PESCARA Si torna a viaggiare senza limitazioni. A partire da ieri è possibile spostarsi liberamente lungo l'intera penisola. Per l'occasione Trenitalia ha potenziato il traffico ferroviario, raddoppiando il numero delle frecce che fanno tappa a Pescara: salgono da 4 ad 8 i collegamenti veloci con Venezia e Milano verso nord, e con Bari e Lecce verso sud. Inoltre sono stati reintrodotti 4 intercity, che si aggiungono ai 2 già in circolazione dal 18 maggio ed è stato ripristinato l'80% del traffico regionale. Per molti cittadini, che hanno atteso con grande senso di responsabilità il via libera ufficiale, è una liberazione. Tanti altri, sulla base delle ragioni di necessità previste dal governo per la verità dilatatesi a dismisura negli ultimi tempi - si erano messi in viaggio già nelle settimane passate.
Nonostante ciò ieri mattina, alle 10.10, il primo treno in partenza da Pescara verso nord è stato letteralmente preso d'assalto. Decine di persone si sono incrociate in prossimità degli accessi ai vagoni del Frecciabianca 8814 in arrivo da Lecce e diretto a Milano. Al punto che il personale della Polfer è dovuto intervenire per scongiurare pericolosi assembramenti.
LA VITA Si è tornati dunque ad assistere alle scene che animano abitualmente la vita di ogni stazione: gente che viene, gente che va, coppie che si riabbracciano. «Non la vedevo da tre mesi racconta un giovane proveniente dalla Puglia, con gli occhi lucidi, subito dopo avere stretto al petto una ragazza bionda - ci siamo conosciuti prima della quarantena, dovevamo incontrarci il giorno in cui è scattato lockdown e invece con tutto quello che è successo ci riabbracciamo soltanto oggi». Le persone che partono sono molto più numerose di quelle che arrivano. Tra loro anche tanti cittadini tornati in Abruzzo dal settentrione nei giorni caldi dell'emergenza. Un fenomeno che ha certamente favorito la diffusione del virus nella regione e in particolare nel territorio pescarese. D'altronde il personale della Polfer, soprattutto a marzo, si è imbattuto in numerosi casi di cittadini che non avrebbero avuto diritto a mettersi in viaggio. Casi come quello di un pescarese, regolarmente domiciliato a Milano, che alla luce dello smartworking attivato dalla sua azienda ha pensato bene di tornarsene in Abruzzo per abbinare il lavoro da casa alle comodità della vita in famiglia.
LE DIRETTRICI Sempre ieri, alle 11.44, ha fatto scalo a Pescara anche il primo Frecciabianca della Fase e diretto verso il sud Italia: il treno 8801 partito da Venezia con destinazione Lecce. Ad attenderlo, in stazione, un buon numero di passeggeri, tutti adeguatamente distanziati e provvisti di mascherina. «Sto tornando in Basilicata dice una ragazza - tra lavoro e lockdown sono sei mesi che non vedo la mia famiglia». Un uomo di mezza età, in compagnia del figlio, riferisce che «alla stazione di Mestre ci hanno misurato la temperatura, ma da quelle parti è stata davvero dura». A Pescara, invece, non c'è traccia dei termoscanner. Eppure il decreto del ministro De Micheli ne prevede l'utilizzo per verificare le condizioni di salute di tutti i passeggeri in procinto di salire a bordo di frecce e intercity. «Un po' di paura all'inizio l'ho avuta confessa una signora giunta in Abruzzo da Bologna - ma in realtà la sicurezza è garantita». Su frecce e intercity si viaggia con prenotazione obbligatoria e su tutti i treni sono disponibili solo il 50% dei posti a sedere e nessun posto in piedi. Le poltrone non utilizzabili sono evidenziate da appositi marker segnaposto, mentre quelle su cui è possibile accomodarsi sono disposte a scacchiera per garantire il mantenimento delle distanze di sicurezza. Inoltre, in corrispondenza di ogni accesso ai vagoni, sono stati installati distributori di gel igienizzante. Il 14 giugno, in occasione del passaggio all'orario estivo, sarà ulteriormente potenziato il traffico ferroviario e lungo la dorsale adriatica riprenderanno a circolare 25 frecce.