlamentare di Italia Viva, Camillo D'Alessandro: «Se uno passa con il rosso al semaforo non è che può giustificarsi dicendo che avevi fretta. La decisione di Marsilio era fuori legge, un giudice lo ha certificato, più che altro ha certificato l'incapacità del presidente Marsilio. Le istituzioni sono una cosa seria, la caciara da osteria romana è altra cosa. Se non si fosse mosso fuori delle regole e dei corretti rapporti istituzionali ora i nostri commercianti, sabato e domenica, avrebbero potuto lavorare».Pungenti anche i consiglieri regionali del M5S Sara Marcozzi, Domenico Pettinari, Pietro Smargiassi, Francesco Taglieri , Barbara Stella e Giorgio Fedele: «Un pasticcio a danno di tutti gli abruzzesi che ancora una volta sono in balìa di scelte irragionevoli basate probabilmente più sulle logiche di consenso che sulle reali esigenze degli abruzzesi. Ora che il Tar si è espresso è ancora più evidente che il presidente Marsilio ha commesso un grave errore: le norme vanno rispettate altrimenti si creano danni enormi a tutto il territorio. Ci auguriamo che dopo questa ennesima bastonata il centrodestra abruzzese inizi davvero a smetterla con l'opposizione a tutti i costi alle scelte del governo e inizi a dimostrare quella collaborazione istituzionale che fino a ora da Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia abbiamo visto solo a parole». |
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